vita militare: il congedo

2 September 2013
il congedo

… e per finire, a lavorare insieme a noi nell’autodrappello c’erano tre Carabinieri effettivi, ovvero che non erano lì per la naja ma che prestavano servizio nella Scuola poichè quella era la loro sede di lavoro.

Avevano tutti e tre il grado di appuntato e a loro modo ognuno aveva delle caratteristiche da fumetto.

CAPITOLO 13: il congedo

L’appuntato Coppi se ne stava tutto il tempo libero davanti la TV a guardare gare di ciclismo, e nessuno aveva il potere di staccarcelo, neanche i suoi parigrado che lo insultavano spesso perchè obbligava gli altri a sorbirsi ore e ore di noiosissime riprese video che la RAI era fiera di trasmettere per i suoi appassionati sportivi.

Quello che più lo insultava era l’appuntato Mastica, sempre con il suo tabacco tra i denti neanche fosse ad una gara americana di baseball, il quale aveva sempre una parola dolce anche per noi ausiliari e soprattutto per uno dei ragazzi che erano entrati con me nella scuola, di chiare origine marchigiane, che proprio non riusciva a parlare senza il loro tipico accento e che per questo veniva sbeffeggiato e mimato da Mastica, che tra l’altro se non ricordo male ce l’aveva anche col Signore e spesso bestemmiava sbattendo i pugni sul tavolo se qualcuno di noi faceva un incidente o rigava qualche macchina.

Bestemmiava anche se sentiva parlare marchigiano nell’autodrappello…

Infine l’appuntato Sirena era quello che di solito portava la macchina in banca per prendere, alla fine del mese, la cassetta di sicurezza con gli stipendi della Scuola. Gli altri facevano a gara per accompagnarlo, perchè ogni volta si portava dietro altri due carabinieri che avevano il compito di tenere il mitra pronto ad eventuali tentativi di furto al portavalori e perchè guidava all’impazzata per Roma con le sirene spiegate.

Era inoltre il meccanico della Scuola ed alcune macchine penso le modificasse pure, c’era un’alfa 33 che sicuramente sapeva il fatto suo tanto che facevamo a gara a chi riuscisse a partire sgommando e successivamente a cambiare le marce continuando a sgommare. Il record era di tre marce e tanto fumo!
Ma a parte qualche sgommata eravamo tutti consapevoli del fatto che non avremmo mai dovuto usare la sirena ed il lampeggiante, nè la paletta che era una specie di lasciapassare silenzioso nel traffico. Non tanto perchè eravamo rispettosi delle regole, quanto perchè se ci avessero beccato ad abusarne il Maresciallo Uanema ce l’avrebbe fatta pagare.

Un anno passa in fretta, oltre al mio compagno di stanza vedo andar via anche gli Ausiliari più anziani ed arrivarne di nuovi che prendono il loro posto, e la mattina del 17 dicembre 1998 il Colonnello responsabile delle risorse umane mi consegna il Congedo dall’Arma dandomi l’in bocca al lupo per il mio futuro lavoro in Telecom Italia Mobile. Decisi di non firmare per un altro anno nei Carabinieri perchè avevo ottenuto un contratto a tempo determinato di due anni come operatore di call center del 119, un lavoro grazie al quale avrei terminato il mio percorso formativo nella vita del lavoro, facendo una gavetta talmente dura che ancora oggi mi fa sembrare tutto roseo!

E così consegno la stampella al mio nuovo compagno di stanza, rinnovando quel ciclo di esperienze che hanno fatto di tanti ragazzi Italiani dei veri e propri uomini, o che almeno li hanno indirizzati verso quella strada.

L’anno di militare mi ha fatto conoscere nuove persone e mentalità, le regole del lavoro e la consapevolezza che la vita non può rimanere una strada piatta su cui ci trasciniamo, anzi, il cammino è quasi sempre in salita e a volte hai bisogno di tutto te stesso per arrampicarti.

Ma poi ti volti e vedi che dietro a te ci sono un mare di esperienze, e allora salire diventa più facile perchè stai crescendo, ed il tuo passo è più sicuro.

fine.

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VITA MILITARE: LA MIA STORIA

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