Marzo 2015: “Bestemmie, centraline e crostatine: cronache di sopravvivenza moderna”

Marzo 2015 è stato un mese pieno di voci, battute, sfoghi e momenti surreali, vissuti e condivisi tra amici come in una chat di gruppo aperta h24.

Tra sveglie anticipate da dita negli occhi, crostatine al cioccolato, Porsche “sicuramente GPL”, rimappature di centraline e misteriosi calzini scomparsi nel nulla, si alternano giornate di ordinaria follia, affetto e sarcasmo.

In sottofondo, sempre presenti: Equitalia, Cruciani, l’odio per Ligabue, e una buona dose di bestemmie terapeutiche.

Eppure, in mezzo a tutto, emergono riflessioni vere: sulla paternità, sui sogni nerd, sul lavoro che cambia, sui casini della vita…

Il tono resta leggero, ma ogni voce lascia il segno. Questo è marzo: sincero, cazzaro, affollato e affettuoso


Il caricabatterie dimenticato e la missione verso Scalea

21 Marzo 2015

Custode era sul punto di sedersi a tavola quando il telefono squillò.
Mimmo. Ore 20:30.
Un orario in cui o sei morto, o stai per dire qualcosa di veramente importante.

«È una tragedia!» urlò Mimmo, col fiatone di chi ha appena perso l’anima.

“Oddio, è esploso l’ufficio,” pensò Custode, con una forchetta a mezz’aria.

…non era esploso nulla.
Mimmo aveva semplicemente dimenticato il caricabatterie del suo iPhone 6 in ufficio.
Partiva il giorno dopo per una settimana, senza cavo. Il dramma.

Aveva già provato a chiamare mezzo mondo, ma nessuno aveva un caricabatterie Apple.
«Eh grazie al cazzo!» sbottò Custode, «Con Android ti bastava un caricatore da benzinaio. Ma tu no, dovevi fare il figo.»

E ora toccava a lui, che aveva le chiavi dell’ufficio, uscire a consegnargliele “a metà strada”, tipo spacciatore di corrente.
Mimmo, nel frattempo, si dirigeva verso Scalea, in missione per recuperare il Santo Cavo.

“Porco il Signore, re dell’universo… io sono un coglione. Perso” concluse Custode, con la solennità di un profeta sfiancato.


22 Marzo 2015

La mattina dopo, mentre molti affrontavano la domenica con calma e caffè,
Custode rimuginava sul fatto che Mimmo avrebbe potuto semplicemente comprarselo un caricatore.
“Cioè, va da De’Aaroni, ne prende uno, ha risolto. Invece no, si fa la trasversale per Scalea. Mah.”

La giornata si concluse da Davis, pizzeria ormai battezzata quartier generale delle riflessioni profonde. C’erano premesse interessanti, anche se il sonno stava demolendo Rokko.

La mattina successiva fu ancora più traumatica: Leonardo, l’aspirante campione di arti marziali di due anni e mezzo, si era specializzato in “risvegli traumatici”.

Quella volta usò la “capocciata sul sopracciglio”.
Rokko, con un occhio gonfio, dichiarò ufficialmente la camera da letto zona di guerra. Fight Club, capitolo uno.


23 Marzo 2015

Custode iniziò la giornata registrando Captain America: The Winter Soldier su My Sky.
“Vediamo se è davvero sto capolavoro di cui parlano tutti.”

Poi passò a Noah, pur consapevole fosse una “cagata immonda”.
“Carter Husser… no, come cazzo si chiama? Boh.”
Il nome era sfuggito, ma il giudizio era già definitivo.

Come ultimo atto di redenzione registrò un film per Luisa:
una roba con Geppi Gucciaro e Paolo e Chiara. Due comici.
“Forse. Vabbè, tanto per tenerla buona.”

Nel frattempo, fuori dal cinema domestico, Telegram aveva preso il posto di WhatsApp nel gruppo degli amici. Con risultati alterni.

«Allora usiamolo sto Instagram!» propose qualcuno, provocando lo schianto mentale di Sandrino.
«Guida prudente, Sandrino!» consigliò Rocco, noto in tutto il Lazio per la sua fama di perseguitato da Equitalia.

Nel frattempo, Robertino cercava di distinguere tra Instagram e Telegram.
E veniva invitato a scaricare anche Mamma Mia, un’app gastronomico-geolocalizzata,
nonché teatro di strane medaglie virtuali come “Vampiro” ed “Esploratore”.
“Nessuno sa come cazzo funzionano, ma sono bellissime,” giurarono in coro.


Nel frattempo…

  1. Leonardo fissava con sguardo accusatorio.
  2. Telegram era ancora “una cagata”,
  3. Instagram ciucciava la batteria come la Madonna (ma magari ciucciava altro, si sperava).
  4. Sandrino riceveva benedizioni da mezza chat.

E poi c’era Xenoblade.

“Sandrì,” disse Custode con tono da predicatore, “se non ti compri Xenoblade per 3DS, non sei nessuno.”

Seguì un’invettiva di 14 minuti a base di Wii U, robottoni, mappe giganti, e un parallelo mistico con World of Warcraft. Si parlò anche di Xenosaga, Xenogears, e dell’unico vero senso dell’esistenza: “farsi regalare una console per un solo gioco”.

«Se non lo prendi, sei un barbone.»


Infine, il colpo di scena.

Rocchino aveva beccato una multa da 583 euro.
Sconcerto generale.
«Ma che cazzo hai fatto, Rocchì? Hai invaso il Vaticano con un hoverboard?»

Il mistero restò sospeso tra un audio e l’altro.


GPL, calzini scomparsi e scambi degni di Homeland

24 Marzo 2015

La giornata si apre con un classico buongiorno via vocale, condito da confusione mentale e Ligabue a tutto volume.
«Buongiorno amici telegrammosi, non instagrammosi… o forse sì… Sandrino non mi cazziare!»

Nel frattempo, in auto, qualcuno accende la radio e viene investito da una canzone di Ligabue.
Risposta automatica: “Che du’ coglioni!”

Altrove, Custode riceve un messaggio rassicurante:
«No, non ti cazzo mica! Anzi, sono contento che hai usato Mamma Mia e hai messo un sacco di recensioni! Mi hai reso felice!» È l’entusiasmo digitale al suo massimo storico.

Nel frattempo, il tema della giornata si sposta sul McDonald: se ti presenti in pigiama, ti regalano la colazione per un mese. In un attimo, centinaia di adolescenti invadono il locale in flanella.
Un’occasione irripetibile persa: «Se lo facevano ad agosto, era pieno di culotte. E invece solo pigiami tristi. Sei proprio stronzo, McDonald.»

A chiudere la giornata, un’esplosione di frustrazione tecnologica: Telegram non permette di fare foto dirette. Rokko sbotta: «Devo uscì, fa’ la foto, rientrà… ma cristo! Vabbè, non ve la mando più. Mi sono rotto il cazzo. Però un bacione, eh.»


Centraline e videogiochi rubati

25 Marzo 2015

Altro giorno, altro trauma: la prima canzone in auto è ancora Ligabue.
Custode sogna di sterzare contro il guardrail solo per smettere di ascoltarlo.

Nel frattempo, si organizza la logistica per il ritorno a Velletri.
Treni, coincidenze, orari da carcerato in semilibertà. “Fino alle 10 e mezza di sera non arrivo. Quindi non ci vediamo. Però vi penso, eh.”

Intanto, entra in scena un nuovo personaggio misterioso: un tizio in tuta fucsia acceso, pelato, con un giornale sotto braccio, che passeggia sempre sullo stesso tratto di strada.

Custode cerca da giorni di fotografarlo. Fallisce sempre. Il telefono scatta troppo tardi.
Ma la missione continua. “Lo beccherò. Giuro che lo beccherò.”


Nel frattempo, Sandrino annuncia con orgoglio: «È ufficiale, farò rimappare la centralina della mia BMW. Così avrò abbastanza cavalli per non far schifo a Roberto.»

Custode, sconvolto: «Ma davvero? Cioè, 143 cavalli bastano e avanzano.
Ma la porti a quanto? 185? Ti consiglio di non tirarle il collo!»


Il tema della rimappatura diventa centrale. Ne parlano tutti.
E parte la filosofia da meccanico di borgata: «La centralina è il cervello. Se lo tocchi, devi sapere dove metti le mani.»

Si passa alla teoria: il motore è nato per quei cavalli, sì… ma tutto il resto no. Freni, telaio, sospensioni… «La macchina ti regge, ma l’intorno ti esplode.»

Custode tira fuori il caso della Croma 200 cavalli: identica fuori, ma dentro fatta con componenti totalmente diversi. “Persino i bulloni erano di un’altra specie.” Sembrava il racconto di un archeologo Fiat.

Finale degno di nota: «Mi rendo conto di essere sempre più palloso nei miei messaggi.
Dio santo, sparatemi.»


28 Marzo 2015

GOG, la piattaforma per videogiochi retrò, viene violata in amicizia.
«Custoduccio, se mi mandi utente e password, ti svuoto l’account.»

E lui li manda. Con calma.
«Scarica tutto, anche se non so se ti interessano i miei giochi. Non ne ho molti vecchi.»

Errore.

Rokko lo apre e trova Ultima VII Underworld, Witcher 2 e parte la razzia.
«Ti svuoto tutto e poi me ne vado. Ma ti voglio bene, eh.»

Nel frattempo, fuori da Gelato Mania, parcheggiata con nonchalance, c’è una Porsche Cayman S.
“È sicuramente GPL,” dice Rokko con convinzione.
“È il top di gamma,” risponde Custode.
“Il futuro dell’automobile!”
E parte la foto.


29 Marzo 2015

Alle 10:12 (cioè 11:12 per chi ragiona in ora legale) qualcuno apre gli occhi.

“Custoduccio, forse non usciamo stamattina… ma se vuoi passare, siamo felici di vederti.”

Il giorno prima si erano salutati in fretta.
“Per motivi politici urgenti,” specifica una voce femminile fuori campo.

«Margherita è entrata in politica,» annunciano. «Tutto de corsa. Bravissima.»


30 Marzo 2015

Si parte con una canzoncina trash, di quelle che fanno “uns uns”, ma nessuno capisce le parole.
E poi… doppia sfiga.

Custode esce dal lavoro e trova il muso della macchina sfondato.
Un tizio ha fatto manovra e gliel’ha devastata.
Poi, a chiudere il cerchio, una scatola di scarpe in testa.

Risultato:
«Porco il dio. Porca madonnaccia puttana.»

Margherita ride.
“Non per cattiveria, è che quando Custode si fa male, fa ridere. È più forte di me.”


E poi, la tragedia vera: il calzino scomparso.

“Mi sono tolto due calzini seduto sul letto… e uno è sparito.
Controllato sotto, dietro, intorno… nulla.
È finito in un wormhole. Magari è nel buco del…
Niente. Non lo trovo. Il mistero del calzino. Mannaggia a me!”


Lo scambio dell’ostaggio (e altri drammi familiari)

31 Marzo 2015

Rocchino parte per Avezzano: deve osservare lo “scambio dell’ostaggio”.
No, non è un film di spionaggio. È una consulenza familiare. Si osserva come il padre e la madre si passano la bambina.
Un parco, venti minuti di tensione.
Dialoghi inesistenti.
Sguardi da guerra fredda.

“Perché si chiama scambio dell’ostaggio?”
“Perché sembra un episodio di Homeland.”

E Sandrino suggerisce:
«Ci vorrebbero i cecchini. Ma solo per gli avvocati. Quelli rompipalle.»


E mentre uno si veste per andare in palestra, un calzino scompare (sì, un altro).
La teoria del wormhole prende piede.

Intanto in ufficio, Custode è la barzelletta del giorno.
Tra la botta in testa e quella in macchina, i colleghi giurano che se qualcuno gli dà un calcio nel culo, si sfonda il paraurti.


Thomas, il collega tuttofare, lascia il posto.
«Sono triste. Mi aiutava. Ora, da giovedì, sono solo soletto.»


Fine marzo, finisce così: con un calzino perso, una centralina riprogrammata e il dubbio che forse, sotto sotto, tutta questa chat è solo una scusa per sentirsi un po’ meno soli.