Astronauta terrorizzato precipita verso la Terra inseguito da un bitcoin in fiamme e banconote svolazzanti, con scritta “To the Ground” Astronauta terrorizzato precipita verso la Terra inseguito da un bitcoin in fiamme e banconote svolazzanti, con scritta “To the Ground”

To the Ground: otto anni nel mondo crypto tra rig bollenti, shitcoin, truffe e staking compulsivo

L’inizio del delirio: rig, ventole e bollette (2017–2018)

Tutto è iniziato con un gruppo Telegram, una decina di persone, una grande idea e nessuna esperienza concreta.

Era fine 2017. Tutti parlavano di criptovalute, e io – Sandrino per gli amici – avevo questa propensione naturale a prendere in mano le situazioni (e i casini).
Io sono forte nel gestire cazzi,” scrivevo fiero. Ed è così che mi sono ritrovato intestatario del conto N26, dell’utenza elettrica e – in pratica – della responsabilità esistenziale del gruppo.

L’idea era semplice (e folle): costruire un rig artigianale condiviso.
Otto GPU, struttura in alluminio, pezzi ordinati tra Amazon e TaoComputer, ventole in estrazione e cavi ovunque.
Le schede scelte? NVIDIA GTX 1080, mica patatine.

Il rig l’ho piazzato in casa mia, nello studio con la porta chiusa.
Non si sente niente,” dicevo a tutti.
Veronica, la mia compagna, probabilmente avrebbe raccontato un’altra versione…

Nel gruppo, Frenk era il nostro consulente tecnico. Discutavamo su tutto: ventole in estrazione o immissione? ROI? Come dichiarare i guadagni senza finire in galera?
FDA predicava BIOS moddati, Linux, e UPS “intelligenti”.
Check e Custode si perdevano nella scelta dei riser.

Abbiamo fatto di NiceHash la nostra religione.

Clicchi Start e fa tutto lui,” dicevo con l’entusiasmo di chi aveva appena scoperto la macchina del caffè automatica.
Ogni crash era un lutto. Ogni payout in Bitcoin, un piccolo miracolo.

Poi sono arrivate le bollette.
202€ in un solo mese, solo per la corrente.
Ho scritto in chat:

“Non possiamo neanche cucinare, il forno fa saltare tutto. Mi prendo il 10% solo per il disagio.”

Nasce così il concetto di staking domestico passivo-aggressivo.

Eppure sognavamo ancora: ETH sopra i 1.000$, XMR a 300$, Ripple che raddoppia domani.
Le GPU erano le nostre azioni. Le vendevamo su Subito.it, pianificando già il secondo rig.
Non eravamo ricchi.
Ma ci sentivamo dentro qualcosa di grande.


L’era delle shitcoin e Discord: pump & dump e autodistruzione pianificata

Poi la luce, letteralmente, si è spenta. Avevamo iniziato a minare in piena bolla, e nel 2018 crolla tutto.

Dopo mesi di hashrate, rig instabili e bollette da condominio, abbiamo smontato tutto.
Le schede rivendute a un ragazzo che avrebbe aperto una mining farm in Sudafrica. Il sogno archivato sotto la voce “esperienze formative”.
Ed è allora che abbiamo scoperto il fascino oscuro del trading crypto a caso.

A fine 2020 sono stato accettato in un canale Discord “segreto” con 1600 membri.
Frenk, confuso, ammetteva:

“Mamma mia una volta ho aperto Discord, non c’ho capito un cazzo.”

Ma tutti ci siamo buttati. I rituali erano sempre gli stessi:

  1. Entravi nel gruppo.
  2. Aspettavi il nome della cripto su cui investire🚀 alle 23:00.
  3. Compravi in 0,4 secondi.
  4. Speravi che salisse, pregando che non fosse già il top.

Abbiamo fatto pump su coin tipo AUDIO, VTHO e una sfilza di nomi che ho rimosso per protezione emotiva.
Di solito finivamo con un -20% immediato, un meme in chat, e il classico:

“Vabbè, si rifà.”


La grande truffa della DeFi: staking, rugpull e sudore digitale

Quando nel 2020 è esplosa la DeFi, pensavo:

“Ecco, finalmente una cosa seria.”

FDA ci presenta Shark Finance con lo stesso entusiasmo di uno che sta vendendo pentole a rate:

“APR 3000%! E funziona!”

Io ci entro con 1.000€.
Frenk compra JAWS senza leggere neanche una riga di whitepaper (che tanto non c’era).
Emanuele si mette a fare LP e compounding come se stesse costruendo la strategia vincente.
Poi: flash loan attack.
Tutto crolla.
I nostri APR evaporano. I token pure. Con JAWS persi oltre 10k€ in meno di un’ora.

Ripartiamo con Bunny, che nel giro di pochi giorni passa da 1105€ a 130€.
FDA lo chiama:

“Una parabola educativa.”
Io:
“Un trauma.”

Poi si presenta Alguntas, tipo che ci scamma per 100€.
Poi arriva Seashell, consigliato da Andrea, che mi fotte 40 DOT.
Poi WineSwap: sito online 24 ore, token evaporati come una birra al sole.

Dopo ogni truffa, la frase standard era:

“Però il sito era fatto bene.”

E infine, Panther.

PantherSwap: la pantera era finta

Io ci ho creduto.
Faceva APR esagerati, e mi sembrava “abbastanza seria”.

Facevo harvest e a ogni giro:

“Metà la vendo, metà la metto in LP con BUSD.”

FDA e io avevamo la routine:

  • Entrare la mattina presto
  • Fare harvest
  • Prendere profitto e ricominciare il giorno dopo

Ma poi cominciammo a vederla scendere e a un certo punto dissi:

“Se scende sotto al dollaro, vendo.”

E così ho fatto.

“Venduto tutto regà.”

Sullo sfondo, altri token si lanciavano in IPO, copiando il sito di Panther male, con CSS fatto a cazzo.
Io commentai:

“Gli hanno dato na schioppettata alla panterona.”

E anche Panther, come tutti i sogni DeFi, è finita nel nostro cimitero delle occasioni mancate, accanto a Jaws, Alguntas e alla dignità perduta in LP da 18 centesimi.


L’epopea di Shiba Inu e la leggenda di FDA

Come sempre, tutto parte da una frase buttata lì, ad inizio 2021.
FDA scrive:

“Ho preso qualche miliardo di SHIB, tanto costa poco.”
Noi lo ignoriamo con classe.
Poi un giorno, posta lo screen:
35.000€ di valore.

Io rimango muto.

“Me so sbruffato il caffè addosso,” dice lui.

Io? Mi mangio le mani.
Frenk ride.
Emanuele sospira.

FDA, con la solita calma, scrive:

“Mo me ritiro qualcosa.”
E pubblica il grafico: Shiba Inu +2229% in 7 giorni.


Frenk: 70 milioni di SHIB, bruciati in un click

Frenk, inizialmente entusiasta, stakera su ShibaSwap, ma poi vende troppo presto.
Ci perde più di 1.000€.
E non è finita.

Il 22 novembre 2021 scrive:

“Comunque ve volevo di che me so appena perso 70 milioni di Shiba.”

Aveva incollato l’indirizzo del contratto SHIB invece di quello di Binance.
I token sono finiti nello smart contract.
Inutile dire che sono bruciati per sempre.

Andrea controlla:

“Sembra che li hai trasferiti lì.”
Frenk risponde:
“Leva il sembra.”


Io e i Polkamon: sacrificio canino per draghetti digitali

Nel pieno del delirio Shiba, mi parte un colpo di genio.

Considerate che anche io, su consiglio di FDA, avevo preso qualche miliardo di SHIBA ma, al contrario di lui, non avevo le “Diamond Hands” e non riuscivo a mantenere lo stesso token per due giorni di fila.
Così vedo che stanno uscendo i Polkamon: NFT impacchettati stile booster Pokémon.

Scrivo:

“Allora sacrifico i canitti, faccio la prova, mo vi dico quanto spendo.”

E via: vendo i miei Shiba Inu per mintare NFT.

All’epoca una singola transazione su rete ETH costava 50$… quindi sommate la cifra ad ognuna delle righe che vedete sotto.

“Ce vogliono 64$ per comprare un pacchetto.”
“Aprirlo costa altri 20$.”
“I canitti me ne faranno una ragione.”

Mi esce fuori un drago.
Vale 1$.
Ma è colorato.
E in quel momento, mi sembrava abbastanza.

Poi mi rileggo e penso: povero idiota. E lo penso tutt’oggi ahimè.


FDA: il profeta (quasi) infallibile

FDA?
Perfetto.
Compra per primo.
Stakera.
Vende una parte.
Tiene il resto.

Emanuele gli scrive:

“Potresti venderli e pagarci per tutto il tempo che siamo stati a sentirti.”

Shiba si dimezza.
Poi si riprende.
Poi crolla di nuovo.
Noi si ride, si impreca…
Ma non si dimentica.

Dal farming compulsivo alle strategie “a criceto”: benvenuti nella DeFi illusoria

Dopo i rugpull e le shitcoin, pensavamo di essere maturati.
Così ci siamo rifugiati nella DeFi farming su Cronos e BNB Chain, convinti che finalmente avessimo trovato la cosa seria.

Abbiamo iniziato a costruire cose mai viste:

  • MMO su MMF
  • MMF su VVS
  • MMO farmato con sé stesso, e poi rimesso in stake su sé stesso
    Una spirale. Una matrioska. Una trappola per menti deboli.

FDA, con tono da scienziato pazzo, sentenzia:

“È farming ricorsivo.”

Io, convinto:

firmo 16 transazioni per depositare 50€.
Frenk controlla il saldo ogni 4 ore.
Emanuele fa un foglio Excel con 6 colori e una colonna per “karma guadagnato”.

I guadagni?
Centinaia di euro al giorno a volte.
Altre le fee superavano addirittura i profitti.
La chat divenne zen:

  • “Il vero APR è quello che non controlli”
  • “Non vendo. Mi affeziono.”
  • “Farmo fee, non soldi.”

A quel punto, più che DeFi, sembrava yoga con wallet.

Ma tanto non era più per i soldi.
Era per… sentirci attivi.

Il metodo Sandrino: dump preventivo e APR a orologeria

Io, nel mentre, elaboro la mia strategia:

  • Cercare farm con APR oltre il 10% al giorno
  • Entrare nei primi 2 giorni
  • Uscire appena scende sotto il 4%

Con YieldWolf, analizzo tutto. I fork di Tomb Finance sono la vena d’oro a cui attingere.
Un giorno faccio 4x sul token in 20 secondi esatti. Un altro passo da 100$ a 6000$ in 4 minuti, ma non riesco a prendere profitto perchè la rete Fantom era intasata e migliaia di persone come me stavano provando a fare la stessa cosa!

Come ci siamo divertiti in quel periodo, era il Far West e a noi piaceva da matti starci dentro.

Anche perchè eravamo, e siamo, sempre stati coi piedi per terra. Abbiamo sempre e solo giocato con i ricavi da trading, senza mai compromettere la nostra vita reale, al di fuori di questo mondo.

Eravamo talmente lucidi che una volta consigliai a Emanuele:

“Metti 100$ su SnowTomb. Regge almeno 3 giorni.”
Lui:
“Ogni volta che entro in DeFi… perdo tutto. fanculo non ci ricasco”


Le carte crypto: cashback, staking e fregature da collezione

Nel gruppo, a un certo punto, abbiamo deciso che era ora di fare i fighi anche al supermercato.
E così è partita l’epopea delle carte crypto con cashback.

Io per primo ho iniziato con quella di Binance, ma la versa svolta fu con quella del rivale Crypto.com.


Crypto.com: staking, CRO e sogni di metallo

Quella verde, quella rosa, quella “obsidian” che sembrava forgiata da Sauron.

Ed era di metallo!

Frenk si fomenta:

“Io quasi quasi opterei per quella da 3.500€.”

Nel gruppo partono tutorial, bonifici, staking obbligatorio di CRO, domande esistenziali tipo:

“Ma se non rinnovo lo staking, mi disattivano la carta?”
“E il cashback, che fine fa?”
“Netflix me lo rimborsano o no?”

Alla fine, un pò tutti ci siamo fatti la carta, e un pò tutti abbiamo bestemmiato per il taglio delle reward, per il blocco dei token, per la scadenza della promo…
E per gli annunci a sorpresa di Crypto.com tipo:

“Da dicembre addio 3% con le nuove condizioni!”


Plutus, Curve, Hi: cashback (più o meno) creativi

Quando sembrava che ci fossimo calmati, è arrivata Plutus.
Frenk ed Emanuele si sparano un bonifico istantaneo e mettono in staking PLU.

Neanche 10 minuti dopo, come succede sempre quando ci buttiamo a capofitto su una cosa nuova:

“Plutus -20%”

Poi arriva Hi.
La carta è carina, con i perk, gli NFT, l’8% di cashback se paghi in USDT, basta detenere Hi nel portafoglio!

Io la uso. E alla fine della fiera, ormai esperto su come funzionano queste truffe chiamate Carte di Credito con cashback, ne traggo tutti i benefici possibili. Tanto da farmi esclamare:

“L’ho sfondata bene sta carta.”

Ho comprato tutto quello che potevo prima che il token venisse schiacciato dai creatori della carta: pagamenti su eBay, Netflix, una mountain bike, cashback che arriva a rotta di collo, fino a che…
… dopo un carosello di transazioni borderline, il token crolla di brutto e lascia tutti gli utenti a secco, soprattutto Andrea.

I trading bot di Frenk: Bitsgap, test compulsivi e range esoterici

Poi Frenk scopre Bitsgap, un bot per il trading automatico.
Ci si butta con l’entusiasmo di chi sa già che finirà male.

Andrea ci prova pure lui:

“Il bot ti massimizza profitti e minimizza perdite… in teoria.”

Io, pragmatico:

“Stamattina ho guadagnato di più tenendo fermi gli ETH.”

Emanuele ricorda a tutti:

“Funziona solo se il mercato lateralizza.”

Si testano griglie, incrementi, coppie con XRP.
Risultato?
Uno 0,5% in più nel wallet. Quando va bene. Ma era l’Agosto del 2022, il mercato era fermo e noi dovevamo pur inventarci qualcosa da fare 🙂


Terra/Luna – Il collasso annunciato, vissuto in diretta

8 maggio 2022.
Frenk scrive:

“Scattato il panic sell su UST me sa.”
FDA:
“Isterismo di massa.”

Io vedo che LUNA scende a 30$.
Penso:

“No, non può succedere.”

In poche ore:

  • Binance blocca
  • UST perde il peg
  • LUNA implode

Il giorno dopo:
Frenk:

“Mi ritrovo pieno di Luna, speriamo bene.”
Io:
“Hanno perso un altro 50%.”

Andrea ammette:

“Ho comprato come un bangla.”
Frenk:
“No Andrè… mortacci tua.”


FTX – Il disastro globale che ci ha spezzati

Novembre 2022.
FTX scricchiola.
Io scrivo:

“Sta a zompà, mi è sparita la stop loss.”

Frenk dice di aver spostato tutto il giorno prima.
Emanuele:

“Io ho fiducia in FTX.”
FDA:
“Amatonnaaaaa.”

Binance finge di voler comprare, poi si tira indietro.
FTX blocca i prelievi.
Fine dei giochi.

Ironie amare volano in chat:

  • “Meno male che le hai dichiarate, Sandrì.”
  • “FTX ci ha lasciati coi peli del culo bruciati.”

Io cerco di capire come inserirmi nella lista dei creditori.
Frenk posta il prezzo di FTT: 3€, poi 0,26€.

Emanuele:

“FTX era meglio di Binance. Ma è finita così.”

FDZ: la truffa che ci ha insegnato a soffrire con ironia

Se c’è un nome che ancora oggi provoca brividi e bestemmie a comando, è FDZ.
Tre lettere, un sogno, un disastro.

Tutto inizia nel 2018.
Friendz si presenta come un progetto italiano “con utility vera”.
Un’app per guadagnare facendo pubblicità ai prodotti.
Una ICO pulita, “made in Italy”.

FDA ci crede.
Frenk compra senza neanche leggere.
Io investo 500€ personali, più altri 1.000€ dal fondo del gruppo.
Convinti. Speranzosi.
Illusi.

Subito i segnali strani:

  • Token listato a prezzi doppi su HitBTC
  • Progetti mai partiti
  • Acquisizioni da Triboo a prezzi gonfiati
  • Gruppo Telegram gestito con toni da caserma

Andrea lo riassume perfettamente:

“Ce l’hanno spinto tanto sul lato del culo.”


Il declino: arbitraggio, botte e thread imbarazzanti

Nel 2020, una fiammata inspiegabile: +160% in un giorno.
Frenk si lancia in arbitraggio tra HitBTC e The Rock.
Compra milioni di token a meno di 0.0000013 ETH, li sposta, guadagna forse 5€ a botta.

Io lo becco:

“Ma perché tieni per te ste info?”

Lui, serafico:

“Ma queste sono le basi.”

Nel mentre:

  • FDA aspetta che arrivi a 1€
  • Andrea non sa più dove venderli
  • Le fee salgono a 80$ per transazione

L’atmosfera? Un mix tra delirio e teatrino Slack.
Ogni tanto uno scrive: “Sto muovendo 500k FDZ.”
Che poi equivale a 3€.


La vergogna globale

Nel 2021, Frenk ha ancora 700.000 FDZ.
Ma sono invendibili.

Andrea apre un thread su Reddit:

“Redemption, it’s time for #FDZ”
Frenk, furioso:
“Ora pure in America sanno che sei un coglione.”

Tutto è bloccato:

  • Wallet congelati
  • Transazioni che costano più del saldo
  • Conversioni possibili solo in umiliazione

Frenk ci prova comunque. Ogni tanto scrive:

“Per adesso ci ho rimesso.”
“Di solito sposto 400/500k.”

Io e FDA ci rassegniamo.
Emanuele propone:

“Regoliamo i conti al parcheggio di Acqua & Sapone.”

E il gruppo si arrende, ridendo.


Il bilancio finale: soldi bruciati, dignità vacillante e amicizia salda

Dopo otto anni di scelte sbagliate, transazioni firmate alle tre di notte, shitcoin con nome da videogioco, ci siamo fatti i conti in tasca:

📉 Perdite stimate:

  • Rig mining: 6.000€
  • Truffe (Alguntas, Shark, Bunny, Jaws, Luna, FTX): 30.000€+
  • Shitcoin e LP inutili: 6.000€
  • Bot, fee, errori umani: 8.000€
    Totale: ~50.000€ bruciati.

La verità? Nessuno è diventato ricco. Ma abbiamo riso. Tanto.

Il gruppo non si è mai sciolto.
Abbiamo visto:

  • Token sparire
  • APR andare da +4000% a -3%
  • Wallet bloccati
  • Exchange falliti
  • Draghi NFT con la vocina
  • Frenk bruciare 70 milioni di SHIB

Abbiamo firmato centinaia di transazioni per guadagnare 0,002 token.
Abbiamo creato un glossario di emoji per comunicarci il disastro.

Eppure, dopo ogni perdita, ogni rugpull, ogni truffa…
ci siamo sempre ritrovati lì, a ridere.

Forse è questa la vera rendita passiva:
una community forgiata nelle gas fee, nella FOMO e nei grafici in picchiata.
Siamo sopravvissuti al mining, agli scam, ai bot, a Sam Bankman-Fried e ai nostri stessi click.

E anche se non siamo diventati ricchi,
abbiamo vissuto otto anni che ne valgono venti.

Generato con l’aiuto di ChatGPT, che ormai ci conosce meglio dell’Agenzia delle Entrate.