CAPITOLO 5: a scuola, di nuovo
..dal secondo mese di addestramento per 4 ore al giorno, due la mattina e due il pomeriggio, ci sediamo in aula ad ascoltare il nostro capo compagnia che impartisce lezioni di diritto pubblico, galateo, difesa personale e tecnica di smontaggio e rimontaggio delle armi.
Quando verremo assegnati alla nostra destinazione finale, dove trascorreremo i restanti nove mesi del servizio di leva, avremo a disposizione una pistola Beretta 92 SB parabellum, mitica arma utilizzata nel cinema Hollywoodiano già dagli anni ’80 e, in caso di scorte armate, una mitraglietta Beretta M12 che già allora mi sembrava un residuato bellico.
Ogni allievo deve essere in grado di smontare e rimontare una di queste armi in pochi secondi, pena il lavaggio dei bagni a vita ed il non superamento del corso con l’alta probabilità di finire il servizio militare nell’Esercito.
Mentre il mitra richiedeva pochissima manualità per la sua gestione, aprire la pistola conteneva un fattore sorpresa che il nostro Maresciallo conosceva bene e che utilizzava per mandarci in punizione. Estraendo la canna infatti era altissimo il rischio di far volare una molla per l’aula, suscitando le risate del pubblico e la costernazione dell’allievo che veniva punito a suon di urla. Smontarla comunque non era così difficile se sapevi dove porre attenzione, e per fortuna per me non fu mai un problema.
Tutti al poligono
Dalle lezioni in aula di tanto in tanto ci portavano a sparare al poligono, con la raccomandazione di usare la raffica del mitra per massimo tre colpi in modo da non avvertire troppo il rinculo e rischiare di fare una strage.
Ma eravamo ragazzi, e molti anche parecchio ignoranti, capitava spesso quindi che qualcuno si faceva prendere la mano e svuotava il caricatore sul bersaglio trasformando l’area in un campo di battaglia, con tutto il plotone che si abbassava d’istinto per quanto la raffica fosse lunga e persistente.
TA TA TA TA TA TA TA TA TA TA TA TA TA TA TA
dopo quella volta non ho più visto l’allievo in questione, non si poteva scherzare con le armi.
La mia pistola quel giorno si inceppa un paio di volte, ma la cosa che ancora ricordo con chiarezza è il pranzo al sacco che ci danno, contenente tra l’altro una lasagna, gioia per gli occhi ed il palato!
La mia più grossa delusione nel campo delle armi presto, però, si farà viva.
Erano giorni che ci facevano buttare sassi sul piazzale per addestrarci nel lancio della bomba a mano. Sembra un’idiozia, e così pensavamo insieme ai miei compagni di camerata, eppure era frequente vedere allievi che non erano in grado neanche di lanciare un bastone e molti, nel tentativo di lanciare un sasso, lo facevano ricadere dietro di se perchè magari gli scivolava o non imprimevano la giusta forza nel lancio.
Alla fine, quando gli istruttori furono abbastanza sicuri che fossimo in grado di lanciare una pietra, arrivò il giorno dell’esercitazione sul campo.
Ad ognuno di noi vengono date due granate ed un bersaglio da far saltare in aria a circa 20-30 metri di distanza, con il premio di una licenza extra per chi ci fosse riuscito.
Mi metto in posizione, tolgo la sicura alla granata, conto fino a tre e lancio. Bersaglio colpito! La granata fa cilecca…
Per una settimana verrò preso per il culo da chi era lì ad osservare, e non c’è niente di peggio che venire presi di mira in una caserma di banditi che non aspettano altro.
————
CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5