Stamattina ci viene a prendere Kasii, la nostra guida e coordinatore degli Sherpa.
Ci porta di nuovo in uno di quegli autobus malfamati di ieri, ci stipa dentro e ci guida verso l’aeroporto, dove prenderemo il volo per Lukla.
Le strade alle 8 di mattina sono ancora piene di persone che manifestano, e l’autobus è costretto più volte a cambiare direzioneper evitare la folla.
Finalmente, dopo circa mezzora, arriviamo a destinazione.
Qui paghiamole tasse per l’imbarco, pesiamo le valigie su una bilancia di quelle con il quadrante rotondo e l’ago a indicare il peso, scavalchiamo i banchi del check-in senza venire fermati ed entriamo nell’aereo senza neanche mostrare un documento!
L’aereo era una di quelle cose che più abbiamo ammirato su youtube prima di partire, un modello ad elica famoso per la tratta aerea tra le più pericolose del mondo:Kathmandu-Lukla!
Quando siamo finalmente in volo il panorama diventa spettacolare,l’aereo costeggia infatti montagne altissime tra nubi così vicine che sembra quasi di toccarle.
Viaggiare su un piccolo aereo ti dà la sensazione di essere a contatto con tutto quello che c’è fuori,compreso il vento che qui si sente parecchio e sposta il velivolo con una facilità incredibile!
E altrettanto incredibile è l’avvicinamento a Lukla, una pista cortissima costruita sul fianco di una montagna,con roccia viva sotto, ai lati e dietro!
In pratica è come atterrare su una portaerei, se sbagli sono guai, solo che qui la pista finisce su una parete di roccia verticale e non sul mare!L’atterraggio si conclude bene, e finalmente siamo sull’Himalaya!
Ripresi gli zaini facciamo la conoscenza dei nostri portatori, tutti ragazzi giovanissimi e sorridenti, che si fanno carico dei nostri pesi e ci precedono sulla via di Phakding, dove passeremo la notte.
Il sentiero si snoda su una valle scavata da un torrente, interrotto di tanto in tanto dagli Stupa, quei santuari a forma di cono in cui i Nepalesi si fermano a pregare, circondati da bandierine colorate.
Mentre camminiamo incrociamo numerosi Sherpa carichi all’inverosimile di pesi, probabilmente fanno avanti e indietro tra Lukla e i villaggi circostanti per rifornirli di materie prime e viveri.
Alcuni portano bagagli più alti di loro, 30-40 kg sulle spalle quando io con i miei10 sento già la schiena che chiede pietà!!
Il cammino prosegue e dopo neanche mezzora comincia a piovere adirotto, tanto che neanche la giacca in goretex riesce a fermare completamente l’acqua inzuppandoci in pochissimo tempo! Questo è quello che vuol dire “staccare”! 🙂
Per fortuna che a Phakding manca poco, lì sosteremo la nostra prima notte, in attesa di una delle tappe più dure, quella di domani a Namche Baazar!
Ale, dai racconti che fai sembra di essere lì accanto a voi.
Se un bravissimo reporter! noi siamo tutti lì con te, oltre i tuoi 10 kg da portare sulle spalle (quindi una bella zavorretta…). Tieni duro Cinquy!
Come stanno i tuoi compagni di viaggio?
Un abbraccio; vi sostengo da qui! 😀