Luglio 2015 è un mese che scotta, letteralmente e metaforicamente. Il Custode è prigioniero di turni lavorativi senza fine, inventari eterni e super continuati che promettono gloria ma consegnano solo polvere e stanchezza. Intanto, Sandrino si erge a divinità della connessione internet, muovendo i fili oscuri della Telecom per riportare il Wi-Fi in Calabria. Rocco esplora il mondo delle recensioni gastronomiche con l’entusiasmo di un influencer in erba, tra pizze epiche e locali fantasma che nessuno ha ancora avuto il coraggio di mappare.
Nel frattempo, il gruppo si interroga sull’amicizia, sulle incoerenze umane e sui comportamenti da “ramo secco” da potare senza troppi rimpianti. Tra una critica sociale e una sgasata su punto rimappata, spuntano anche accenni di amori non troppo platonici (“lo sa che sei mio”), concerti di Lady Gaga, scarpe con peluche e nuove campagne di Far Cry 4.
Insomma, un mese vissuto come una bustina di Magic: può contenere momenti comuni, qualche epica, e forse persino una leggendaria.
01 luglio 2015 – I bookmaker della palestra
Il Custode era carico a pallettoni: mancavano solo due giorni alla cena di premiazione della palestra e lui, gonfio di aspettative e carboidrati, già pregustava la gloria. «Venerdì, eh, ho detto venerdì!» tuonava, accusando Rocco di ignorare i suoi messaggi come se fossero notifiche della banca.
Rokko, che invece aveva ascoltato tutto (forse due volte), cercava di riparare: «Scusa, Custo, me s’era intasato il neurone, ma guarda che i bookmaker già ti danno a 7 a 1!». Rocco, nel frattempo, si preparava a un’altra giornata da psico-guerrafondaio nella torrida Roma, con avvocati, genitori e il termometro incollato ai 40 gradi.
Il Custode intanto aggiornava il bollettino ferie: la sua estate si stava trasformando in un lunghissimo luglio lavorativo, con tanto di sabati pomeriggio obbligatori. «Io glieli chiedo, ma non me li danno… me sento moscio come un babà smunto», confessava. I suoi 14 giorni di ferie restavano inaccessibili come le patatine in cima alla dispensa.
Quando Rocco accennava a una possibile visita di passaggio con Margherita, il Custode si faceva serio: «Dimmelo con anticipo, ché io gli metto le ferie al culo!». Insomma, una promessa di evasione c’era, ma come sempre, tra il dire e il prenotare un treno c’è di mezzo la Calabria.
02 luglio 2015 – Rollo Tommasi e recensioni disperate
«Rollo far collo bar collo», diceva qualcuno per rompere il ghiaccio. Il Custode lanciava un quiz da veri cinefili: «Chi era Rollo Tommasi?». Sandrino rispondeva con la solita ironia: «Il fratello accannato di Sara?». In realtà era il cattivo invisibile di L.A. Confidential, ma chi se lo ricordava?
Nel frattempo, mentre Sandrino preparava una cena degna di Cracco per V, il Custode rifletteva su un’altra inquietante verità: Luisa era diventata una drogata di Hell’s Kitchen. «Ieri abbiamo visto la replica di una puntata che avevamo già visto. Perché? Perché?», si disperava, con gli occhi pieni di Cannavacciuolo.
Poi partiva il delirio da app: era ufficiale, il Custode si era ringalluzzito con mammamia! e cercava disperatamente di recensire un bar, le Delizie, che però non compariva. «Ma che cazzo… posso recensire un posto che non esiste?». La risposta era no. Solo i locali indicizzati su Foursquare.
E allora giù a testare la pizzeria Agape. Finalmente una recensione spedita, ma priva di dettagli. «Non ho nemmeno scritto com’era fatta la pizza… che coglione», si rimproverava. Però aveva ottenuto il suo primo badge, e con quello il diritto di lamentarsi di bug e glitch. Un piccolo passo per un uomo, un grande sfogo per il custode.
03 Luglio 2015
Il Custode era ufficialmente entrato nella fase “recensore seriale”. Dopo il primo badge guadagnato con la recensione della pizza Katisan, si sentiva come un esploratore gastronomico in missione. Il problema era che il Chuck Bar, il tempio dei cornetti vicino Diamante, sembrava non esistere. Una leggenda urbana. Un miraggio da colazione.
Rocco, intanto, era perplesso: “Ma com’è che non compare su Foursquare? Forse in Calabria i bar non li registrano… magari sono creature mitologiche”. Veronica, stanca di essere la factotum dell’app, rivendicava i suoi meriti per Alessandro e ironizzava sul fatto che il Custode parlasse di “percentuali di guadagno”. “Quel tuo 0,0001% te lo scordi, se c’è una che lavora davvero per la causa, quella sono io!”
Il Custode, a sua volta, ribadiva il suo limite esistenziale: non poteva fare tutto. “Vorrei tanto essere donna e bella”, confessava in un raro momento di poesia post-pasticceria.
04 Luglio 2015
Fu il giorno in cui Rocco, scherzando, si autoproclamò “il dimenticato”. Avrebbe avuto un ruolo perfetto in un film fantasy, magari come cavaliere errante con sindrome dell’abbandono.
Il Chuck Bar però, forse, non era del tutto svanito nel nulla. Custode, guidando nei pressi di Diamante, si ricordò che tempo prima, cliccando su “punti di interesse”, il bar compariva. “Te guarda, ci sta il Chuck Bar!”, aveva esclamato allora, salvo poi dimenticarsene come succede con tutte le buone intenzioni.
Ora, ringalluzzito dagli stimoli del gruppo, era deciso: avrebbe inserito il locale su Foursquare. “Lo farò appena ho due minuti liberi. Non adesso, sto in macchina, sono lento… ma lo farò.”
Chiudeva con un pensiero rivolto a Veronica: “Non posso fare tutte le cose che fai tu per Alessandro… ma credimi, vorrei tanto. Ah, se fossi donna e bella.”
7 luglio 2015 – Il super continuato e le recensioni mai scritte
La giornata si aprì con un buongiorno sobrio e istituzionale: “Buongiorno amici delle porno star”, disse Roberto, con l’eleganza che lo contraddistingueva da sempre. Sandrino, però, lo corresse subito: “Buongiorno al nostro Chierichetto, quello che non le guarda manco per sbaglio, che poi mi fa pure pensare: ma Roberto… sarà frocio?”.
Nel frattempo, da qualche parte tra la Sila e l’inferno dell’inventario aziendale, il Custode apprendeva con orrore che Rocco aveva conquistato il badge “Esploratore” sulla loro app. “Se metti una recensione su un posto nuovo, te lo vinci pure tu”, lo informò Sandrino con un tono tra il didattico e lo sfottò. Ma Roberto non era nella posizione mentale per esplorazioni e allegria: “La mancanza di internet e la vita di coppia m’hanno privato delle mie gioie più intime… cioè, quelle da seduta al cesso. Che poi manco c’ho la privacy, ecco perché Valentina Nappi mi è sfuggita… niente, badge frocio per me.”
Mentre Rocco chiedeva con impazienza la recensione sulla “salsiccia” di Valentina, qualcuno rincarava la dose con “ma pure cetrioli e zucchine”, e qualcun altro — forse Sandrino — dichiarava senza mezzi termini: “Guarda, la prossima volta che vengo a casa tua, col cazzo che uso il tuo bagno. Voglio un bagno certificato, tipo sopra, sotto, dal vicino… ma non quel loculo lì”.
“Se venite, disinfetto tutto con l’acido”, promise Roberto con finta serietà. “Ho pure lo spazzolone professionale, che vi credete voi?”
Ma quella, ahimè, era anche la giornata del famigerato Super Continuato, ovvero: lavoro dalle 9 del mattino alle 9 di sera, “perché oggi dobbiamo fare l’inventario completo del magazzino”. “Mannaggia,” disse Roberto con la voce di chi sa che gli stanno per rubare l’anima. “Mannaggia a qualcosa, ma non so bene a cosa.”
“Ma ti pagano di più?” domandò Sandrino, con l’ingenuità di un personaggio di Miyazaki.
“Ah, no?” rispose Rocco. “Allora non è il Super Turno… è la Super Inculata.”
La giornata proseguì e Roberto tornò con l’amaro in bocca e un portafoglio vuoto: “Il Super Continuato è saltato, ma non per colpa mia: il mio responsabile Simone era troppo incastrato nel suo ufficio, quindi tutto rimandato a domani.” Traduzione: un’ora e mezza di lavoro in più oggi per niente, e domani di nuovo l’inferno. “La doppia inculatura con salto carpiato,” sentenziò.
“Che palle, Custo,” replicò Sandrino, sempre più perplesso. “Ma davvero non ti pagano manco gli straordinari? Non c’è scritto da nessuna parte sul contratto ‘sta roba?”
E con questa riflessione sindacale chiudevano il 7 luglio, tra porno star dimenticate, bagni contaminati, badge ambiti e turni infiniti. Ma soprattutto, una domanda aleggiava nell’aria calabra: chi cazzo è Simone e perché rovina sempre tutto?
08 luglio 2015 – Robbie Williams e Radio Incazzate
Sandrino, ormai esperto in contratti opachi e incazzature programmate, si mostrava solidale con il Custode, ormai convinto che gli straordinari fossero solo una leggenda sindacale. «Dicono: “Ringrazia che il lavoro c’è.” Ma io la merendina delle cinque me la porto lo stesso.»
Basta lamentele, però: in serata lo attendeva una nuova pizzeria in cima a Guardia, “Il Valdè”. Lì avrebbe scritto una recensione per “mammamia!”, l’app della verità culinaria.
Nel frattempo, Rocco si stava ancora riprendendo dall’esperienza mistica del concerto di Robbie Williams. «Non sono fan, ma sul palco è un animale. Ha fatto cantare una morena dal pubblico! Una quantità di gnagna allucinante.»
Nel mentre, Sandrino sfogava l’odio per le radio italiane: «O c’è Ligabue o c’è Jovanotti. Tutti i cazzo di giorni. Una roba da bestemmie a circuito continuo.»
Margherita e Sandrino avevano pure iniziato a dividere le spese del gelato, sintomo che l’estate era ufficialmente cominciata.
09 luglio 2015 – Don Mauro, rami secchi e la vendetta di Foursquare
La giornata cominciò con un’invocazione a Lovecraft: Roberto aveva finalmente iniziato “True Detective”, ma tra chiavette piene e stagioni slegate, era ancora in cerca della retta via.
Poi raccontò l’incontro inaspettato con Don Mauro. Il parroco l’aveva salutato come si fa con i fantasmi: con lo sguardo, ma senza anima. Roberto ci era rimasto male. «Era come se avessi incontrato uno che non vuoi incontrare. Mi ha trattato come un volantino pubblicitario del Carrefour.»
Sandrino, maestro di realismo affettivo, lo consolava: «Robè, non si può essere amici di tutti. E smettila di giustificare la merda.»
Si passava così al gossip infuocato: il caso Paolo e Frenk. Dopo che Frenk aveva accusato Paolo di voler oscurare il compleanno del figlio con una cena, Paolo aveva abbozzato. Grave errore secondo Sandrino, che lanciava anatemi contro lo status quo del gruppo.
Roberto annuiva: «Sto cercando di essere più diretto. Basta “sì ma”, d’ora in poi: è una cazzata? Lo dico. È un coglione? Lo dico.»
Alla fine, mentre passava davanti al solito bar e rifletteva sul collega Marcello che ancora lo chiamava “collaboratore”, chiudeva il discorso con filosofia: «Forse mi aspetto troppo dalle persone. Devo essere più acido. Fanculo a chi mi sta antipatico.»
Nel frattempo, il ristorante Valdè non compariva su Foursquare, quindi non su mammamia. Roberto era pronto a intervenire manualmente. Ma la tecnologia non era dalla sua.
«Il motore di ricerca trova solo a 50 km dal punto d’interesse», diceva Sandrino. «Dai, prova lo stesso.»
Mentre la giornata si chiudeva, si parlava anche del signor Guglielmetti, vicino sgradito, e di Rino, il barista amico, che chiedeva sempre di loro. Un piccolo spiraglio di affetto tra una bestemmia e un badge.
10 luglio 2015 – Sabbia, sudore e climatizzatori
Il Custode si svegliò esausto e incollato al materasso, in un bagno di sudore che avrebbe sciolto anche le tende di amianto. «Mamma mia che cazzo di caldo che fa qua!» fu il buongiorno più democratico che riuscì a offrire.
Dall’altra parte del globo (cioè Roma), Sandrino rispondeva glaciale: «Qua fa così fresco che le persiane si sono sciolte da sole. Tiè.»
Nel frattempo, proseguivano le indagini su “Operazione Telefono Inesistente”, una saga ormai degna di X-Files. Pare che, grazie ai contatti di Sandrino — o a qualche patto col demonio — un tecnico della telecom avesse preso in mano il caso come fosse una spy story. Si vociferava persino che Luisa fosse stata contattata direttamente per “una soluzione”. Custo si chiedeva con ammirazione: «Ma chi s’è inculato Sandrino per ottenere ‘sta roba?!»
Intanto Rocco si preparava al suo personale esorcismo climatico: «Oggi pomeriggio vado da Euronics e mi compro un climatizzatore. Basta, non si può più vivere così.»
Il Custode chiudeva la giornata come solo lui sa fare: distrutto, sudato e polveroso dopo il famigerato “Super Continuato”. Seduto sulla tazza del cesso, meditando sulla vita, si accorse che neanche l’orgoglio maschile rispondeva più ai comandi. «Sandrino, ho bisogno che tu conii il termine: custose blackout.»
Meno male che c’era il porta-scroto.
11 luglio 2015 – Cene, chiodi e scroti in equilibrio
La giornata iniziò con un sereno «buongiorno» che sapeva di post-sbornia e digestione rallentata. Rocco era già in viaggio verso Roma, pronto a sfidare il traffico mattutino. «Ce la farò!» diceva con l’ottimismo di un eroe tragico.
Nel frattempo, ricordava al Custode che la vita di coppia è un loop di cene familiari. «Cerca qualcosa da condividere con loro. Se no ti appendi lo scroto a un chiodo e inizi a dare testate, sperando di colpire l’uno o l’altro.»
Il Custode, toccato da tanta poesia, rispondeva: «Sì, lo so, lo so, faccio scena. Ma ieri ho mangiato da Dio, linguine allo scoglio, amaro del capo, relax totale. Quindi alla fine, è andata pure bene.»
Aveva però un piccolo sassolino nella scarpa — o meglio, una cipolla sotto la lingua. «L’altra sera al Valdè eravamo in trenta, una roba da matrimonio. La pizza? Fantastica. Salsiccia fresca e cipolla. Ma ce l’hanno servita a mezzanotte. E io, che ero morto de fame e di sonno, stavo per mangiarmi i tovaglioli.»
Chiudeva con: «Mo’ vado a fa’ la spesa.» Perché dopo le notti da rockstar, c’è sempre un sabato da casalingo.
13 luglio 2015 – Tovaglioli misteriosi e custodi insonni
La settimana cominciò con un buongiorno sussurrato e assonnato da parte del Custode, che pareva essersi svegliato direttamente in una nebbia post-apocalittica. Rocchino lo colse in castagna con una delle sue verità universali: «Tu dici il vero, fratello.»
Nel frattempo, sempre il Custode, armato di curiosità e spirito pionieristico, si spinse fino all’Idol e scoprì un nuovo oggetto mistico: i tovagliolini Frotto. No, non era una carta di Yu-Gi-Oh né una pozione di Harry Potter. Erano proprio tovaglioli. Ma con quel nome sembravano capaci di evocare tempeste o evocare draghi.
14 luglio 2015 – Lavaggi maledetti e balli da vignarolo
Roberto decise che era giunto il momento. Lavò l’auto. Ma come ogni rito blasfemo contro il destino, anche stavolta il cielo si vendicò. Dopo un mese e mezzo di deserto sahariano, nella notte si scatenò il monsone. «Stamattina la macchina è di nuovo una merda», tuonò Roberto. «A chi devo bestemmiare oggi? A Buddha? Al Dalai Lama?»
Sandrino, con il tono del nonno zen, lo ammonì: «Robertino, sembri uno di quei vignaroli che dà il ramato e poi bestemmia il tempo. Calmati. Controlla le previsioni, la prossima volta.»
Ma Roberto non demordeva: «Sono un ramatore! Super, super!»
15 luglio 2015 – Amazon Prime, concerti, e scarpe fetish
Il buongiorno arrivò sotto forma di grido di battaglia: «Che ci compriamo su Amazon Prime?!?» chiese Sandrino, già in cerca di gadget futuristici o almeno inutili.
Nel frattempo, in un angolo remoto del mondo civilizzato, Rocchino ordinava segretamente qualcosa con Andrea, ignorando che Sandrino li stava già spiando spiritualmente. Nel mentre, il Custode ringraziava tutti… dalla tazza del cesso. «Non so se si sente l’eco», precisò educatamente.
Poi fu la volta delle rivelazioni mistico-commerciali. Il Custode, reduce da un super turno lavorativo, annunciava con orgoglio: «Ci sono arrivate le scarpe di Batman! Quelle con le code di peluche! Quelle con le borchie fetish!» Ma, come sempre, si vendevano solo all’estero. Gli italiani non erano ancora pronti per il fashion estremo.
La giornata proseguì tra sarcasmi e indagini sociologiche su Lady Gaga. Rocco osservava: «Ma da quando i suoi concerti sono pieni di froci?!» Per poi rettificare subito: «È per studio! Umano, sociologico, ovviamente.»
Nel frattempo, il dramma professionale tornava ad abbattersi su Rocchino. «Penso che mi vogliano fare le scarpe. Letteralmente. Mi stanno inchiappettando da tutte le direzioni per prendersi il mio posto.»
Il Custode, solidale ma schietto, rispose con un’invettiva epica degna di Braveheart: «Usa il tuo cazzo di quoziente intellettivo che ho sempre invidiato! Mettilo al culo a questi!»
16 luglio 2015 – Giornate lunghe e concerti raccontati a metà
Il 16 fu una giornata lunga come una maratona in infradito.
Il Custode, ancora incrostato di polvere e stanchezza, salutò tutti con una «buonasera» stanca, mentre tornava a casa. Sandrino, attento cronista del quotidiano, domandò con voce preoccupata: «Hai finito di lavorare alle otto e mezza, per caso?»
Ma tutti, in fondo, aspettavano solo una cosa: il resoconto del concerto di Lady Gaga. «Sandrino, raccontaci tutto!» chiesero in coro. Ma la risposta si faceva attendere, come la Madonna a Lourdes.
17 luglio 2015 – Annie Lennox a manetta
Il venerdì partì col botto. O meglio, con Annie Lennox a palla nelle orecchie del Custode. Nessun buongiorno sdolcinato, nessun aneddoto familiare. Solo la voce potente della Lennox a svegliare il gruppo, tipo tromba da battaglia. Il Custode si era svegliato rock, e si sentiva.
20 luglio 2015 – Il silenzio degli amici e le bombole della vita
Dopo un weekend in modalità “muti come pesci”, Roberto ruppe il silenzio con una domanda carica di nostalgia: «Come siete silenziosi, questi giorni?» Nessuna risposta.
Così, per non sentirsi troppo solo, decise di conversare con un altro amico fidato: una bombola da 20 kg. «Mi devo caricare una bombola. Bello, eh?» Nella solitudine del lunedì, l’unica compagnia era il peso della vita. Letteralmente.
21 luglio 2015 – Il lavoro è come Magic: The Gathering
Martedì arrivò e con lui un Roberto illuminato sulla via del nerdismo professionale. Il suo lavoro, dichiarò, era esattamente come sbustare le bustine di Magic. O di Hearthstone. O di qualsiasi gioco di carte collezionabili con carte OP e comuni schifose.
Ogni due o tre mesi, lo inviavano decine di scatoloni misteriosi firmati Adidas e Reebok. «Campionario» lo chiamavano. Ma per lui era lootbox puro: ogni scatola poteva contenere una comune del cazzo (tipo scarpa verde vomito col plantare fallato), oppure una leggendaria di livello epico, tipo sneaker firmata da Dio in persona.
Roberto, come un bambino alla prima espansione, urlava davanti ai cartoni:
«Guarda! Guarda! Una leggendaria! Mettila subito in vendita!»
«Questa è tutta merda, sono solo comuni, non la vendiamo manco a un barbone!»
Nel suo entusiasmo, il Custode concluse con tono mistico:
«Il mio lavoro si basa sulle regole dello sbustamento. È la cosa più fantastigliosa del mondo.»
E per un attimo, tra polvere e sudore, quel magazzino si trasformò in un’arena magica, con Roberto vestito da mago epico, pronto a lanciare incantesimi di marketing e rare sneakers sull’intero creato.
22 luglio 2015 – Sorpassi epici, centraline ribelli e scarpe leggendarie
Roberto quella mattina si svegliò con un segreto tra le labbra e una Punto sotto il culo. Un segreto che faceva rumore. «Ho un segreto da dirvi… è una cazzata, ma ve lo dico dopo. Serve a creare hype.»
Dopo una manciata di ore, il sipario si alzò:
«Ragazzi, la Punto… è stata rimappata!»
Boom. Plot twist. Altro che serie TV. Era stato il suocero, lesto e silenzioso come un ninja, a portare l’auto dall’elettrauto per la famigerata rimappatura della centralina. Nessuno aveva detto niente, ma Roberto lo sentiva: la macchina aveva cominciato a volare in quinta, a tirare la quarta come fosse un turbojet. «Non è una Ferrari, eh! Ma ora sorpasso i camion in salita come se fossi Fast & Furious Velletri Drift.»
La cosa bella? Consuma meno! O almeno così diceva lui, che ora faceva i 21 km/litro a cannone, contro i miseri 17-18 di prima. Peccato che il prezzo per restare in quel paradiso fosse 300 euro, che prima erano 250 trattabili ma poi – come succede nei sogni infranti – si erano arrotondati verso l’alto.
«E mo’ che faccio? La tengo e pago o mi faccio smappare di nuovo e torno polmone ambulante?»
La riflessione fu lunga e dolorosa. Ma non finì lì.
Nel magazzino, tra scatoloni e scarpe senza Dio, accadde l’Evento Leggendario: una scarpa. Un modello talmente assurdo che Roberto lo definì “epico”. Lo avrebbe fotografato, promesso, appena avesse avuto un attimo. E quel giorno il magazzino sembrava proprio una card pack di Hearthstone, ogni scatola un potenziale tesoro o una fregatura.
«Guarda questa: leggendaria! Vendila subito! Questa invece? Solo comuni. Scartala. Fallata.»
Intanto Rocco, ispirato dalla gioia del Custode, pensava di rimappare anche lui la 500L di Margherita, già cavallata di suo, ma tentato da un po’ di sprint extra e magari da un filtro antiparticolato in meno. «Custo, ma l’elettrauto tuo prende percentuale? Perché gli stai facendo una pubblicità che manco la Nivea negli anni ’80.»
Ma le conversazioni virarono anche su temi videoludici.
Far Cry 4, The Witcher 3, GTA 5…
Rocco aveva appena iniziato Far Cry 4 e lo definiva «un GTA coatto coi fucili». Roberto invece, pur di evitare i 30 euro per un gioco vecchio, si era comprato Wolfenstein: The Old Blood a 4 euro, felice come un bimbo col gelato doppio gusto.
«Cazzo, 4 euro! Non l’ho ancora giocato, ma già mi sento vincente.»
E Sandrino? Silenzioso. Troppo silenzioso.
«Dove sei, Sandrino? Che fine hai fatto? Dicci della PS4 Ultimate Player Edition! Dicci di The Witcher! In che casa l’hai messa? Perché hai più case tu di un banchiere svizzero?»
Era una giornata bollente, fatta di accelerazioni inattese, scarpe improbabili e riflessioni nerd su console e motori. Roberto era combattuto, ma si conosceva. Sapeva che avrebbe pensato, pensato, pensato…
«E poi magari mi stupisco. Magari la tengo. Magari mi stupisco da solo.»
23 luglio 2015 – Cappuccini ghiacciati e offerte ghiotte
Roberto era euforico. Il sole brillava, la macchina tirava come un mulo drogato e Mimmo non c’era, il che significava solo una cosa: libertà assoluta.
«Mi raccomando: pensatemi, amatemi, fate i bravi. YEAH!»
Un buongiorno col cappuccino ghiacciato e un cornetto alla marmellata, condito da una gioia rumorosa, tanto che Rocco lo paragonò a un DJ da radio del cuore. Ma la felicità era destinata a crescere: nel pomeriggio Rocco annunciò con tono a metà tra il necrologio e il notiziario che la nonna, 92 anni e ancora tosta, stava perdendo sangue da ogni orifizio disponibile. Naso, occhi, orecchie. Ma stava “bene”, eh. Semplicemente inquietante.
Poi però la bomba vera: 9 giovani psicologhe con fondi regionali avevano scelto proprio lui per 35 ore di formazione. Curriculum inviato, selezione passata, approvazione ricevuta.
«65 euro l’ora, capito?»
Il gruppo scoppiò in un’ovazione mista a invidia.
«Quindi la prossima volta che vi chiedete dove vanno a finire le tasse regionali… in tasca mia.»
25 luglio 2015 – 🎉 Il Rocchino’s Day
Sabato assonnato, ma non per tutti: era il Rocchino’s Day, ovvero il giorno in cui apriva il nuovo negozio di giocattoli a Genzano.
Tanti auguri, canzoncine stonate e cori improvvisati:
«Piripiri, piripiri, pipì!»
Sandrino intervenne con un messaggio registrato da una jungla tropicale (o così sembrava): «No, è l’Alienware, il microfono è potente.»
«Ah! E l’hai pure riciclato! E poi me lo vedo a giocare a The Witcher 3 sulla Play come un pezzente, con un PC del genere… ma t’amo lo stesso.»
Rocco, commosso, ringraziava tutti e si preparava all’evento della giornata. Roberto, nel frattempo, piangeva di gioia perché finalmente gli stavano scavando il passaggio per il cavo telefonico.
«La potenza di Sandrino… mi hanno ascoltato! Voglio vedere che mi dicono adesso.»
27 luglio 2015 – Lavoretti promessi e Valmontone all’orizzonte
Il lunedì iniziava male.
«Ho acceso la radio e c’era Jovanotti. Cristo! Buongiorno un par di palle.»
Per fortuna, si parlava di giovedì sera, di Tasciotto, e di organizzare una nuova uscita. Rocco provocava Roberto, ma stavolta lui era deciso:
«Mi voglio senza incertezze, senza tarli nelle orecchie!»
E Sandrino gli rispondeva subito:
«Bravo Roberto! Poi ricordati il lavoretto che mi dovevi per l’ADSL, eh.»
Roberto, tutto profumato e pronto a mantenere la promessa, rassicurava tutti.
«Mi sto rifacendo le papille gustative. L’igiene prima di tutto.»
Aveva fatto i suoi piani per quei tre giorni a Velletri, ma già sapeva che sarebbero andati a puttane.
«Venerdì devo vedere Leonardo, sabato non ci stanno… giovedì sicuramente ci vediamo.»
Il vero entusiasmo, però, stava in un altro pensiero: recensire a raffica.
«A Valmontone potrò recensire tutto! Non dovrò più inserire locali su Foursquare come qua nella bambaggia!»
Era finalmente libero di fare ciò che amava: dare giudizi gastronomici non richiesti.
Un sogno diventato realtà.
28 luglio 2015 – ADSL, amore e Sandrino
Era il giorno della grande epifania digitale. Roberto, ancora mezzo addormentato, ricevette una telefonata dalla Telecom.
«Buongiorno, come va l’ADSL?»
«ADSL? Ma guardi, ancora non l’ho vista!»
E invece sì. Era attiva da domenica. Gli caddero le mandibole. Corse a casa, fece irruzione dal suocero, rubò un modem Netgear, lo installò come un ninja del Wi-Fi… e fu subito streaming in HD.
«Va meglio della 7 mega che ho a Velletri!»
A quel punto, il delirio sentimentale:
«Sandrino, giovedì il boccaciccio non basta. Veronica lo sa. Lo sa che sei mio. LO SA CHE SEI MIO!»
E continuò per 40 secondi di loop emotivo.
Veronica, presumibilmente, cambiò gestore telefonico.
29 luglio 2015 – Spaghettate fantasma
Il giorno dopo, ancora euforia gastronomica.
Roberto aveva cenato alla spaghetteria “Al Poggio” con 15 euro: antipasto, pennette alla vodka, lombata con patate e caffè.
«Molto saporite, porzione giusta. Ottimo rapporto qualità-prezzo.»
Tutto pronto per la recensione, ma…
«Minchia, non esiste manco questa su mammamia!»
«Gliel’ho detto: qua in Calabria siete indietro con ‘sta pubblicità online!»
La rassegnazione era palpabile. Roberto stava quasi per stampare un QrCode a mano e piantarglielo davanti al ristorante.
30 luglio 2015 – Il Tasciotto Day
Era arrivato il giorno del Tasciotto, e già si respirava un’aria da raduno ufficiale.
Ma l’incidente sul raccordo ritardava Roberto, e Veronica, con fame e ferocia crescente, minacciava di morte.
«Appena arrivate sedetevi e iniziate senza di me!»
«Questo Tasciotto è molto “melloccio” dicono… Ma cosa mi devo aspettare, Carlos Andrino?»
E si apriva il dibattito estetico:
«Dicono sia belloccio, ma tipo quei vampiri slavati di Twilight… A noi piacciono più gli uomini mediterranei, eh?»
Sandrino stava diventando una specie di Totem erotico-gastronomico, e tutti volevano un assaggio. Di cena, ovviamente.
31 luglio 2015 – Aperto, ma acido
Il mese si chiudeva con una nota agrodolce.
«Aperto, aperto! Evviva!» – urlava Roberto con entusiasmo…
Ma subito dopo –
«Mamma mia, acide come la morte. Ma molto più acide.»
Non si sa bene se parlasse di pietanze, persone o colleghe, ma il tono era chiaro:
qualcosa o qualcuno, in quel locale appena aperto, l’aveva fatto pentire di essere nato.