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Il congedo dall’Arma: l’ultimo giorno del mio servizio militare

CAPITOLO 13 – Il congedo

Gli effettivi: tre personaggi da fumetto

All’autodrappello non eravamo solo noi ausiliari.
A lavorare con noi c’erano anche tre Carabinieri effettivi, tutti con il grado di appuntato, che prestavano servizio fisso alla Scuola.

Ognuno di loro, a suo modo, sembrava uscito da un fumetto.

L’appuntato Coppi – il re del ciclismo

Se ne stava tutto il tempo davanti alla TV, incollato a gare di ciclismo, tanto da diventare una leggenda dell’immobilità.
Nessuno poteva spostarlo, nemmeno gli altri carabinieri, che lo insultavano regolarmente per la sua monomania sportiva.

L’appuntato Mastica – tabacco e bestemmie

Quello che più lo insultava era l’appuntato Mastica, sempre con il suo tabacco tra i denti neanche fosse ad una gara americana di baseball.
Amava prendere in giro uno dei miei compagni marchigiani, imitandone l’accento in modo tanto comico quanto spietato.

Bestemmiava spesso:

  • Se qualcuno nominava il Signore in sua presenza
  • Se qualcuno rigava una macchina
  • Se sentiva parlare dialetto marchigiano

L’appuntato Sirena – corsa e adrenalina

Infine l’appuntato Sirena era quello che di solito portava la macchina in banca per prendere, alla fine del mese, la cassetta di sicurezza con gli stipendi della Scuola. Gli altri facevano a gara per accompagnarlo, perchè ogni volta si portava dietro altri due carabinieri che avevano il compito di tenere il mitra pronto ad eventuali tentativi di furto al portavalori e perchè guidava all’impazzata per Roma con le sirene spiegate.

L’Alfa 33 e il culto della sgommata

Sirena era anche il meccanico della Scuola ed alcune macchine penso le modificasse pure, c’era un’alfa 33 che sicuramente sapeva il fatto suo tanto che facevamo a gara a chi riuscisse a partire sgommando e successivamente a cambiare le marce continuando a sgommare. Il record era di tre marce e tanto fumo!
Ma a parte qualche sgommata eravamo tutti consapevoli del fatto che non avremmo mai dovuto usare la sirena ed il lampeggiante, nè la paletta che era una specie di lasciapassare silenzioso nel traffico. Non tanto perchè eravamo rispettosi delle regole, quanto perchè se ci avessero beccato ad abusarne il Maresciallo Uanema ce l’avrebbe fatta pagare.

L’ultimo giorno: il congedo dall’Arma

Un anno passa in fretta, oltre al mio compagno di stanza vedo andar via anche gli Ausiliari più anziani ed arrivarne di nuovi che prendono il loro posto, e la mattina del 17 dicembre 1998 il Colonnello responsabile delle risorse umane mi consegna il Congedo dall’Arma dandomi l’in bocca al lupo per il mio futuro lavoro in Telecom Italia Mobile. Decisi di non firmare per un altro anno nei Carabinieri perchè avevo ottenuto un contratto a tempo determinato di due anni come operatore di call center del 119, un lavoro grazie al quale avrei terminato il mio percorso formativo nella vita del lavoro, facendo una gavetta talmente dura che ancora oggi mi fa sembrare tutto roseo!

L’ultima eredità: la stecca

E così consegno la stampella al mio nuovo compagno di stanza, rinnovando quel ciclo di esperienze che hanno fatto di tanti ragazzi Italiani dei veri e propri uomini, o che almeno li hanno indirizzati verso quella strada.

Conclusione: salire è più facile quando sai da dove vieni

L’anno di militare mi ha fatto conoscere nuove persone e mentalità, le regole del lavoro e la consapevolezza che la vita non può rimanere una strada piatta su cui ci trasciniamo, anzi, il cammino è quasi sempre in salita e a volte hai bisogno di tutto te stesso per arrampicarti.

Ma poi ti volti, e vedi che dietro di te c’è un paesaggio di esperienze.
E allora, passo dopo passo, camminare diventa più facile.

Perché stai crescendo. E il tuo passo è più sicuro.

FINE.

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VITA MILITARE: LA MIA STORIA

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