Dicembre 2015 – Sbronze, PS4, Capodanno tirchio e Star Wars delusione

1 dicembre 2015 – UberPC, Assassin’s Creed e Darth Vader sotto l’albero

La giornata inizia con un’energia da lunedì bis. Qualcuno si lamenta di un lunedì traumatico appena superato, mentre un altro già invoca il martedì con la speranza che faccia meno male. “Siete caldi? Siete pronti? Io no.” E il termometro dell’entusiasmo segna già stanchezza.

Ma basta un guizzo nerd a cambiare l’umore: Assassin’s Creed Unity fa il suo ingresso trionfale nella conversazione, descritto come uno dei titoli dalla grafica più impressionante mai vista in un gioco a mondo aperto. Certo, la versione PC è talmente ottimizzata che se alzi troppo i dettagli ti si impalla anche la caldaia, ma visivamente resta una bomba.

Nel frattempo, il Custode viene messo sotto torchio: che ci fai con l’UberPC fermo a Velletri? Hai montato una bestia di computer e ora fa la muffa. “Venditelo finché vale qualcosa,” lo incalza uno, “oppure portalo in Calabria, tanto lì c’hai solo la pseudo Steam Machine…” Il Custode, però, non ci sta: quel PC è stato il primo che si è comprato con i suoi soldi, lavorando da Ivan, risparmiando, e mettendoci dentro tutta l’anima. È un pezzo di cuore, un monumento all’autosufficienza nerd, un cimelio da esporre nello studio. “Poi magari sarà obsoleto, ma tanto le console hanno cicli di vita così lunghi che ‘sto PC reggerà il passo ancora per anni.”

Intanto Rocco fa il figo con la sua nuova PS4 a tema Star Wars, con tanto di Darth Vader in rilievo e bundle deluxe di Battlefront incluso. Il problema? Non sa se giocarlo o rivenderlo impacchettato a 50 euro. “Così la console mi è costata meno di una stecca di sigarette!” A pensarci bene, non fumare ha finalmente portato i suoi frutti.

Nel coro, si riapre la polemica su Assassin’s Creed. Qualcuno ammette che non ne può più: ha finito Brotherhood e poi basta, troppi seguiti, troppa stanchezza. Ma quando ieri ha fatto partire Unity per curiosità grafica, è rimasto sbigottito dall’ambientazione parigina. “Mai vista una roba simile su PS4. E la mia 980T faticava come un mulo in salita.”

Si apre anche la parentesi Star Wars Battlefront: grafica spettacolare, frame rate inchiodato a 60 FPS, niente risoluzione dinamica né compromessi. Un miracolo tecnico che fa impallidire altri titoli celebrati come Halo 5, che in realtà scala a 720p appena ti muovi un po’. E su PC, dicono, va pure meglio: DICE ha scritto il motore da zero, senza dover fare il porting su console vecchie, e il risultato è mostruoso.

A chiudere la giornata, arriva la recensione definitiva: Battlefront è bellissimo da vedere, ma è il solito Battlefield travestito da Jedi, con poche mappe e contenuti risicati. Tanto poi, lo sappiamo, i veri scenari si pagano a parte, a suon di DLC.

2 dicembre 2015 – Il dilemma del cellophane e l’attesa del “boom grafico”

Il giorno dopo si apre con un interrogativo esistenziale degno di un cineforum nerd: scartare o non scartare Star Wars Battlefront? Rocco si sveglia combattuto. Il gioco è ancora in cellophane, e la tentazione di rivenderlo a 50 euro lo seduce: significherebbe essersi portato a casa la PS4 nuova pagandola meno di una stecca di sigarette. E, dato che non fuma, sarebbe quasi come averla ricevuta in dono dagli Jedi.

Ma poi, quella grafica “spaccamascella”… resisterà? Gli prudono le dita. E alla fine, quasi sussurrandolo a se stesso, decide di provarlo. “E che me frega,” borbotta, “poi me lo rivendo usato a 30 euro… tanto vale.”

Nel frattempo, l’amico di sempre lo stuzzica: “Secondo me dopo che lo provi ci ripensi.” Perché a Rocco piace Destiny, e se ha retto quello per mesi, figuriamoci Battlefront con le sue esplosioni fotorealistiche e le trincee lucenti di Tatooine. Però sì, dopo lo stupore iniziale, c’è il rischio che torni sulla mensola.

Il resto della giornata scivola via in silenzio. Solo un saluto rapido, “Buon D”, lanciato come un SMS dimenticato. Forse era “Buon divertimento”, o “Buon destino”, o “Buon decollo della PS4 nuova”. Non lo sapremo mai.

3 dicembre 2015 – Documenti, voli e parcheggi con classe

Il giorno si apre con un’atmosfera carica di attesa e fermento. Il matrimonio si avvicina, e si iniziano a spuntare le ultime caselle della checklist. Una delle più importanti? La carta d’identità di Leonardo. Dopo un lungo periodo di incertezza, il piccolo è finalmente ufficiale: ora può prendere l’aereo, è pronto a volare. “Madonna, se sono emozionato io… pensa lui.” Un traguardo burocratico che sa di viaggio imminente e abbracci all’aeroporto.

Nel frattempo, si parla di logistica come se fosse una campagna militare. Il parcheggio dell’aeroporto diventa tema di dibattito: a Fiumicino qualcuno ha scoperto il servizio valet, quello dove un tipo ti prende la macchina direttamente al terminal e te la riconsegna quando torni. Parcheggio coperto, servizio VIP, 21,60 euro in tutto. Meno di quanto costerebbe parcheggiare in centro per andare al cinema.

Il consiglio si allarga agli altri: “Sandrino, pensaci! Ti sposti senza stress e risparmi.” Il tutto condito da link, tariffe e spiegazioni maniacalmente precise. È l’arte di organizzarsi da adulti, quella in cui il tempo vale più dei soldi, e ogni minuto risparmiato in un parcheggio è un brindisi in più da fare con gli amici.

4 dicembre 2015 – Wii U, Xenoblade e il volo dei maturi

La giornata si apre con una domanda tanto semplice quanto inquietante:
“Custo, che fai? Ti stecca che è sotto?”
La risposta arriva poco dopo, direttamente dalla tazza del custode, che ormai sembra un oracolo di sventura intestinale: ogni volta che si siede, è una tragedia greca. Una situazione da non augurare nemmeno al nemico. Eppure, il mood migliora rapidamente.

È il grande giorno di Xenoblade Chronicles X, e Roberto è in fibrillazione. Ha fatto tutto a puntino: ordinato su Amazon, attivato Prime solo per l’occasione, e programmato l’arrivo esattamente il giorno prima dell’uscita ufficiale. Peccato che, una volta tornato a casa, il pacco non si vede. Inizia allora una caccia al tesoro silenziosa mentre i genitori sono a cena.
Quando finalmente chiede a Luisa con fare casuale, lei lo guarda e, con l’aria di chi sa ma non svela, gli consegna il pacchetto nascosto. Trionfo! Ma… non l’ha neanche aperto. Lo contempla, lo accarezza, ma lo lascia chiuso nel cellophane, ancora una volta. “Annaggia a me,” sospira.

Nel frattempo, Sandrino invidia con eleganza: “Mi piacerebbe tanto giocarci, ma non mi posso comprare una Wii U, porca puttana.” Però approva l’abbonamento a Prime, che secondo lui è stato uno dei migliori acquisti della sua vita, subito dopo il Telepass.

In mezzo a questi scambi, emerge anche la filosofia del premio consolatorio: Roberto si consola per lo stress del matrimonio con il suo videogioco atteso da anni. “Era il momento, cazzo,” dice. E anche se non lo ha ancora sbollato, solo averlo in casa lo fa sentire un po’ meglio.

Intanto si respira aria di partenza. Sandrino si lascia andare a uno slancio poetico: non vede l’ora di passare tre giorni con gli amici, tra abbracci, amaro del capo, fotografie e sorrisi. Un toccasana dopo settimane a mille. E ammette, con un certo sollievo, di non invidiare chi ha scelto il pulmino a otto posti con cane incluso.
Rocco, dal canto suo, approva la scelta dell’aereo e rilancia: “Ma che siamo ancora ai viaggi da gita scolastica? Abbiamo quarant’anni!”

L’applauso di Veronica chiude il dibattito: “Bravo, Rocco. Discorso maturo.”
E Rocco si gode anche un benefit inaspettato: il salottino baby dell’Alitalia, dove potrà guardare Masha e Orso disteso su un divano mentre Leonardo gioca. Il sogno dell’adulto con figli: comodità, cartoni e pace.

Nel frattempo, la tensione del custode è palpabile, ma si nasconde dietro al tono scherzoso. Tutto è pronto, o quasi. Anche se ogni messaggio sembra dirlo tra le righe: “Spero che vada tutto bene. Spero di farcela.”

5 dicembre 2015 – Tra droni, babysitter e pulmini dell’orrore

La giornata parte con il countdown: il matrimonio è alle porte. Il custode annuncia con fierezza che Leonardo avrà babysitter e animazione, così i genitori possono rilassarsi. Oppure, come suggerisce lui con malizia, unirsi direttamente ai giochi. “Ma questo è un problema tuo e di Margherita,” sorride rivolgendosi a Rocco.

Intanto scoppia il caos attorno al fraintendimento più assurdo della settimana: il sito delle babysitter era… BabyEscort. Una gaffe che fa inorridire anche l’autore. Luisa ha risolto, ma ora tutti si aspettano animatrici racchie ma professionali.

La discussione poi vira sulla grande diaspora dei testimoni. Alcuni scenderanno in aereo con auto a noleggio, altri si sono imbarcati nell’impresa del pulmino da otto posti con cane al seguito. Sandrino e Rocco non ci stanno: “Abbiamo quarant’anni, che stiamo ancora a fa’ le gite scolastiche?”
La parola d’ordine è: comodità. E se costa di più, pazienza: si lavora per questo.

Nel frattempo, Sandrino riflette sul suo Alienware: c’è un possibile acquirente a 950€, e lui tentenna. Anche Dronino è stato venduto, e il custode è malinconico: finirà a Sereno Variabile o, chissà, in un documentario con Alberto Angela. Un addio con un certo peso affettivo.

La serata si chiude tra ultimi dettagli organizzativi. C’è chi non sa dove cenare, chi cerca passaggi dalla stazione, e chi – come sempre – fa confusione sugli orari. Ma una cosa è certa: ci saranno abbracci, ci sarà festa, e chi arriva avrà tutto pronto. O quasi.

6 dicembre 2015 – Tra voli, confessioni e PS4

La mattinata di Custode si apre con un imprevisto teatrale: comaggio in camera, grida Luisa, ma il pericolo si rivela solo una suggestione scenica. Intanto, lui corre come un pazzo per arrivare puntuale all’aeroporto: è lì dalle 8:40 ad aspettare le cugine, perse tra voli da Bologna e arrivi infiniti. Dopo essersi confessato il giorno prima, trattiene le imprecazioni per la frustrazione, resistendo con una forza quasi sovrannaturale.

Rocchino, sempre premuroso, gli suggerisce di controllare i voli dal gate e contattare le cugine. Ma tutto resta sospeso in un’attesa glaciale, come il freddo che si sente dal finestrino.


7 dicembre 2015 – Gli sposi accelerano

Cambio di programma: i testimoni si ritroveranno direttamente ad Amantea, mentre il gruppo ristretto si muove veloce. L’addio al celibato si avvicina, ma la logistica impone scelte drastiche.


10 dicembre 2015 – Pratoni, tribunali e Playstation

Alle 6 del mattino, Rocchino è già sui Pratoni del Vivaro, in viaggio verso Perugia per una lezione all’Onaosi, collegio per orfani di medici. L’entusiasmo è sottozero, proprio come la temperatura.

Nel frattempo, Roberto è a Paola con Luisa, diretti verso un centro commerciale per comprare pensierini per i parenti. Ma qualcosa gli rode: la bici nuova ha le camere d’aria, non il lattice! Una rivelazione che lo libera da paranoie da foratura… e lo riporta con nostalgia alla sua vecchia Legnano.

In parallelo, scatta la follia Playstation: inizia la ricerca spasmodica della versione “con lo sciassicci”, tra offerte da volantino, commessi disinformati e bundle con Uncharted e God of War. Roberto ci crede, ma Sandrino lo richiama all’ordine: con 70 euro vuoi la stampante e la PS4? “Ma che c’hai, 40 anni?”, sbotta.

Rocchino rincara la dose, svelando i retroscena tecnici degli chassis A, B e C, e raccomandando di aspettare i bundle natalizi. Custode intanto minaccia di prendersi la Wii U con Xenoblade.


11 dicembre 2015 – Vecchietti e viaggi a Genova

Dopo il gelo di Perugia e lo scontro con la sbarra del telepass (dimenticato nella 500L), Rocchino racconta una scena surreale: fuori di casa viene fermato da un vecchietto ficcanaso in pieno stile Aldo Giovanni e Giacomo, che lo interroga su nome, sposa, parenti, piano della casa e persino sullo zio Sconosciuto. Un vero interrogatorio da agente segreto del paese.

La giornata si chiude con una domanda seria: consulenze a Genova due volte al mese. Meglio treno o aereo? Sandrino è chiamato a dare il verdetto.


12 dicembre 2015 – Il sole, la bici e la pioggia in agguato

Custode è euforico: esce, guarda la bici, frena per far passare due passanti (“non li posso mettere sotto, mi pare brutto”) e si gode il sole. Ma minaccia: se domani piove, saranno bestemmie da non voler sentire.


14 dicembre 2015 – Mal di gola e mensole perforate

Il ritorno al lavoro è doloroso. Mal di gola, gambe a pezzi e il rimpianto per l’indoor cycling che, in confronto alla vera bici, pare una barzelletta. Come se non bastasse, la sera tocca portare Luisa a una mediazione a Cosenza, mentre spera di passare al GameStop a chiedere… dello chassis.

Il nuovo divano è in arrivo, ma il tempismo è demenziale: lo consegnano proprio il giorno in cui lui non è a casa. A montarlo penseranno Luisa e il suocero.

La ciliegina? Il debutto con il trapano, per montare le mensole. Tra ansie da cavi elettrici, tubi e corrente, riesce nell’impresa senza trafiggersi o devastare la casa. “Siate gioiosi”, esclama, ancora incredulo.


15 dicembre 2015 – Il re dei Ninnoli

Il re dei Ninnoli si presenta al gruppo: Roberto ammette che la casa è piena di oggetti di Luisa, ma ha deciso di colonizzarla lentamente con più nerdate. Intanto si discute del prossimo appuntamento con Guerre Stellari, da vedere quando la sala sarà mezza vuota e piena di nerd come si deve.


16 dicembre 2015 – Matrimonio lampo

La giornata comincia con mani congelate e un colpo di scena: la sorella di Rocchino si sposa. Lo chiama alle 9:40 per dirgli che alle 12 sarà al Comune. Nozze flash, solo i fratelli presenti. Una cerimonia intima, legale e strategica: il marito è un ricco albergatore di San Felice Circeo, e sposarsi garantisce certezze economiche al figlio Edrian.


17 dicembre 2015 – Dove siete finiti?

Roberto si lamenta dell’assenza dei testimoni. Sandrino sparito, Rocco lento a rispondere. Ma tutto ha una spiegazione: influenza, lavoro, palestra e troppe chat da leggere. Roberto si sfoga: 280 messaggi da recuperare sono troppi pure per lui.

In conclusione, si torna su Guerre Stellari. Chi l’ha visto? Nessuno. E via con i saluti e la tv accesa: Chef Cannavacciuolo è in onda, mica si può perdere.

18 dicembre 2015 – Sorrisi, sciroppi e Playstation in standby

Il custode si sveglia insolitamente felice, imbottito di sciroppo e spray per la gola, con la sciarpetta stretta al collo. Malato ma solare. La PS4 è ancora ferma sulla parete attrezzata, impolverata, mai accesa. Il problema? Manca una ciabatta elettrica. E anche il tempo. Forse nel weekend ci sarà modo di creare finalmente l’account e iniziare la nuova vita da gamer next-gen.

Sandrino risorge dalle nebbie: si scopre che viaggia ogni giorno in treno e non osa lasciare vocali sulla metro per evitare di sembrare un pazzo. Intanto confessa di essere agli sgoccioli con le forze, ma almeno le ferie sono vicine. Nelle pause gioca su 3DS a Fire Emblem, già 15 ore di strategia giapponese in tasca.

Rocchino aggiorna: dronino è stato venduto. Una separazione dolorosa, come lasciare un figlio con quattro eliche. In tv, Cannavacciuolo domina Masterchef, con la sua simpatia, la moglie strafiga e le storie strappalacrime. È lo chef, il coach e il filosofo che tutti vorrebbero. Mentre Roberto piange a letto per colpa dei montaggi televisivi, Rocco si consola con Fallout, chiudendo tutti i possibili finali. “Altro che Mass Effect 3”, commenta, “queste sì che sono scelte”.

In chiusura di giornata, si torna a parlare di Capodanno: gruppo ristretto, cena fatta in casa, relax, niente caos. L’idea piace a tutti.


20 dicembre 2015 – Spalla rotta, rabbia viva

La notizia esplode nel gruppo: Sandrino è stato investito. Una spalla distrutta, il Garmin in pezzi, il coglione che l’ha urtato se n’è andato. Rocco e Roberto si infuriano. “Ma davanti a Final Fantasy, cazzo! E poi in doppia fila? Ma che stavi a fa’?”

Roberto, febbricitante e con la tosse, rosica: la giornata era perfetta per un giro in bici, ma il corpo lo tradisce. E la mente torna al suo vecchio incidente, con il manubrio sfiorato da un’auto. “Un pelo in più e non ero qui a raccontarla”.


21 dicembre 2015 – Tosse, bestemmie e Masterchef

Il custode tossisce ancora. “Forse sarà per sempre”, mugugna. La bici resta in garage, la PS4 ancora nel suo scatolo. Si confessa: il turpiloquio è diventato una seconda lingua. Dopo il matrimonio aveva cercato di smettere, ma il richiamo del “porco” era troppo forte. Rocco ride, ma approva: bisogna contenersi.

Intanto, Luisa e Roberto si commuovono davanti a Masterchef. La nuova formula con Cannavacciuolo “funziona alla grande”, un mix perfetto di cuore e cucina.


22 dicembre 2015 – Saldi, ferie e lo scatolo

Mancano due giorni a Natale. Il custode sogna ferie ma non sa dove andare. Sandrino, che ora ha una PS4 mai accesa, riflette sul saldo Steam. “Ho tutto. Ma il solo fatto che ci siano gli sconti… brucia dentro.”

Rocco lo prende in giro, ma lui insiste: “Ho bisogno di una giornata in isolamento, in mutande, col pisello di fuori e la console accesa.”

Giornata piena per Roberto: consulenza a Roma, pranzo con Margherita, regalo di Natale da prendere, riunione serale. A mezzanotte è ancora in macchina.

La discussione più accesa? “Scatolo o scatola?”. Nasce un dibattito linguistico che spazia dai dialetti calabresi agli stipi degli armadi. Roberto si interroga, Rocco lo sfotte, ma alla fine è Sandrino a sciogliere il mistero: “Scatolo è solo dialettale.” Fine del tormentone.


23 dicembre 2015 – Swarovski, PS4 e code surreali

Il custode entra in modalità Babbo Natale. Si sente in colpa per aver speso 300 euro per la PS4 e decide di compensare con un regalo importante per Luisa. Due le passioni da soddisfare: scarpe e Swarovski. Si aggira tra le gioiellerie, ma trova file assurde ovunque, peggio del Black Friday. “Ma siamo in Calabria o in via Condotti?”, esclama. Alla fine rinuncia: non riesce nemmeno a uscire dal negozio senza fare la fila.

Nel frattempo, arriva la conferma: “Scatolo è effettivamente una forma dialettale.” Il cerchio si chiude.

24 dicembre 2015 – Il brindisi, il carcere e la PS4

La Vigilia si apre con un’entrata teatrale: Babbo Custode augura a tutti buona giornata, mentre Sandrino è già partito per mete più miti e Rocchino si sacrifica al lavoro. Ma la vera chicca arriva da un bar di fiducia: il barista, tra un discorso sul Natale e uno sulle aperture festive, rivela di aver fatto due anni di carcere. Nessun dettaglio, solo il mistero e l’amara riflessione che gli altri, una volta usciti, guidano macchinoni, mentre lui tira avanti con cappuccini e cornetti.

Nel frattempo Sandrino, in perfetto clima natalizio, si dedica a The Witcher 3, lamentando un’amicizia PlayStation non ancora accettata da Rocco. Che però risponde con tenerezza e colpa: ha avuto una settimana piena e ora si consola con Leonardo e Ciccio tra una colazione e un caffettino.

In serata, Roberto nota che al cinema Augustus danno Orso, amici per sempre. E non resiste.


25 dicembre 2015 – Sbronze, segreti e follie da ufficio

Il Natale si apre con una confessione agghiacciante: la Vigilia, in ufficio, Roberto ha alzato il gomito in modo indecente. Tutto inizia con un brindisi innocente, due bottiglie di Berlucchi stappate con un trapano elettrico, un crescendo di euforia e Berlucchi a fiumi. Verso l’una e mezza, Marcello collassa sulla sedia, e Roberto vomita senza sosta fino alle quattro del pomeriggio. Finisce riportato a casa da Mimmo, distrutto.

Luisa non deve sapere nulla.

Nel delirio natalizio, spunta anche un aneddoto su Marcello che, tra un bicchiere e l’altro, tenta invano di chiamare tre escort di Scalea. Nessuna risponde. Meno male.

Non finisce qui: Marcello ha una “frequentazione” cosentina che invia foto spinte e ha proposto una cosa a tre con un’altra escort per Natale. Il suo ragazzo ha rifiutato. Lei ha proposto: “Lo faccio io con te e lei”. Marcello è un degenerato. Roberto? Inorridito… ma un po’ invidioso.

Nel frattempo, Sandrino si gode gli auguri natalizi da Roberto, ateo ma con un’anima festaiola ben radicata, e apprende con orrore la definizione della “mossa del cigno calante” direttamente dalla goliardia velletrana. Rocco, invece, spera solo che in mezzo a tutto questo Marcello non abbia risposto a clienti aziendali con insulti.


28 dicembre 2015 – Nerdismi e capodanni al risparmio

Roberto commenta con entusiasmo la build del nuovo PC di Dado: memoria cazzuta, scheda video equilibrata, e niente lettore ottico perché “tanto non lo uso mai”. Sottolinea che a metà anno usciranno le nuove GPU a 14nm e che Dado ha fatto benissimo a non buttare soldi adesso.

Poi tocca al Mi Band di Xiaomi, l’accessorio da 14 euro che fa (quasi) le stesse cose di un Apple Watch: traccia il sonno, vibra, sveglia e non costa un cazzo. Margherita lo adora, perché la sveglia non rompe più l’anima alle cinque di mattina.

Nel frattempo, il gruppo si scontra su come organizzare Capodanno. C’è chi propone di comprare già pronto dal Curvone (25 euro tutto incluso, tiramisù compreso), ma Franca e Vale sono contrari per “principio ebraico”. Veronica li odia. Roberto è furente: “Ma che cazzo, è Capodanno!”. Alla fine si opta per una quota comune e un “ognuno porti qualcosa”, senza dover cucinare per ore. Rocco e Luisa confermano con entusiasmo.


29 dicembre 2015 – Star Wars, nostalgia e vibrazioni da polso

Sandrino accompagna Leonardo al nido e riflette amaramente sulle dinamiche del gruppo: sembrano fossilizzati ai rituali di vent’anni fa, pieni di formalismi, indecisioni e giri di parole.

In serata, tutti a vedere Star Wars – Il risveglio della Forza. Sandrino lo trova piacevole ma palesemente una copia di Una nuova speranza, con il cattivo che, una volta tolta la maschera, ha la faccia da cazzo e le orecchie di Dumbo. Il 3D, poi, viene definito “una merda totale”: schermo scuro, colori impastati, esperienza da evitare come la peste.

Intanto, Sandrino racconta entusiasta del Mi Band: monitora il sonno, vibra in base al ciclo REM, sveglia silenziosa, notifiche selezionabili, 40 giorni di autonomia. E costa 14 euro. “Il futuro!”, urla, mentre ordina cinturini colorati da checca.


30 dicembre 2015 – Cellulari nel cesso e Star Wars 2: la vendetta

Roberto apre la giornata con il racconto tragicomico del cellulare gettato nel cesso, della SIM sbagliata e del taglio a rischio di combustione. Finalmente torna online, pronto a chiudere l’anno.

Tornando a Star Wars, tutti concordano: trama identica, scene ricalcate, cattivo debole. Ma alla fine il film diverte, e tanto basta.

Infine, Veronica osserva Rocco con occhi sognanti: “Il custode è il più intelligente dei tre”. Lui si scioglie. E chiude l’anno tra un’agenda nerd, un activity tracker, una PlayStation finalmente accesa e la solita, incrollabile, goliardia del gruppo.