Fitz Roy Fitz Roy

Fitz Roy giorno 2: tenda, trekking e incontri misteriosi a El Chaltén

Zaini pesanti e condor imprecisi

Oggi è la festa del trekking in Argentina, ed El Chaltén nel paese è capitale indiscussa di questo sport!
Ci dirigiamo al punto di incontro con le guide e la tv ci riprende mentre un giornalista intervista un tizio che sembra essere importante.
Purtroppo poi le guide stesse ci dicono che faranno solo un percorso dimostrativo e non andranno alla Laguna de Los Tres, dove si gode la miglior vista del Fitz Roy e dove noi vogliamo andare

Ci mettiamo così in marcia, con zaini da 15 kg e le spalle che cedono a ogni passo! Fortuna che sono solo 8 km fino all’accampamento Poincenot dove monteremo la tenda e finalmente ci alleggeriremo!

Un condor si getta in picchiata su una lepre ma la manca… che fesso! E quella se ne scappa lontano ridendogli in faccia secondo me!
Finalmente arriviamo in mezzo al bosco dove piantiamo la tenda, ma per la prossima tappa preferiamo aspettare l’alba, così decidiamo di occupare il pomeriggio facendo un altro trekking lungo il Rio Blanco.


Il mistero della ragazza in ciabatte

Ma se l’incombenza degli zaini pesanti ora cessa, la pietraia della morte ci ricorda che la vita è anche sofferenza…
Proseguiamo quindi stoici avanti perché sulla cartina è indicato il Glacier Blanco!

Sulla strada incontriamo una tipa in ciavatte, e le chiediamo quanto manca alla laguna col ghiacciaio.
Lei ci dice che manca poco ma che sta tornando indietro perché la zona è inaccessibile, poi — quando stiamo per salutarla — si offre di accompagnarci e ci fa strada!
Camminava come una pazza in mezzo a quelle rocce, e senza scarpe adatte!
Così ho pensato che volesse buttarci da un dirupo o violentarci, tanto era strana!

Poi a un certo punto si ferma e ci dice che non vuole proseguire oltre perché ci sono rocce impossibili da scalare, ci saluta e se ne va…
Speriamo non ci abbia fatto il malocchio.

(Vincenzo invece dirà solo che era carina, quindi non fidatevi.)


Ghiacciai, acqua da bere e riflessioni finali

A proposito, Vincenzo è quello che mi ha fatto portare chili di materiale da astronauta per affrontare tutte le avversità delle Ande, per poi scoprire che su queste montagne ci girano tranquillamente ragazze in pantofole o con le Superga!
A Vincè, ma vaff…!

Ma torniamo al nostro trekking: ci si para davanti un masso enorme che chiude la strada per il ghiacciaio, però in un modo o nell’altro riusciamo a scalarlo e ci facciamo strada attraverso il fiume che nasce proprio dalla nostra meta!

Il paesaggio è formato da una laguna piena di iceberg con il ghiacciaio che la sovrasta, e una cascata di acqua che vi penetra dentro per poi alimentare da qualche passaggio sotterraneo tutto il laghetto!
Scattiamo qualche foto e torniamo indietro, perché pur essendoci molto ghiaccio si frigge dal caldo per il sole riflesso!

Ne approfitto per riempire una bottiglia con quell’acqua, ottima e gelida!
Adesso siamo di nuovo in tenda, avremo fatto più di 15 km oggi e le gambe chiedono pietà.
Domani sveglia all’alba per vedere l’attrattiva più famosa di questo posto!

continua…

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