Con l’affacciarsi dell’estate calabrese, il Custode affronta cani incivili, tecnici Telecom fantasma e docce a filo d’acqua. Tra cene di indoor cycling, Festival dei Droni e complotti matrimoniali, si consuma il dramma della scheda video da 700 euro e l’ansia del matrimonio perfetto. Tutto raccontato con sarcasmo, affetto e bestemmie strategiche.
01 Giugno 2015 – Si comincia col lunedì e con la nostalgia dell’ultima cena
Il lunedì cominciò in stile post-apocalittico. Il Custode, reduce da una giornata che avrebbe fatto tremare anche Bacco in persona, si rimise alla guida con lo spirito di chi ha firmato il testamento e salutato i cari. Aveva iniziato con una sambuca ai pranzi sociali, proseguito con un aperitivo alle 17, poi una pericena e infine una cena vera e propria. Un crescendo alcolico che lo aveva fatto coricare a luna passata e risvegliare con lo spirito di Gesù Cristo all’ultima cena. E adesso, guidava con gli occhi mezzi chiusi, in un misto di sonno, visioni e blackout. “Ogni tanto accendete il cielo”, lasciò detto. Non si sa mai.
A peggiorare le cose, la sera prima era anche stato umiliato a Mario Kart 8 da Matteo, il cugino diciassettenne di Luisa. Un alieno travestito da teenager. Giocava solo con il sensore di movimento del gamepad, niente stick, e vinceva sempre. Primo o al massimo secondo, anche a difficoltà “Dio contro tutti”. Aveva fatto tornei online col Wii normale, mica con l’8, eppure guidava come un’entità mistica venuta dallo spazio. Il Custode lo guardava, allibito, mentre la sua autostima veniva calpestata da un diciassettenne con le mani leggere come piume e i riflessi da ninja caffeinomane.
In un raro momento di lucidità tra una curva e l’altra, gli tornarono due neuroni attivi e pose la domanda che lo tormentava da giorni: “Ma poi, la macchina, l’avete presa?”
La risposta arrivò secca e decisa. Rocco, in forma smagliante, annunciò che sabato sarebbero andati a rivederla. La 500L, grigio scuro con interni neri, gli piaceva eccome. L’avrebbero presa quasi a costo zero, rottamando la vecchia C3 di Margherita in cambio di 3.000-3.500 euro. Ottimo affare. Ma non era finita lì.
Quando gli fu raccontata la performance marziana di Matteo a Mario Kart, Rocco tirò fuori il meglio di sé. «Diglielo, Gustavo! Che scende il campioncino e gli faccio un culo come un cesto di ciammotti!» Partì in un crescendo di insulti amorevoli, provocazioni e sfide epiche. «Guida bendato come guido io, dalla stanza accanto! È arrivato il fenomeno dei tornei online… io gli spacco il culo, diglielo! Il ruolo del campioncino è ineludibile!» Disse così, con tono definitivo.
Sandrino, da spettatore divertito, si limitò a un plauso sobrio ma sentito: «Oh, finalmente Rocco che conosco! Il campioncino ineludibile, bravo Rocchino!»
Nel frattempo, una sola certezza sembrava dominare il paesaggio urbano: la 500L. «Sono circondato. 500L ovunque. È un’epidemia. Una congiura. Una flotta. Sono vicino… troppo vicino.»
02 Giugno 2015 – Festa della Repubblica, ma chi lavora è il Custode
Era il 2 giugno, festa della Repubblica. Ma per il Custode, la festività era un concetto vago, quasi mitologico.
Iniziò la giornata con una colazione da Rino, il barista più imprevedibile della costa. Quella mattina, però, Rino pareva uscito da un videoclip psichedelico: occhi lucidi da pesce palla, movenze da ballerino di liscio al terzo mojito, e un’energia che solo la sambuca o sostanze più sofisticate potevano spiegare. «Strafatto ma simpatico», decretò il Custode, che prese il caffè come si prende un biglietto per il circo.
Poi via, verso il lavoro. Sì, il 2 giugno. Altro che festa. Passò a prendere Mimmo, il collega che ormai era diventato una specie di coinquilino lavorativo, e partì la mezza giornata. O almeno così sperava.
Nel frattempo, emerse un mistero: due puntate di Game of Thrones trovate in fila. Il Custode si sentiva spaesato, convinto di essersi perso una settimana intera, forse inghiottita dal blackout progressivo che lo stava consumando. Rocco confermò: sì, era semplicemente rimasto indietro. Normale amministrazione.
Radio accesa, maledizioni sparse: solo Ligabue e Jovanotti, una sequenza ripetitiva e inesorabile. E mentre la macchina andava, il Custode rifletteva con amarezza su quella strana religione del lavoro che dominava la sua terra. Là, dove il semplice fatto di avere un lavoro ti toglie il diritto di commentarlo. Lavori il 2 giugno? Ringrazia. Stai fino alle otto di sera? Zitto e sorridi.
Rocco e Sandrino commentavano da lontano, tra un galletto Valle Spluga e una musichetta dance anni ’90, con lo stesso stupore di chi osserva un rito tribale. «Ti dovrebbero pagare ottomila euro l’ora», disse Sandrino, «perché lavorare il 2 giugno è blasfemia.»
Il Custode, dal canto suo, ci rideva sopra. Forse. Perché poi aggiunse, a bassa voce, che lì il lavoro era considerato una sorta di divinità. E chi lo riceveva, doveva adorarlo. Altro che diritti, straordinari, turni e riposi. Si lavora e basta. E chi si lamenta, è un ingrato.
Alla fine, con la solita ironia che mascherava l’amarezza, si rassegnò: «Dall’alto dei miei 40 anni senza fa un cazzo, me ne sto zitto. Poi, quando il Sandrino Blackout mi consumerà del tutto, ne riparliamo. Grazie a tutti. Grazie a tutti.»
04 Giugno 2015 – Windows 7 contro il mondo: dibattito digitale tra dinosauri
Quel giovedì mattina il Custode partì lanciato in un flusso di pensieri e saluti. Prima il rammarico per una foto mancata – che Sandrino avrebbe potuto scattare con l’antica tecnica del “guarda uno scoiattolino per terra!” – e poi la solita, bonaria frustrazione per non essere parte della Roma bene, quella fatta di avvocati, deputati e matrimoni con il buffet a tre piani. “Io qua, terrone in Calabria, manco più mi rispondete al telefono tra un po’…”, brontolava con ironia, come un reduce lasciato indietro.
Ma non si fece scoraggiare. Salutò i suoi amici con stile cerimonioso, “Buongiorno Rocchini e buongiorno Sandrini,” ribadendo che da quel momento in poi avrebbe seguito l’ordine alfabetico, per non fare torto a nessuno. E via di “plurale maiestatis”, che non si dica che non dà importanza agli interlocutori.
Poi entrò in scena il tech talk del giorno.
Rocco, timoroso e titubante come uno che deve attraversare un ponte tibetano, chiese:
“Mi conviene passare a Windows 10 o mi tengo il mio sano Windows 7?”
E fu come evocare un demone.
Il Custode si scatenò in una difesa furibonda e accalorata di Windows 8.1, proclamandolo “il miglior sistema operativo mai creato sulla faccia della Terra”. Aggiunse che Windows 7 è come XP ai tempi d’oro di Windows 7 stesso, cioè ormai roba da museo. Altro che sano, era obsoleto come la panda con la manovella per i finestrini.
“Ma io dico, Rocco, ancora con Windows 7? Ma che cazzo fai?”
Il tono era da predicatore tecnologico, uno che difendeva le piastrelle di Windows 8 come fossero i Dieci Comandamenti, e attendeva l’arrivo del 10 come i Maya aspettavano la fine del mondo.
A quel punto intervenne anche Sandrino, con tono più pragmatico:
Sì, 8.1 era fulmineo, “montava in testa ad Apple trenta volte”. Ma poi, provaci a collegarlo a un proiettore Epson. Il Surface diventava inutile come un ventilatore in un freezer. Windows XP, quello sì che funzionava dovunque. E pure Windows 7, con tutte le sue rughe, almeno si faceva riconoscere.
L’aggiornamento gratuito a Windows 10? Forse per gli utenti 8.1. Quelli con Windows 7 dovevano sperare nella benevolenza di Microsoft. Ma, concluse Sandrino con una risata maliziosa:
“Comunque, caro Custode, qui l’unico non obsoleto so io. Piglia e porta a casa.”
Fine della messa. Amen.
05 Giugno 2015 – Bancomat impazziti e videoproiettori dell’anteguerra
La giornata iniziò con un annuncio solenne:
“Buongiorno, buongiorno dal sindaco di Guardia!”
Il Custode, evidentemente euforico, raccontò con orgoglio di aver fatto colazione con il primo cittadino in carica. Non proprio un evento internazionale, ma per lui fu come ricevere una medaglia al valore. “Mi sento veramente un cittadino del mondo”, dichiarò, come se fosse appena stato insignito della cittadinanza onoraria di un regno perduto.
Nel frattempo, la discussione sul sistema operativo perfetto continuava a infiammarsi. Il Custode, ormai paladino ufficiale di Windows 8.1, si scagliava contro ogni residuo nostalgico di Windows 7 come un inquisitore contro l’eresia.
“Ma allora torniamo tutti a Windows 98, no? Così siamo tutti felici!”
Rocco, vittima involontaria della crociata digitale, cercò di chiarire:
“Custo, forse mi sono spiegato male. Windows 7 ce l’ho sul PC di casa, il Surface ovviamente ha l’8.1.”
La puntualizzazione non bastò a fermare il Custode, che ormai viaggiava a mille:
“Ma chi ti ha venduto un Surface con Windows 7, babbo Zibuana?!”
La verità era più banale. Rocco, semplicemente, si era accorto che sul Surface non era ancora apparsa l’iconcina per prenotare Windows 10, mentre sul PC di casa sì. L’anomalia lo aveva un po’ inquietato. Ma ancor di più lo preoccupava un altro dettaglio: il videoproiettore.
Quel maledetto proiettore USB Epson, moderno quanto basta da risultare incompatibile con tutto, gli aveva fatto passare un brutto quarto d’ora. I driver sembravano installarsi correttamente… per poi sputare in faccia un messaggio di errore: file non compatibili. Alla fine, il salvataggio arrivò da un vecchio PC con Windows Vista – roba da museo delle torture informatiche – che però, incredibilmente, funzionò subito.
“Sta cosa mi ha un po’ spaventato”, concluse Rocco.
“Perché sì, avere un proiettore USB è sempre una rottura di cazzo.”
Fine del bollettino tecnologico. Il sindaco di Guardia approva.
06 Giugno 2015 – Arriva la 500L: dal disgusto alla sopportazione
Il sabato si aprì con uno slancio giovanilistico:
“Buongiorno ragazzi! Eh, vi sto dando dei ragazzi, no? Siamo tutti giovani.”
Il Custode era di buon umore, anche se la musica alla radio gli stava già devastando i timpani. La vera notizia però era un’altra:
oggi era il grande giorno. Il giorno della 500L.
“Rocco, oggi è il grande giorno, vai di 500L!”
Sì, proprio quella macchina che all’inizio definiva “esteticamente merdosa”. Ma il tempo fa miracoli, e a furia di vederne in giro…
“Non dico che mi sta a piacere, però… meno peggio de quello che credevo. Nera è caruccia!”
Nessuno sapeva ancora di che colore fosse quella di Rocco, ma l’entusiasmo era palpabile. Tranne per Sandrino, scomparso dai radar.
“Ciao Sandrino, che conviene, in te si sente più? Che sta a fa’? Mannaggia la miseria, oh!”
Intanto, tra complimenti mattutini (“madonna quanto sei bono pure appena sveglio”) e riflessioni sull’acconciatura di Sandrino (“te fa molto sbarazzino”), si infilava anche un appello appassionato per il vero eroe del giorno: Antonino Cannavacciuolo.
“Sandri, ti stai vedendo Cucine da Incubo? Cannavacciuolo rulez! Grande Cannavacciuolo, andiamo a mangiare da lui, forza forza!”
Poi, nel pomeriggio, il Custode rispuntò dal letargo pomeridiano.
“Mi so’ messo a dormì di pomeriggio…” – dichiarò, con la voce ancora impastata.
E tornò sul tema del giorno: la 500L e il misterioso “PDF”.
“Rocchino guarda, sono contento per la 500L. Il PDF… a parte quello da Acrobat, non ho idea di cosa sia.”
Dopo una rapida illuminazione, arrivò la teoria più plausibile:
“Forse si riferiva al filtro antiparticolato. Se lo levi, guadagni una ventina di cavalli… può essere.”
“Però produce più polveri, fa un cazzo… e poi non so manco se è legale. Ma sti gran cazzi. Mi pare strano che leva 20 cavalli… boh.”
Il giorno finì con più domande che risposte, ma con una certezza: la 500L ormai era diventata protagonista assoluta delle vite di tutti. Anche controvoglia.
07 Giugno 2015 – Cthulhu e pronunce sbagliate
La domenica iniziò con una lezione di mitologia cosmica… impartita a un bambino.
“Allora, come si dice Margherita?”
“Cucciolo oscuro di Shubnigurath!”
Era chiaro che il piccolo Leonardo stava crescendo con solide basi letterarie: altro che Peppa Pig, qui si parlava direttamente la lingua degli Antichi.
Rokko, entusiasta, cercava di insegnare a Leo a pronunciare il nome giusto.
“Leo, questo si chiama Cthulhu. Di’ un po’: Cthulhu.”
“Clopo.”
“Su! Cthulhu.”
“Clopo to.”
La scena aveva qualcosa di teneramente demenziale: un padre, un figlio, e un Grande Antico che si rifiuta di farsi pronunciare.
“Vabbè, poi lo faccio sentire dopo…”
E ancora, con la pazienza mistica dei discepoli di Lovecraft:
“Come si chiama questo?”
“Come?”
“Cthulhu. Come si chiama?”
Leo forse non l’avrebbe mai detto correttamente, ma nel cuore di tutti era già il piccolo profeta tentacolato della domenica.
Altro che catechismo: qui si insegnava il Necronomicon.
08 Giugno 2015 – Traguardi, sbrilluccichii e voglia di stare a casa
Il lunedì cominciò con la consueta dose di rassegnazione.
“Carissimi, buon inizio di settimana. Io ho passato una domenica un po’ moscietta…”
Non era chiaro se lo dicesse per essere compatito o per dovere di cronaca. Forse entrambe.
Ma almeno una buona notizia c’era: Margherita aveva compiuto 30 anni.
“Finalmente smetterà di dirmi che sono vecchio, perché adesso lo è anche lei.”
Un bacio a Margherita era d’obbligo, mentre il resto della settimana si annunciava… promettente.
Venerdì, infatti, c’era una festa. Una ricca festa organizzata da una collega avvocata di Luisa: Adamantea, nome che da solo metteva soggezione.
“Sono stati invitati i membri più in, più VIP del foro di Paola, Cosenza… Scalea no, forse no. Forse Scalea è stata radiata.”
Peccato solo che la voglia di partecipare fosse paragonabile a un’esperienza traumatica:
“A me la voglia di andarci, sinceramente, è pari a un calcio sullo scroto.”
E non era finita. Il tema della serata?
“L’essere sbrilluccicosi.”
Scritto nero su bianco sull’invito.
L’unico commento possibile:
“Quindi non lo so, mi sbrilluccico la cappella.”
Un venerdì da non dimenticare.
O da dimenticare il più in fretta possibile.
09 Giugno 2015 – Corriere abusivo, pettorali pompati e The Witcher 3
La giornata inizia con una missione speciale.
“Buongiorno gente! Oggi sto andando in direzione opposta rispetto al solito.”
Motivo? La macchina è piena di pacchi da consegnare. Il corriere, la sera prima, era passato troppo presto, lasciando una trentina di scatoloni a terra. Così il custode si trasforma in corriere ufficiale.
“Sto diventando importante. Logisticamente parlando. Sto diventando un’altra regola! … Sto diventando un’altra regola! … Sto diventando un’altra regola!”
La radio mentale ormai era partita in loop.
La sera prima aveva anche iniziato “The Wolf of Wall Street”, quello con DiCaprio.
“L’ho visto tipo un’oretta, perché poi è tornata Luisa dal lavoro… e ha detto: ‘Ah, deve essere fortissimo, lo voglio vedere anch’io!’ Quindi stop, da rivedere insieme.”
L’impressione comunque è chiara:
“Veramente stupendo. Fantastico. Un capolavoro. Divertente, fuori di testa. Ma è tratto da una biografia, vero?”
Sì, è tratto dall’autobiografia di Jordan Belfort, broker e cialtrone professionista.
Più tardi, tra una curva e l’altra:
“Tengo fame, tengo sete, non vedo l’ora di fermarmi al baretto di Cetraro. Cornetto e cappuccino, stasera pure cappuccino.”
Poi via, indoor cycling. O, per come lo chiamavano lì:
“Circuito aerobico. Qualunque cosa voglia dire. Perché non ho ben capito che cazzo è.”
Il dubbio:
“Mi devo portare la calzamaglia? Mi vesto da Arsenio Lupin? Come ci si fa il percorso aerobico?!”
Nel frattempo, si sprecano le battute di spirito:
“Sandrino, i pompini non esistono. Sono creature mitologiche. Apte a illuderci che la donna possa servire a qualcosa in questo mondo.”
E il vero colpo basso arriva da Rocco:
“Mi sono appena preso The Witcher 3 a 45 euro su eBay!”
Il custode lo prende sul personale:
“Ro, non mi devi parlare del tuo lavoro. Tu stai giocando a The Witcher 3 e io no. Questo è il cazzo di problema.”
Game over.
10 Giugno 2015 – Piani saltati, ferie negate e voglia di ribellione
La giornata inizia con un saluto solidale a tutti quelli che, come lui, si trovano in viaggio all’alba per ragioni più o meno nobili:
“Buongiorno, buongiorno a tutti coloro che la mattina sono in viaggio per qualche motivo. Visto che questa discussione siamo in tre… buongiorno a noi tre.”
Il vero tema però è un altro. Il custode aveva provato a chiedere un weekend libero per tornare a Velletri, giusto un paio di giorni: venerdì 27 e sabato 28 giugno. Una toccata e fuga.
“Ho accennato la cosa e mi è stato risposto: ‘Te la prendi nel culo, te la prendi.’”
La motivazione è sempre la solita: troppo lavoro, troppo carico, troppo tutto.
E la cosa brucia:
“Non so quando potrò salire… pare che luglio sia pure peggio. E che cazzo. Mi tocca aspettare agosto?”
Lui però non ci sta. Comincia a valutare soluzioni alternative:
“Che posso fare? Prendo in ostaggio Mimmo? Buco le gomme al capo? Datemi un consiglio.”
Le ferie estive del custode: mission impossible.
11 Giugno 2015 – Carta smagnetizzata, banche di merda e cugini di passaggio
La giornata si apre con una scena da tragicommedia bancopostale. Il custode, in crisi di liquidità, si reca al solito Bancomat di Guardia per prelevare. Ma stavolta, la macchina decide di fare la diva:
“Carta non abilitata. Rivolgersi al proprio istituto di credito.”
Segue bestemmione d’apertura.
“Ma Cristo Dio! Il mio istituto di credito sta in Culonia!”
Che poi non è Culonia, è Belvedere, ma per lui è come se lo fosse, perché ogni volta è un quarto d’ora perso tra sterrati, salite e bestemmie.
Per fortuna, la situazione si risolve quando prova con l’Unicredit di Belvedere, che legge la carta senza fare storie. Quindi la colpa è del Bancomat di Guardia, ribattezzato affettuosamente: quel cazzo di Bancomat di merda.
Nel frattempo, Rocco condivide un aneddoto in tema: una volta la carta di Margherita si era “smagnetizzata” in America. Altro che Belvedere. La morale?
“Il vero ladro non è chi rapina la banca, ma chi la fonda.”
E tra un insulto a Windows 7 e un altro al Bancomat, si passa all’organizzazione dell’addio al celibato di Simone, che Sandrino pensava fosse sabato, e invece è domani sera. Rocco forse ci va, Sandrino no:
“Sto troppo stracco. Se mi vedi ho la barba, sembro un rumeno. Mi manca solo la puzza d’alcol.”
Il custode si scusa per l’assenza degli ultimi tempi. Dice che risponde sempre in ritardo o non risponde affatto, ma non per cattiveria: semplicemente, lavora come un cane. Riesce a leggere i messaggi solo in macchina, la mattina, prima di raccattare Mimmo. Poi sparisce in una bolla lavorativa fino a sera.
A proposito, si ferma come al solito a Cetraro per il suo sacro rituale mattutino: cornetto alla marmellata, caffè macchiato e speranza di una seduta soddisfacente in bagno.
Infine, domanda importante:
“Ma quando si sposa Simone? Perché non vorrei salire a Velletri a luglio e trovarmi da solo, con voi tutti al matrimonio!”
Tutto questo mentre cerca di convincersi che non c’è nulla di sospetto nei pacchi che continua a trasportare…
12 Giugno 2015 – Fascino barbutissimo e muretti condominiali da rifare
La giornata inizia con una dichiarazione d’amore non richiesta, ma apprezzata. Il custode, col cuore tenero e la barba rasata, si rivolge a Sandrino con un elogio da rivista patinata:
“Sandrì, con quella barbetta da bello e maledetto sei proprio un figo della Madonna. Se poi ci vuoi abbinare pure la puzza d’alcol… beh, chiedi a Veronica. Ma per me rimani sempre uno schianto.”
Dopo il momento “Cioè Magazine”, si torna alle cose serie: la gestione del budget mensile.
Il custode racconta di aver prelevato 150 euro, destinati originariamente a un nobile obiettivo: acquistare due banchetti di RAM da 16 giga per la sua gloriosa Steam Machine fatta in casa. Un sogno che però, come spesso accade, viene spazzato via da un nemico subdolo e sempre in agguato: la manutenzione domestica.
Luisa, con la diplomazia di un commissario tecnico sotto stress, lo avverte che “il muretto del balcone sta a crollà”. E siccome un calcinaccio sulla testa di un passante può trasformarsi in un processo lungo e doloroso, si mobilita l’artigiano di fiducia: il futuro marito della cugina (quella che si sposa ad agosto — mortacci loro! — il 23!).
L’artigiano-muratore si offre per sistemare il tutto. Ma il custode si pone il dubbio legittimo:
“Scusa Luisa, ma visto che stiamo in affitto… non dovrebbe pagare l’affittuario? Anzi, il proprietario?”
Niente da fare. Per adesso paga tutto lui. Quindi addio RAM, addio frame rate, addio upgrade. I 150 euro finiscono nel pozzo senza fondo dei “lavoretti urgenti”.
Come se non bastasse, mentre Luisa pulisce, stacca letteralmente un’anta del mobiletto del bagno:
“Vieni a vedere che è successo!”
E lui la trova in bagno, con un pezzo di arredamento in mano come se fosse un trofeo.
Così, tra muretti da ripristinare, ante che cascano e spese da tamponare, la tecnologia può aspettare.
Il custode saluta con filosofia:
“Anche questo mese niente RAM. Un bacione.”
15 Giugno 2015 – Indoor cycling e figure di merda
Il custode comincia la giornata con lo stesso entusiasmo di chi ha appena scalato l’Everest… in bici da fermo.
“Salve gente, sono appena uscito da indoor cycling e sono un po’ sfiatato.”
Nonostante la stanchezza post-pedalata immobile, riesce comunque a fare il dovere civico di ogni bravo cittadino digitale: ha lasciato finalmente la recensione sull’app “mammamia!”. Un momento storico. Poi si lancia in un breve excursus geografico su San Fili, un posto che forse sta a sud di Paola. O forse no. Ma tanto, confessa, non conosce nessuno di San Fili.
La giornata è stata una di quelle in cui le spedizioni si sono moltiplicate come Gremlins bagnati: “abbiamo fatto proprio i botti”, annuncia fiero. Eppure, il vero clou arriva dopo. Un aneddoto. Una di quelle scene che cambiano il corso di una settimana.
Mentre si avvia verso lo stanzino che funge da spogliatoio — un microspazio separato dalla sala indoor cycling da una tendina da camerino da mercatino rionale — sta per fare irruzione su due ragazze in piena fase “cambio abiti”. Per fortuna (o purtroppo?), l’istruttrice Tina lo afferra per un braccio al volo, evitandogli la combo letale: scena da film hard + denuncia per violazione della privacy.
“Oh, ma cazzo! Ma ve spogliate lì? E io dove li lascio i vestiti? Avvisate almeno!”
Il tono è più sconsolato che arrapato. Anche perché una delle due era — citiamo testualmente — “un tocco di fregna assurda”. L’altra? Meno memorabile, ma comunque passabile.
“Comunque, non ho visto assolutamente niente!” si affretta a precisare. “Tina mi ha bloccato giusto in tempo. E le altre due ridevano, oh oh oh… Ma ride su sta figura de minchia?!”
Il custode sospira, un po’ amareggiato, un po’ rassegnato.
“Qua se fai il maniaco te conoscono tutti, e c’hai pure la fedina penale sporca solo per aver guardato troppo.”
Si consola con la consapevolezza che almeno l’onore è salvo. E le palle pure, visto che Luisa non ha ancora sentito il messaggio.
16 Giugno 2015 – Fallout 4, Shenmue 3 e ritorni dal passato videoludico
La giornata si apre con un buongiorno del Custode distribuito con equità, almeno in apparenza:
“Buongiorno al caro Sandrino, che forse è sul treno e non può rispondermi… ma magari sì. E buongiorno al caro Rocchino, che con la sua 500L sfavillante non mi degna più nemmeno di una risposta.”
L’accusa è lanciata. L’allusione è chiara: la 500L ha fatto perdere la testa a Rocco, al punto da dimenticarsi dei poveri amici rimasti a piedi. Il Custode ironizza sull’assenza di interazioni, anticipando persino la replica:
“Lo so, lo so, Rocco dirà: ‘Ma perché mai fatto una domanda?’… Era così, per provocàtte!”
Nel frattempo, il mondo videoludico brulica: sono in corso le conferenze dell’E3 2015 — pardon, “le cube duemilaquindici”, come le chiama lui. E il Custode, con l’emozione di un bimbo davanti a una vetrina di giocattoli, lancia l’annuncio:
“Mass Effect Andromeda per Natale 2016! Non ho visto il trailer, non ho letto nulla, non so un cazzo, però… è uscito! Cioè, esce!”
L’entusiasmo, anche se senza dettagli, è palpabile. Ma a riportarlo sulla terra ci pensa Sandrino, appena liberato dalla morsa del trenino:
“Caro Robertino, Fallout 4 e Shenmue 3 sono le vere novità, altro che Andromeda!”
La sua voce si fa tremante solo a pronunciare Shenmue. Un nome che per i veterani delle console ha un potere mistico, quasi tantrico.
“Io mi ci ammazzai ai tempi su Xbox la prima. Il fatto che esca questo qua… veramente mi sparo una sega!”
Un momento di pura poesia.
Sandrino chiude il collegamento con l’eleganza di un diplomatico ONU:
“Adesso sono arrivato in ufficio e vi saluto.”
E così si chiude un altro episodio della saga dei custodi, dei trenini, delle 500L, dei corrieri del mistero… e dei videogiocatori che non mollano mai.
17 Giugno 2015 – Rare ritorna, Sony delude e Destiny si prende Rocco
Il Custode, visibilmente in overload da conferenze E3, si affaccia virtualmente sul gruppo con una lucidità degna di chi ha visto troppi trailer con poca connessione:
“Devo ancora seguire la conferenza Sony… Non so quasi nulla… Ma immagino. Se non hanno presentato nulla, vuol dire che già si sapeva, boh. Un remake di qua, un Uncharted di là…”
Un flusso di coscienza informatico, in cui perfino Microsoft viene scambiata per Sony, e la Rare – quella leggendaria Rare dei bei tempi – diventa protagonista assoluta:
“Torna la Rare! Con un gioco alla World of Warcraft… ma coi pirati! Sì, bello, ma è sempre un gioco multiplayer del cazzo.”
L’entusiasmo c’è, ma è mischiato a un sottile senso di tradimento. Forse perché il Custode sogna mondi da esplorare da solo, senza dodicenni urlanti in chat vocale.
Lui cerca di seguire tutto come può: “un po’ al lavoro, un po’ al cellulare, finché non mi si scarica un giga.” È un reporter di guerra digitale, armato solo del suo giga residuo e della pazienza di un santo.
Alla fine, si concede un sorriso pensando a Dishonored 2, titolo che gli aveva fatto brillare gli occhi già col primo:
“Mi era piaciuto tantissimo, per l’ambientazione e tutto… non lo so, mi spulcerò e poi vi dirò.”
Ma quando il Custode si ferma, ecco che arriva Sandrino, risentito come solo chi si sente trascurato sa essere:
“Scusate, ma io qualche giorno fa vi avevo detto quali erano i giochi per PS4. Quindi mi rendo conto che non mi ascoltate. Due giorni senza macchina, prendo il treno… e mi dimenticate?”
Il suo grido riecheggia come quello di un Banshee del web, perduto tra i feed ignorati e i vocali inascoltati.
Dimenticato dal mondo.
Tradito dal gruppo.
E con la barba sempre più da rumeno.
18 Giugno 2015 – Tyrant, cattivi irresistibili e Wayward Pines saltato
Il Custode si sveglia ispirato. È in partenza per l’allegra cittadina di Scalea, ma ha ancora addosso il sacro fuoco della serialità televisiva:
“Mi sto divertendo con Tyrant. Non so se ve ne avevo già parlato, ma siamo all’ottavo episodio e sembra la prima stagione di Homeland!”
L’entusiasmo è tangibile. C’è il ritmo, ci sono i colpi di scena, e soprattutto c’è lui, il protagonista:
“Un figo della madonna. Se fossi donna, me bagnerei dalla mattina alla sera. E Luisa conferma!”
Dichiarazioni forti. Ma sincere. Il fascino mediorientale batte tutto, anche i sensi di colpa da spoiler.
Poi arriva la delusione settimanale. Scopre che Wayward Pines non andrà in onda quel giovedì.
“Ma perché? Cazzo succede questo giovedì? Che due coglioni! Torna il 25!”
Una frustrazione vera, quella di chi aveva già preparato birra e plaid.
Ma la parte migliore arriva quando si lancia nella trama dettagliata di Tyrant, in una versione che parte in quarta, si incarta a metà, riparte e poi si raddrizza colpo su colpo:
“Allora, è la storia di due fratelli… Jamal e Barry… anzi no, Bassam. Barry è il nome americanizzato. Bassam fugge da piccolo dalla patria dittatoriale, fa carriera da medico in America… poi torna per il matrimonio del nipote e… dacchete, succede un casino!”
Un riassunto incasinato ma genuino, che trasuda passione.
Il tono è da recensore di Netflix col sonno arretrato, ma l’effetto è chiaro: Tyrant merita.
“A me me sta a piacere veramente tanto. E poi, lo so, fate voi.”
Chiude così, con la leggerezza di chi ha appena consigliato una bomba.
E con la speranza che almeno uno del gruppo lo ascolti.
19 Giugno 2015 – Birrette, chilometri al litro e ultimi preparativi
Il ritorno di Rocco è come sempre garbato e pieno di dati tecnici:
“Carissimi, buongiorno, buongiorno! Mi scuso per l’assenza, ma sono periodi di grande lavoro.”
Poi sgancia la notizia bomba con la naturalezza di chi ha appena preso il pane:
“Ieri abbiamo preso una nuova macchina.”
Così, senza effetti speciali. Ma subito dopo arriva l’orgoglio da automobilista in erba:
“Oggi l’ho provata, va veramente bene. Ho fatto 21 km al litro, nonostante il traffico e il primo utilizzo!”
Numeri che fanno impallidire anche il più esperto dei venditori della Fiat. Intanto, si affaccia un invito a metà tra il casual e il logistico:
“Se facciamo in tempo magari ci vediamo giù a Piazza Mazzini ai Tre Papaveri… birretta o gelatino, dipende da come stiamo messi con Leonardo.”
Leonardo, come sempre, è la variabile impazzita nei piani serali. Ma si intravede la luce:
“Probabilmente dormirà da Lucia, quindi… vediamo.”
Però, c’è anche un’altra variabile importante da considerare:
il matrimonio di Simone, previsto per il giorno dopo.
“Dobbiamo vedere un po’ di cose.”
Detto con la calma tipica di chi si ritroverà a stirare la camicia un minuto prima della cerimonia.
“Vi aggiorno dopo, ciao ciao!”
E con questo, Rocco saluta e sparisce. Con la macchina nuova, un consumo record, e una birretta in forse. Tutto torna.
20 Giugno 2015 – Matrimonio di Simone, esclusioni e polemiche sociali
Una giornata apparentemente tranquilla… ma solo all’apparenza.
Il Custode apre le danze con filosofia zen:
“Raga, io penso che sia giusto così. Non è che possiamo invitare sempre tutto e tutti.
Sono contentissimo per Simone, e non ci vedo nulla di male nel fatto che non mi abbia invitato. Stop.”
Un discorso che farebbe invidia al Dalai Lama. Ma appena dopo, tac, vira di colpo sulla furia latente:
“Rimango basito da Antonio. Ma vabbè, è un discorso che affrontiamo dopo.”
Spoiler: lo affronteranno subito. Rocchino, incuriosito come un gatto davanti a un sacchetto di plastica, chiede:
“Ma perché? Che ha fatto Antonio?”
La risposta non si fa attendere. Il Custode, ormai in modalità Report, tira fuori la lavagna con le frecce e i dati:
“Antonio è stato demansionato. Sta in uno sgabuzzino. Fa video su internet dove fuma sigari e parla dei sigari.”
Sì, avete capito bene. E intanto si lamenta del lavoro che non gli piace, del conto in rosso, delle spese…
Per poi postare dopo 30 minuti la Collector’s Edition di Cowboy Bebop appena acquistata.
E Rocco, come il giudice del tribunale di Gotham, lo inchioda con un commento chirurgico:
“Ma non eri povero?”
Il colpo finale: tre mesi fa si è comprato una Harley Davidson da 7.000 euro.
Altro che povero: è il Batman dei contratti pubblici.
Nel frattempo, Sandrino fa notare che:
“La voce di Leonardo sotto che cerca di dire la sua è la parte più bella del messaggio.”
E chiude con una stilettata:
“Che cazzo, ma veramente ti metti a parlare dei bambocci su Telegram? Ma dai, hai 40 anni.”
Nel mentre, si conferma che Antonio ha raccontato tutto su Facebook e Telegram. Su tre profili diversi. Che a volte si rispondono pure tra loro. Una specie di social network personale in cui è protagonista, antagonista e pubblico pagante.
E così, tra inviti mancati, Collector Edition, sigari e Harley Davidson, anche il 20 giugno si chiude con un grande classico della compagnia: la disillusione affettuosa e un po’ ridicola verso i vecchi amici.
21 Giugno 2015 – Matera, gossip e appelli alla memoria di Rocco
Silenzio sulla linea. Un silenzio strano, sospetto. Così strano che Sandrino rompe per primo l’incantesimo:
“C’è qualcuno sì?”
Dall’altra parte nessuna risposta. Ma non è vero, perché subito dopo si rende conto che… stava parlando da solo.
“Uh, mi sono reso conto ora che stavo parlando ma non avevo il pollice pigiato bene sul tastino.”
Classico errore da veterano del walkie-talkie. Ma il messaggio, finalmente, parte:
“Custode, come mai a Matera in vacanza? Che bravi!”
E poi si ricorda dell’evento del giorno: il matrimonio di Simone.
“Invece Rocco, raccontaci del matrimonio, dai, vogliamo sapere!”
Rincara la dose qualcun altro del gruppo, stavolta più conciso e folkloristico:
“Sì, infatti, raccontaci del matrimonio, vogliamo sapere. Ahumma Ahumma.”
Il matrimonio è in corso, o forse appena finito. Nessuno sa se Rocco sia ancora vivo o se stia annegando tra confetti, parenti e coreografie da sala ricevimenti. Ma una cosa è certa: la chat freme in attesa del reportage ufficiale.
22 Giugno 2015 – Patrimonio Unesco, autoclavi rotte e ansie da sposo
Il lunedì si apre tra colazioni, viaggi culturali e piccole grandi tragedie domestiche. Il Custode, reduce dal weekend e visibilmente ancora stordito, prende parola per primo:
“Buongiorno reduci matrimoniali… o matrimoniosi! Stamattina colazione da Rino, che non so per quale motivo era felice come un bimbo al luna park. Talmente su di giri che m’ha pure offerto la colazione. Incredibile. Scendete più spesso, così magari me la paga più spesso pure a me!”
Poi parte il racconto del giorno prima:
“Ieri siamo stati a Matera. Perché? Boh, a Luisa gli è preso lo sghiribizzo dei sassi patrimonio UNESCO, capitale della cultura e tutti ‘sti cazzi… Quindi ci siamo andati. Bellina, eh. Ma non è che mi strappo i capelli per Matera. Però almeno muovèmo il culo da casa.”
Il viaggio tra i sassi, però, è nulla in confronto a ciò che lo aspetta tornando a casa:
“Ragazzi, sono senza acqua da venerdì. L’autoclave funziona sì, ma male. Siamo al terzo piano e l’acqua arriva con la pressione di un respiro d’anziano. Non parte manco la caldaia. Mi sto facendo la doccia a secco: mi insapono e resto là. V’ho detto tutto.”
Poi, un pensiero profondo:
“Ieri, dentro uno di quei cazzo di sassi, m’è venuto un paragone: questi vivevano in buchi nel tufo, senza luce né acqua. E io? Niente connessione, niente acqua, solo la corrente. Posso dire che sono tipo un abitante di Matera del 2015. Però con lo shampoo.”
Intanto Sandrino, ancora frastornato dall’euforia nuziale di Rocco, confessa:
“Ogni volta che parlate dei matrimoni perfetti mi viene l’ansia. Il mio sarà un disastro, già lo so. Ma vabbè, basta che ci siete voi. E se andrà tutto storto, almeno se ne parlerà per mesi.”
Nel frattempo, il Custode torna all’attacco con la telenovela ADSL:
“Domani viene un altro tecnico Telecom. Ma stavolta abbiamo scoperto chi è il proprietario della proprietà privata da attraversare con i cavi: il tabaccaio di guardia! Quello del corso! L’unico corso!”
Ovviamente, i tecnici parlano già di costi a carico dell’utenza, di canaline ostruite e di misteriosi rilievi notturni fatti, probabilmente, in tuta da sub. Il Custode è pronto all’ennesima inculata.
“Ve lo immaginate il tabaccaio quando gli dicono che dovrebbe pure pagare per farmi passare il cavo? Già mi viene da ride. O da bestemmia. Vabbè. Vi aggiorno domani.”
23 Giugno 2015 – Guerra dei parcheggi, cagate strategiche e fibra irraggiungibile
Il Custode era di ottimo umore quella mattina, forse grazie alle note incalzanti dei Ghostbusters che facevano da colonna sonora all’ennesima battaglia urbana. La palazzina, un tempo tranquilla e semivuota, era ormai invasa da nuovi condomini. Il parcheggio? Trasformato in campo di guerra. Macchine di traverso, sgambetti su quattro ruote, dispetti e sfide silenziose per il posto più vicino al cancello.
«Non sanno che vengo da Velletri,» borbottava tra sé, «dove il parcheggio era una religione e io… un piccolo Rossetto Pulito.»
Ma non era solo questione di lamiere e posteggi selvaggi. Da tre giorni, sulla rampa d’uscita del cancello, c’erano delle cacche. Non cacche qualsiasi, no: erano le cacche di un cane strategico, probabilmente al primo piano. «Mi ci passo sopra tutte le mattine,» lamentava il Custode, «e rischio di portare la merda fino al lavoro, nei solchi della gomma. È umiliante.» Meditava vendetta. Un piano si faceva strada: scopetta, paletta e riconsegna del pacco direttamente davanti all’uscio.
Sandrino, sensibile come sempre, apprezzava. «Roberto, sei dolce anche nella merda. Ma magari prima prova con un biglietto sul portone, poi passa alla cacca con consegna.»
Intanto, il Custode si preparava al grande evento del giorno: la venuta del tecnico Telecom. Sarebbe dovuto arrivare per l’ennesimo sopralluogo. La rete era ancora un miraggio, e la situazione cominciava a degenerare. Canaline otturate, cavi da far passare sotto la strada, e costi imprecisati «a carico dell’utenza». Il tabaccaio del corso, proprietario del pezzo di terra dove si annidava la famigerata centralina, era già stato avvisato. Ma la tensione era alta.
«Siamo nel 2015,» sbottava il Custode, «e ancora stiamo a pregare Telecom come se fossero sciamani con le maschere da sub che leggono le canaline con l’eco.»
Sandrino non perdeva occasione per sfotterlo amorevolmente, ricordando anche la sua vecchia esclusione dal clan di World of Warcraft. «Rocco ci ha tradito per Destiny, come tu facesti con me anni fa… ma ora tu sai cosa si prova.» Il Custode si commuoveva. «Ho peccato, ero giovane… 35 anni… ora capisco il dolore.»
Arrivò infine anche il grande aggiornamento matrimoniale. Il Custode, in un lungo messaggio dalla macchina (mentre sudava e puzzava, secondo le sue stesse parole), snocciolò tutti i dettagli delle nozze imminenti: l’artista misterioso calabrese, la mise en place gentilmente offerta da una cugina (che lui voleva chiamare “soffocon del bucio”), le bomboniere in uncinetto a forma di reggi-scroto e poggia-vagina. Un quadro misto di romanticismo e nonsense casereccio.
La ciliegina? Il viaggio nelle Marche a settembre per consegnare di persona le partecipazioni, guardando negli occhi i parenti. «Così se mi devono dire di no, almeno lo fanno in faccia.»
Sandrino, affettuoso e sarcastico come sempre, apprezzava: «Bravo Cust, è un gesto bellissimo. Ma ti prego, chiama le cose col loro nome: si dice mise en place, non soffocotto del bucio.»
A fine giornata, mentre chiudeva il cancello evitando le cacche, il Custode mandava per sbaglio un vocale imbarazzante. Poi si preoccupava: «E se mi succedeva mentre stavo a fa’ la pippetta?!»
24 Giugno 2015 – Mistero di Rocco risolto: vivo, stressato e amante dei portascroto
Il Custode aprì la giornata con un annuncio squillante:
«E stasera vado a mangiare pesce!»
Pausa.
«Ho detto mangiare, non prenderlo.»
La puntualizzazione fu accolta con approvazione e un pizzico di sospetto. Sandrino, in versione giudice inflessibile, lanciò la sfida:
«Vediamo se, per una volta, fai quello che devi fare.»
Il Custode, pronto alla tenzone, rispose come un duellante d’altri tempi:
«Ok Sandrino, sono pronto.»
Ma Sandrino, per nulla convinto, affondò il colpo:
«Guarda che te la stai rischiando. Veramente. Rocco, ogni tanto si salva. Ma tu, tu sei sul filo del rasoio, Roberto.»
A quel punto il Custode, con tono da complottista in cerca di un capro espiatorio, si chiese:
«Ma Rocco? Che fine ha fatto Rocco? Sandri, gli hai fatto qualcosa? O magari gliel’ho fatta io? No perché qua, secondo me, ci ha sostituiti con una discussione parallela… che ne so, magari con dei pupazzetti.»
Sandrino, diplomatico, ipotizzò un complotto segreto ordito alle loro spalle:
«Forse un giorno ci dirà cosa sta tramando…»
E proprio in quel momento, come evocato da una seduta spiritica, arrivò lui.
Rocco.
«Amici, amici, amici!» esordì, con voce affaticata e toni da reduce di guerra.
«Sono appena uscito da studio. Sto tornando a casa. Giornata devastante: un’ora e mezza di chiacchiere con due avvocati rompicoglioni.»
Aggiunse poi, con un filo di voce:
«E mi stavo pure schiantando in macchina, ma ho recuperato. Giuro che non mi avete fatto niente, sto solo lavorando come un bovino.»
La preoccupazione serpeggiava nel gruppo.
«Ma si è schiantato davvero? Rocco sei vivo?!»
Rocco, tra un avvocato e l’altro, spiegava che l’anno scolastico finiva, i genitori piangevano per i figli rimandati, e nel frattempo gli avvocati si moltiplicavano.
«In più – disse con tono drammatico – ieri sera il mio fratello si è beccato il due di picche per telefono. Quindi giornata di conforto. Ho trattato male anche una tizia dell’assistenza sociale che mi scassava il cazzo: grande soddisfazione. Eppure, nemmeno mezz’ora al giorno riesco a dedicare al mio clan su Destiny. E loro mi adorano. Ma voi, voi non vi sacrifico mai.»
Il Custode, con un guizzo d’interesse, riportò la conversazione su un tema a lui caro:
«Portascroto in arrivo. Sarà utilissimo. Non vedo l’ora di farvelo avere tra le mani.»
Poi, con tono più serio:
«Sandri, ma noi… noi cosa siamo? Invitati? Testimoni? Figuranti? Parte della folla? Voglio dire… mi preme sapere.»
Sandrino, sornione, rispose con tono criptico:
«Ogni risposta a tempo debito.»
«E i Lannister – aggiunse – pagano sempre i loro debiti.»
Un attimo di silenzio.
«Cazzo, me manca l’ultima puntata!» sbottò Rocco.
E come se non bastasse, il Custode chiuse con una canzone nonsense in inglese:
«As I was going to Darby… I met the finest ram, sir…»
Il messaggio terminava con una serie di “that’s a lie” ripetuti, segno che la giornata era ormai scivolata nel delirio più totale.
25 Giugno 2015 – Mediaworld, Willy l’Orba e recensioni mancanti su “mammamia!”
Sandrino iniziò la giornata con un interrogativo esistenziale lanciato come una bomba su Telegram:
«Custo, oggi è giovedì? Giovedì? Quando è l’ultima volta che sei andato a cena fuori? Perché o non vai, oppure ti fa schifo la mia app. E io voglio sapere se è perché non te ne frega un cazzo!»
E chiuse con tono melodrammatico:
«Forse… forse Caccabrini è davvero il mio futuro.»
Gusto, colpito nell’orgoglio (ma non troppo), tentò di rassicurarlo con affetto e distrazione:
«Sandrino, non pensare a queste cose. Pensa che sto andando da MediaWorld con Margherita, che oggi c’ha un occhio chiuso per la congiuntivite, modalità Willy l’Orbo attivata.»
Poi snocciolò i veri motivi del viaggio:
«Oggi sconto del 40% su film e videogiochi! Mi sa che mi porto a casa Dragon Age 3, Bloodborne, GTA V e Far Cry 4.»
E chiuse con un tenero:
«Baci baci a tutti.»
Rocco, carico d’entusiasmo, rilanciò anche un invito per Jurassic World:
«Se ce la facciamo domenica pomeriggio, andiamo a vederlo. Ti faccio sapere.»
Sandrino, però, aveva in mente un altro tipo di giurassico.
«Io invece vorrei sapere una cosa: sono mesi che penso alla PS4… ma posso comprarmela o devo aspettare il nulla osta da voi?»
Poi aggiunse:
«Mi sarebbe piaciuto venire al cinema, ma sto a Siracusa. Torno solo domenica sera. Grazie lo stesso.»
Nel frattempo, dal nulla, partì un messaggio audio misterioso.
Il Custode si affrettò a chiarire:
«Quel rumore NON era una manovra nelle mutande alla ricerca del mio scroto. Mi è solo partito un vocale per sbaglio.»
E visto che l’audio era già in viaggio, ne approfittò per confessare i suoi peccati:
«Sandrino, giuro che non ti ignoro. È che qua a Guardia la vita sociale è un po’ fiacca. O sto a cena dai suoceri, o sto a casa con Luisa.»
Poi abbassò lo sguardo (idealmente) e aggiunse a bassa voce:
«Forse… forse in tutti questi mesi non mi sono ancora registrato per recensire su Mamma mia!»
Silenzio.
«Ecco, l’ho detto.»
Sandrino, con tono ironico e paterno, approvò la scappatella videoludica di Rocco:
«Approfittane, approfittane! Bravo, bravo. Fallo ora che Margherita è Willy l’Orbo: con un occhio solo è meno pericolosa.»
Il Custode intanto, reduce da un’ennesima sessione di indoor cycling, annunciò con orgoglio:
«Sandri? Sono tornato. E stasera ho fatto il pieno… di culi. Non posso non fare quello che devo fare: sto proprio carico in ogni senso.»
Pausa.
«Saluti anche a Margherita!»
Poi, riascoltando il messaggio, si rese conto che c’era un rumore ambiguo in sottofondo.
«Giuro che NON stavo facendo quello che pensate. Giuro. Anche se… ero ancora in macchina. Che schifo.»
Sandrino, impietoso, lo inchiodò:
«Ti sei segato mentre parlavi, eh? Ti si è pure tappato il dito sullo schermo. Guarda, per fortuna che Veronica non stava sentendo!»
Poi, con spirito imprenditoriale, cambiò tono e disse:
«Comunque, la pubblicità del tuo cielo su Leggo era fantastica. E senti, mi procuri qualche peperoncino super piccante? Lo voglio piantare.»
26 Giugno 2015 – Intervista accademica e sorche padovane
Il venerdì si aprì con l’inevitabile saluto del Custode, che da pendolare consumato sapeva già a cosa andava incontro.
«Buongiorno, buongiorno custode, buongiorno Sandrino!» esordì, allegro come sempre.
«Sto allegramente andando a Roma… dove, come ogni venerdì con il sole, c’è lo sciopero generale dei mezzi. E quindi, troverò l’inferno.»
Ma non era questo a renderlo agitato.
«Oggi sono emozionato, ragazzi. Alle 16:15 verrò intervistato da una dottoranda dell’Università di Padova. Una tesi di dottorato, niente di meno!»
Tema della tesi: “L’uso dei test psicologici nelle popolazioni migranti”.
«Pare che ha saputo che io ho fatto test a indiani, americani, siriani… tutta gente seria.
E niente, per qualche motivo mi ha scambiato per un esperto. E io non lo sapevo!»
Poi, con tono più basso e sorrisetto da liceale, aggiunse:
«Ah, dimenticavo… ho visto le sue foto su Facebook e WhatsApp.
Diciamo solo che… è una sorca malededetta, diciamo così. Ovviamente questo messaggio si autodistruggerà tra 5 secondi.»
Nel frattempo, Rocco aveva avuto una visione.
«Sandrino! Stavo tornando da San Cesario, appena uscito dall’autostrada, e cosa vedo? Un cartello: Festival dei Droni!»
Silenzio. Poi esplose:
«Ma che cazzo! Stanno facendo un Festival dei Droni!»
30 Giugno 2015 – Mimmo, l’apetta, l’atleta dell’anno e la scheda video della disperazione
Il Custode si affacciò sull’ultimo giorno di giugno con una domanda esistenziale: “Ma ‘sti dinosauri, com’erano davvero?”
L’aveva evitato fino all’ultimo, quel Jurassic World, e adesso si chiedeva se avesse fatto bene. Per sicurezza, si rifugiò nel pensiero più confortante: “Dicono che il videogioco LEGO Jurassic World sia divertentissimo.” Un uomo che si fida dei mattoncini, d’altronde, non potrà mai perdersi del tutto.
La mattinata però portò con sé un evento che andava raccontato: il collega Mimmo, un gigante dal cuore fragile, stava dando spettacolo.
Stavano quasi arrivando al lavoro, quando Mimmo cominciò a dimenarsi come un indemoniato, sbattendo i piedi sul tappetino dell’auto.
— “Mimmo! Ma che cazzo fai?”
— “C’è qualcosa! Un ragno! Una vespa!”
— “Sfondi la macchina, stronzo!”
Il Custode, tentando di non ridere, mise le quattro frecce e fermò l’auto. Mimmo scese di corsa. Il colpevole? Una petta, una di quelle apette pelose, dolci, mezza rincoglionita dal caldo. “Una parigina”, avrebbe precisato dopo con tono da entomologo da bar.
— “Non è che ho paura, è che punge…” si giustificò Mimmo.
— “Sì, Mimmo. Sì. E io sono Sailor Moon.”
Con un pezzo di carta, il Custode la fece salire in prima classe e la liberò fuori.
Mimmo risalì in macchina, il Custode trattenne gli insulti. “Sto energumeno con la sensibilità di un cucciolo di panda sotto Xanax è pure quello che mi firma lo stipendio. Allegria.”
Ma la vera notizia era un’altra: venerdì sera ci sarebbe stata la cena della palestra. Un evento da red carpet. E lì, sorpresa delle sorprese, sarebbero stati premiati gli atleti dell’anno. Maschile e femminile.
E secondo indiscrezioni… il Custode era in lizza.
Il sogno di una vita. Un podio, un premio. Una targa con scritto: “Sfornato al limite dell’infarto, ma sempre presente.”
Nel frattempo, nella sua spirale di disperazione emotiva, confessò di essere tentato da una scheda video da 670 euro, senza avere i 670 euro.
— “Vendo MSI GTX 970, 4 giga. 200 euro. È una bestia. Compratela o vi blocco su Telegram.”
E giusto per confermare la crisi d’identità, cercò di farsi forza scaricando (di nuovo) l’app “mammamia!”, scoprendo però di essere già registrato.
“Ma allora la supporto o no? Ma perché Sandrino mi odia? Perché ogni volta che provo a scrivere una recensione, l’app me la rifiuta come fossi un analfabeta con le mani sporche d’olio?”
Poi, altro pensiero: la fine dei corsi di indoor cycling.
Ultima lezione.
Fine di un’epoca. Fine di una routine, di culi da osservare, di sudore condiviso.
— “Che faccio da luglio? Corro? Ma se c’ho le ginocchia che piangono. Bici? Non ce l’ho. Se ce l’avessi, butterei tutto in quella cazzo di scheda video.”
La verità la conosceva anche Sandrino:
— “Custode, comprati una cazzo di bicicletta, esplora la Sila, vai in Puglia, fai qualcosa. La scheda video no, per favore no.”
E Veronica, ascoltando tutto da dietro, rideva. Ma rideva col cuore.