..il sito di Swayambhunath ha colpito nello stomaco i miei compagni di viaggio.
Dopo una corsa in taxi offroad attraverso le disordinate strade di Kath, veniamo lasciati alla base della ripida scalinata che conduce allo stupa, Tutta l’area sorge su una collina, che in passato doveva essere un’isola al centro di un grande lago, che ricopriva tutta l’area della valle di Kathmandu.
La costruzione sacra venne eretta in tempi antichi, e paragonata al fiore di loto bianco che sorge dal fango. Oggi non è il fango a preoccuparci, ma la sporcizia e l’area maleodorante che ci coglie appena fuori dall’auto. La base della collina é un boschetto abitato da numerose scimmie per niente intimorite dall’uomo, intente a litigare con cani malridotti che evidentemente condividono con loro l’habitat.
Alla sommitá della collina sorge lo stupa piú grande del Nepal, i 2 grandi occhi di Bhudda sorvegliano dall’alto la cittá e poggiano su una base laminata d’oro!
Al di sotto del complesso regna l’anarchia. Cani rognosi litigano per il cibo, vecchie megere vagano intorno allo stupa, le offerte di cibo marciscono al sole e dovunque c’è odore di putrefazione mista ad incenso! A dire il vero viaggiando ho visto anche di peggio, ma gli altri non vedevano l’ora di andarsene, almeno Andrea e Vincenzo si tenevano il piú possibile sopravento!
Induismo e Buddismo in Nepal si fondono, e qui é possibile scorgere persone che venerano il grande Bhudda e poi fanno offerte a Shiva nei caratteristici tempietti rosso ocra e neri.
Ma perché meravigliarsi tanto? A Gerusalemme ho visto Cristiani incappucciati cantare come se fossero membri di una setta e poi ungersi nel Santo Sepolcro, certo l’odore non era opprimente come qui, ma non é certo l’odore o le condizioni igieniche che fanno una religione, soprattutto in luoghi sacri come questo dove tutto é portato all’esasperazione! Non mi aspettavo di certo di trovare il monaco in tunica rossa, pelato e forte come quelli dei film, qui vivono gli esuli Tibetani cacciati dall’invasione Cinese, persone anziane che devono aver sofferto molto, e che probabilmente sono ormai assuefatte allo zoo incontrollato che vive qui. Ed infatti ci sono anche parecchie persone comuni che meditano e pregano in silenzio, siamo capaci noi di meditare? In silenzio? Sicuramente no, infatti non riusciamo a togliere dalle narici l’odore del tempio, e dopo mezzora ridiscendiamo la scalinata per andare a cena, non prima peró che alcuni di noi abbiano rigettato tutto quello visto sulla collina! Ceniamo con Kaji che ci porta in una Steak House, dove ci salutiamo e lasciamo i contatti.
Se qualcuno volesse intraprendere un trek in Nepal puó contattare direttamente lui senza passare per le agenzie, che da quanto ho visto si trattengono circa il 75%.