La nostra stupenda guida Lonely Planet ci porta a visitare Gyeongju, patrimonio dell’UNESCO e meta turistica privilegiata dalla maggior parte dei Coreani, Giapponesi e Cinesi che rappresentano la quasi totalità dei turisti in questo paese.
Il viaggio da Seoul, circa 250km in treno, poi autobus, quindi ancora autobus si presenta difficile già dalla biglietteria, dove per farci capire impieghiamo un po’ di tempo data la natura zombie monoglotta dell’addetta ai biglietti.
Eppure riusciamo a salire sul frecciarossa coreano, un treno per niente avveniristico come quello dei suddetti compari Cinesi e Giapponesi, stretto più di un aereo e pure brutto esteticamente.
Ma il peggio è che anche il treno, come l’addetta, non parla la nostra lingua, e da qui al nostro arrivo a Gyeongju scopriremo che a parlarla qui non c’è proprio nessuno!
Tra l’altro arrivati alla stazione dei treni di Singyeonju, che è la più vicina alla nostra meta, ci rendiamo conto di trovarci in mezzo al nulla Coreano, e riusciamo a capirlo bene solo dopo averlo letto sul vocabolario visto che pure “il nulla” qui è scritto in ideogrammi!
Per cui con abile pensata decidiamo di affittare una macchina per essere più autonomi ed evitare la trafila degli autobus, e all’ufficio informazioni ci dicono che in questo posto c’è un unico rent a car proprio fuori la stazione!
Belli vispi entriamo così nell’ufficio, chiediamo (in inglese) un’auto e aspettiamo la risposta..il tipo, con la classica gocciolina di sudore freddo di chi è in difficoltà ci fa segno di aspettare un attimo, va su Google, comincia a digitare qualcosa sul traduttore e poi fa play. Google ci dice: “bzbsd(incomprensibile) aren’t available fjdkselawe (altre parole aliene) cars!
A questo punto siamo, come si dice in gergo, fregati. Non ci resta che prendere l’autobus, di cui so a mala pena il numero, e siamo costretti ad aspettarne due perché il primo ci chiude le porte in faccia quando gli chiediamo se va nella direzione giusta.
Sul secondo siamo più fortunati ma le fermate sono scritte in Coreano per cui è impossibile capire dove scendere e ci affidiamo al sesto senso, che sbaglia pure lui lasciandoci in qualche punto imprecisato della città!
A questo punto dovremmo capire quale altro bus prendere per arrivare in albergo, ma presi dallo sconforto ci affidiamo ad un taxi e finalmente arriviamo a destinazione!
Ad attenderci ci sono i coniugi Coreani di Lost Sun e Jin, nel senso che lei un po’ di inglese lo parla, lui invece si limita a dire “others” e fa da chauffeur alla moglie, la quale ci insegna a comprendere i mezzi pubblici del posto e ci lascia il suo numero così se ci perdiamo il marito ci viene a prendere.
Giornata abbastanza inutile quella di oggi, speriamo che domani migliori!