vita militare: il lusso

28 August 2013

La Scuola Ufficiali Carabinieri sta alla Pepicelli come un albergo 5 stelle rispetto ad un motel economico per famiglie.

E come tutti gli alberghi di lusso viene mandata avanti da una forza lavoro che vive nell’ombra, composta da effettivi dell’Arma dei Carabinieri e da Ausiliari come noi a cui venivano assegnati i compiti di bassa manovalanza.

CAPITOLO 8: il lusso militare

lusso

Il primo giorno veniamo accolti dal Ten.Col. comandante delle risorse umane, o almeno penso ricoprisse quel ruolo, che ci schiera davanti al suo ufficio e domanda ad ognuno di noi quali esperienze avessimo maturato nella vita in modo da assegnarci alle mansioni che più ci competessero.

Il suo schifo nei nostri confronti era più che evidente, abituato com’era a gestire l’elite dei ragazzi Italiani che erano lì per seguire corsi universitari e diventare Ufficiali dell’Arma, mentre noi eravamo più che altro spazzatura dalla mente poco sviluppata.

Ma il lavaggio del cervello ricevuto fino ad allora non faceva altro che farmi fissare la torre e le due stelle che il tizio aveva sulla spalla, un grado talmente elevato che alla Scuola di Benevento non avevo quasi mai visto una persona che lo ricoprisse, e se allora dovevamo genufletterci di fronte a chiunque respirasse ed avesse una divisa, ora che stavo davanti ad un Dirigente tenevo una postura talmente rigida che dovevo sembrare un manico di scopa pronto a perdere l’equilibrio e sbattere a terra in qualsiasi momento.

L’unica cosa in più che avevo rispetto al giorno che iniziai il servizio di leva era una patente militare conseguita a Benevento, per cui lo feci presente ed insieme agli altri, in attesa che ci venisse assegnato un lavoro, venni mandato a spazzare la caserma ed innaffiare i fiori per un paio di giorni.

la scuola ufficiali vista dal mio ufficio
la Scuola Ufficiali vista dal mio ufficio

La Scuola confinava con un grosso palazzo della TIM, all’epoca per me un logo come altri visto che non avevo il telefonino, e mai avrei immaginato che da lì a 7-8 anni sarei finito a lavorare proprio in quegli uffici, nella Direzione Generale di Telecom Italia.

Nel parco adiacente c’erano strutture sportive complete di campi di calcio e tennis, ed all’interno tutto era strutturato come un’università con biblioteca ed aule multimediali. Tutto questo benessere un pò si rifletteva anche nelle nostre vite, ed infatti avevamo una camera da letto che condividevamo con una sola persona e mangiavamo nella stessa mensa di lusso degli altri ufficiali. In più la nostra giornata lavorativa era di sei ore, superate le quali potevamo fare quello che ci pareva con il centro di Roma a portata di mano.

Questa strana coincidenza, quasi sincronicità tra presente e futuro, è la seconda volta che mi capita nella vita.

Mentre facevo le elementari dalle Suore Pallottine a Velletri guardavo spesso, durante la ricreazione, ragazzi più grandi di me seduti sui banchi di scuola nel palazzo proprio di fronte al giardino in cui giocavo. Era il Liceo Classico che avrei frequentato dopo qualche anno, e dal quale potevo ogni giorno rivivere il mio passato guardando dall’ultimo piano i bambini che giocavano dall’altra parte della strada.

continua…

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