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Giuramento militare e libera uscita: le regole alla Caserma Pepicelli

CAPITOLO 6 – Poche e semplici regole per vivere felici

Il tempo scorre, e noi cambiamo con lui

Dopo due mesi di addestramento, la caserma Pepicelli ci ha già trasformati. I più insicuri ora sono disciplinati, precisi, perfettamente inseriti nella routine militare. La disciplina, a questo punto, non è più solo un’imposizione: è diventata un riflesso automatico, parte di noi.

In più, riceviamo finalmente un piccolo privilegio: la libera uscita serale.

Libera uscita: solo per chi rispetta le regole

Ogni sera, dalle 19:00 alle 21:30, chi lo desidera può chiedere il permesso di libera uscita, col vincolo però di passare l’ispezione del comandante di turno.

L’uscita è in divisa d’ordinanza, come dovrebbe essere ovvio, e le regole sono ferree:

  • Vietato indossare accessori personali (orologi, catenine, ecc.)
  • Obbligatorio avere con sé due penne e un foglio di carta igienica (per prendere appunti o per interventi imprevisti)
  • Calzini? Solo neri.

Le prime fughe a Napoli

Ben presto ci stufiamo di girare per Benevento, massimo a gruppi di 5 perchè un regio decreto di non so quale anno stabiliva che oltre quel numero avremmo potuto essere accusati di sovversione, per cui insieme ad uno dei ragazzi della mia camerata che aveva la macchina, le sere cominciamo ad andare a Napoli, dove c’era sicuramente più vita.

Ogni sera è una corsa contro il tempo per rientrare in orario: nessun ritardo è tollerato, e le conseguenze sarebbero gravi.

Rappresentiamo a tutti gli effetti l’Arma dei Carabinieri ci spiegano, e qualsiasi cosa succeda dobbiamo mostrare rispetto e competenza, a partire dall’abbigliamento come dicevo prima.

Quel giorno il ragazzo vicino a me viene rimandato nelle camerate perchè indossava calzini bianchi, e quell’altro in fondo alla fila veniva insultato perchè portava l’orologio.

Gli accessori sono vietatissimi!

Il giorno del giuramento

Arriva anche il giorno del giuramento, per il quale ci stavamo preparando da almeno un mese per tutto quello che riguarda la scenografia.

Tutto è studiato nel dettaglio:

  • I passi da fare
  • I punti in cui fermarsi
  • Dove guardare
  • Come tenere la postura mentre il Comandante legge la promessa di fedeltà alla Patria

Il significato degli alamari

Quello stesso giorno ognuno di noi riceve gli alamari, quel fregio che vedete sui colletti delle divise militari, e per un Allievo Carabiniere questo significa diventare a tutti gli effetti un membro della Polizia Giudiziaria, con tutti gli obblighi ed i poteri che ne conseguono.

Da spine a fantasmi: la trasformazione finale

Ormai non eravamo più spine, anzi, nel gergo militare stavamo diventando fantasmi, ovvero persone che presto avrebbero lasciato quel posto, che non potevano essere toccate e che erano lì e allo stesso tempo altrove, immuni alle regole perchè coscienti del modo di adottarle.

Allievi Carabinieri in divisa sfilano davanti ai familiari

Sfiliamo scoordinati sotto ai palchi da cui i nostri parenti ci ammiravano, in particolare ricordo che quasi nessuno di noi fosse sincronizzato e per questo il giorno dopo il nostro comandante ci avrebbe severamente puniti, ma in quel momento nessuno di noi ci pensava ed era felice di far parte di un gruppo, di uno spettacolo imbastito dal quel grande teatro che era la Caserma Pepicelli.

Verso la fine del corso

Dopo la cerimonia, anche i nostri istruttori cominciano a trattarci con più rispetto. Non siamo più in fondo alla catena alimentare: siamo quasi Carabinieri.

Manca solo l’esame finale, scritto e orale. Superato quello, saremo assegnati alla nostra destinazione definitiva.

continua…

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