Entrare nel parco del Denali è un pò come prendere la jeep dentro Jurassic Park ed iniziare il tour guidato all’interno dell’area protetta.
Persone cordiali e sorridenti, strade ben tenute e pulite, poche regole ma che vanno rispettate, fauna selvatica dietro ogni angolo e vedute mozzafiato che sembrano essere state messe lì apposta per essere fotografate!
Tutto questo è lontano dall’idea che uno si fa di solito dell’Alaska, una terra di nessuno ai confini del mondo, inospitale e senza regole. Eppure da un certo punto di vista è allo stesso tempo piacevole, pagando 40$ uno qui è libero di fare quello che vuole, starsene dentro l’autobus fotografando tutto quello che si muove, oppure chiedere all’autista di fermarsi e scendere, in qualsiasi momento ed in qualsiasi posto, e proseguire a piedi inoltrandosi nella natura. Tutto questo condito dal fatto che la possibilità di incontrare animali ben più grandi di te è elevata, e questo tiene alta la soglia d’attenzione e, in alcuni soggetti, l’ansia.
Poichè ieri ci era piaciuto molto il posto, scendiamo dall’autobus al Polichrome Pass e ci inoltriamo nell’interno del parco con l’obiettivo di raggiungere una collina distante circa 3km per fare delle foto dall’alto, e poi ridiscendere sull’altro versante, dove riprendere di nuovo un autobus di passaggio per arrivare ad un checpoint alimentato da energia geotermica situato al centro del Denali.
Il paesaggio è un misto di pampa Argentina e Montagna alpina, il sole non c’è neanche oggi ma almeno ha smesso di piovere, la nostra giornata di trekking comincia quindi al meglio!
Una volta scesi dal bus si è completamente soli nella tundra silenziosa, non c’è neanche vento e camminare su una specie di muschio gonfio è morbido è pure piacevole, le scarpe affondano infatti nell’erba per metà con un’effetto di “ammortizzamento” che facilita la camminata! Certo è lo stesso muschio in cui ieri affondavo fino ai polpacci, ma in questa parte del parco il clima è più secco e anche il terreno ne giova.
Purtroppo non incontriamo animali, siamo nel primo pomeriggio e gli incontri avvengono di solito all’alba o al tramonto, per cui dopo 2 ore di cammino decidiamo di riprendere la strada e fermare un autobus come programmato.
Arriviamo dopo circa 2 ore alla stazione geotermica, un edificio costruito nel terreno con una terrazza sul Mc Kinley che purtroppo è coperto dalle nubi. Qui l’aria è molto più fredda e comincia pure a piovere, per cui ci rifugiamo all’interno dove c’è un piccolo museo sull’energia e su come questa centrale sia l’unica in un parco d’America ad autoalimentarsi senza accesso dall’esterno. Mi pare strana sta cosa, probabilmente avranno qualche rampa di lancio missilistica contro la Russia, non c’è altra ragione!
Mentre aspettiamo che parta il bus per il ritorno esco fuori a fare qualche ripresa alle montagne per ingannare il tempo. C’è anche una ragazzetta cinese che fotografa il paesaggio e ad un certo punto, correndo verso di me alla maniera stramba tipica degli orientali, mi chiede se posso farle una foto. Subito la accontento e dopo averle reso la macchinetta mi guarda e mi dice: “vuoi una foto anche tu? ti invidio perchè hai un vestito rosso e lo zaino verde, sono colori che starebbero benissimo col panorama!”. Io le dico che la mia è una videocamera per cui la ringrazio, ma foto non potrebbe farmene, e lei di rimando: “una videocamera? E perchè vuoi fare un video ad una montagna che è ferma?”…
Ci ho messo un pò a trovare una risposta devo ammetterlo, ma più che altro sapevo pure cosa dirle ma era troppo difficile per il mio inglese, così invento una risposta che lei non capisce e faccio per salutarla e lei mi dice: “ciao! è l’unica parola di Italiano che conosco ma spero vada bene!”. io annuisco e le dico “ni hao”, al che arrossisce, scappa alla maniera stramba di prima, e va a guardare le montagne in un telescopio..
La rivedrò all’ingresso del parco dove la aspetta un autista per riportarla in albergo, chissà chi era, avrei dovuto chiederglielo!!!
Oggi era l’ultimo giorno a disposizione per visitare il parco e guardare il mc Kinley, che però è sempre stato coperto da nuvole..
E come dice Davis: “e pure oggi, ‘o Mec Killey so semo dato ‘n capo”
a domani!
Ale leggerti è un piacere.
Lo sai che farti un complimento mi costa molto….quindi conservalo!!!
😉
Durante il nostro vivere quotidiano, spesso, assaporiamo sensazioni come se fossero carezze regalate dal vento..che portano via il profumo del momento. Tu, con le tue lettere, riesci a fermare gli attimi e custodirne le dimensioni!
Bravo!