CAPITOLO 5: a scuola, di nuovo
Dall’aula al poligono: la formazione tecnica militare
Dal secondo mese di addestramento militare, ogni giorno prevede anche quattro ore di lezioni teoriche: due la mattina e due nel pomeriggio.
Seduti in aula, impariamo le basi del diritto pubblico, il galateo militare, difesa personale, e soprattutto la tecnica di smontaggio e rimontaggio delle armi. Il nostro Capo Compagnia ci guida attraverso questa nuova dimensione del servizio militare: quella in cui impariamo a usare strumenti letali con responsabilità, controllo… e tanta attenzione alle molle volanti.
L’armamento in dotazione: tra mito e realtà
Quando saremo assegnati alla nostra destinazione finale (dove passeremo i successivi nove mesi di leva), avremo in dotazione:
- Mitraglietta Beretta M12
Poco affascinante, già allora sembrava un residuato bellico, ma era parte delle nostre esercitazioni in caso di scorte armate. - Pistola Beretta 92 SB Parabellum
Mitica, elegante, protagonista in film di culto: Die Hard, Arma Letale, A Better Tomorrow, Demolition Man…
Smontaggio e rimontaggio: ogni secondo conta
Ogni allievo deve essere in grado di smontare e rimontare una di queste armi in pochi secondi, pena il lavaggio dei bagni a vita ed il non superamento del corso con l’alta probabilità di finire il servizio militare nell’Esercito.
Mentre il mitra richiedeva pochissima manualità per la sua gestione, aprire la pistola conteneva un fattore sorpresa che il nostro Maresciallo conosceva bene e che utilizzava per mandarci in punizione. Estraendo la canna infatti era altissimo il rischio di far volare una molla per l’aula, suscitando le risate del pubblico e la costernazione dell’allievo che veniva punito a suon di urla. Smontarla comunque non era così difficile se sapevi dove porre attenzione, e per fortuna per me non fu mai un problema.





Il poligono di tiro: esplosioni e lasagne
Dalle lezioni in aula di tanto in tanto ci portavano a sparare al poligono, con la raccomandazione di usare la raffica del mitra per massimo tre colpi in modo da non avvertire troppo il rinculo e rischiare di fare una strage.
Ma eravamo ragazzi, e molti anche parecchio ignoranti, capitava spesso quindi che qualcuno si faceva prendere la mano e svuotava il caricatore sul bersaglio trasformando l’area in un campo di battaglia, con tutto il plotone che si abbassava d’istinto per quanto la raffica fosse lunga e persistente.
TA TA TA TA TA TA TA TA TA TA TA TA TA TA TA
Quel giorno, non vedemmo mai più quell’allievo.
Pistole inceppate e gioie gastronomiche

La mia pistola quel giorno si inceppa un paio di volte, ma la cosa che ancora ricordo con chiarezza è il pranzo al sacco che ci danno, contenente tra l’altro una lasagna, gioia per gli occhi ed il palato!
Addestramento al lancio: la granata (e la vergogna)
La mia più grossa delusione nel campo delle armi presto, però, si farà viva.
Erano giorni che ci facevano buttare sassi sul piazzale per addestrarci nel lancio della bomba a mano. Sembra un’idiozia, e così pensavamo insieme ai miei compagni di camerata, eppure era frequente vedere allievi che non erano in grado neanche di lanciare un bastone e molti, nel tentativo di lanciare un sasso, lo facevano ricadere dietro di se perchè magari gli scivolava o non imprimevano la giusta forza nel lancio.
Alla fine, quando gli istruttori furono abbastanza sicuri che fossimo in grado di lanciare una pietra, arrivò il giorno dell’esercitazione sul campo.
Ad ognuno di noi vengono date due granate ed un bersaglio da far saltare in aria a circa 20-30 metri di distanza, con il premio di una licenza extra per chi ci fosse riuscito.
Mi metto in posizione, tolgo la sicura alla granata, conto fino a tre e lancio. Bersaglio colpito!
La granata fa cilecca…
Una settimana di sfottò costante. Essere presi di mira in caserma è una condanna peggiore di qualsiasi punizione ufficiale. E lì, tra le “gang” di camerata, bastava poco per diventare il bersaglio preferito.
Conclusione: imparare, sbagliare, resistere
Il servizio militare è anche questo: imparare cose che non pensavi avresti mai fatto, sbagliare davanti a tutti, sopportare l’umiliazione e andare avanti.
Tra pistole, mitra, granate e lasagne, la trasformazione continua. Ogni esperienza, anche la più grottesca, ti costruisce.
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