Willow, ovvero la provincia della provincia della provincia
Come ormai mia abitudine, inizio il nuovo giorno parlandovi della sera di quello precedente!
Willow. Due chiese, un distributore di benzina, un drugstore misto supermarket-rivendita alcolici, e una highway che taglia il paese da parte a parte. Oppure, se volete dirla alla Davis: “la provincia della provincia della provincia della merda della provincia più sperduta d’Alaska”.
Eh sì, perché questo è un posto di passaggio e disperazione, dove vivono sparpagliate nel bosco circa 2000 anime, vestite luridamente per chissà quale attività svolgano durante la giornata. Noi, Willow, lo frequentiamo la sera per cena, avendo il lodge nei paraggi.
Il supermarket dell’orrore (e dello stomaco coraggioso)
Come detto, l’unico posto dove mangiare è il supermarket. Entriamo spinti dai crampi allo stomaco.
L’interno è un piccolo incubo in moquette lurida: scaffali pieni di biscotti e roba super calorica, un bancone con la piastra, due ragazze locali come commesse e una cliente in ciabatte, spettinata e in tuta, con una vaschetta gigante di gelato appena confezionata… prelevata da un secchio bianco anonimo.
Davis e Chiara si rifiutano di mangiare. Io no. Ordino un sontuoso sandwich con hamburger gigante, cipolla, maionese e patatine fritte.
Mentre la ragazza cucina il tutto su una piastra intrisa di grasso secolare, entra un tizio in tuta unta d’olio e ordina mezzo chilo di pancetta fritta. Rosico. Il mio panino, al confronto, sembra un pan bauletto.
Quando la ragazza pulisce la spatola facendo colare grasso nero come la pece, mi ricompongo. Il panino, alla fine, è ottimo. Non adatto a stomaci deboli, ma io reggo. L’ambiente? Malsano. Ma serata promossa.
Talkeetna e il sindaco a quattro zampe
Oggi ci aspettano circa 200 km di strada verso il Parco del Denali, principale attrazione dell’Alaska. Piove a dirotto tra i boschi di abeti, ogni tanto ci fermiamo a sgranchirci.
Una di queste soste è Talkeetna, dove ci prendiamo un caffè lungo aspettando che spiova. Dal bancone del negozio salta fuori un gattone rosso che esce come nulla fosse e se ne va sotto la pioggia. Davis si innervosisce (la tipa ci aveva appena servito la merenda da lì), e quasi gli tira una zampata per la rabbia. (Niente paura, non l’avrebbe mai colpito.)
Stranamente, ci accorgiamo che tutti in strada ci stanno guardando. Iniziamo a sospettare. Davis passa dal tentato scatto alla carezza diplomatica. E facciamo bene.
Scopriamo che quel gatto si chiama Stubbs. E che è il sindaco del paese da 15 anni. Eletto a furor di popolo. Riconfermato sempre. Sindaco. Gatto. Alaska.
Se un paese non ha monumenti o luoghi storici… può succedere anche questo. 🙂
Denali National Park: l’avventura può cominciare
Nel pomeriggio arriviamo al Denali National Park, dove un enorme e organizzatissimo centro accoglienza ci illustra come trascorrere i prossimi due giorni all’interno dell’area protetta.
Prenotiamo per domani un trekking di 5 miglia nella tundra con ranger al seguito, e un bus che ci porterà per 60 miglia all’interno del parco, dove incontreremo le altre 8 persone del nostro gruppo.
Finalmente si comincia sul serio. La natura selvaggia dell’Alaska ci aspetta. Non vediamo l’ora.