il viaggio verso l’aeroporto di Casablanca ci porta sull’oceano Atlantico nella città Portoghese di El Jadida.
Dopo aver rischiato la morte per almeno 100km però, su una strada simile al ripio argentino dove al massimo passava una macchina e mezza e ai lati c’erano campi di cactus pungenti e per nulla invitanti. Il problema non erano tanto le altre macchine che ci incrociavano a velocità folle noncuranti della nostra presenza, quanto i camion che per passare tenevano semplicemente il centro della strada, ed eri tu che dovevi fermarti e accostare per non finire spiaccicato sul loro radiatore!
Comunque alla fine è filato tutto liscio, fino alla città che vedete nella foto, una vera perla sul mare!
La Lonely Planet, che per tutto il viaggio è stata abbastanza inutile per quanto sia, appunto, inutile, per lo meno ci consiglia un buon posto dove mangiare pesce e bere vino peggio però del tavernello, che in confronto è un cabernet sauvignon di alto livello.
Dico inutile perchè purtroppo si è trasformata in una guida per camperisti con figli di 3 anni al seguito, non è più la guida pratica di una volta, per cercare i prefissi telefonici del Marocco ho dovuto sfogliarla ripetutamente, mentre per conoscere le più inutili idiozie tipo come comportarsi a tavola coi Marocchini basta girare poche pagine!
Per fortuna El Jadida, quasi completamente snobbata dalla guida, è stata una delle tappe più belle di tutto il viaggio. Una meta lontana dai turisti dove gli abitanti non ti trattano come un portafogli ambulante, dove abbiamo respirato un pò di mare prima della puzzolente Casablanca!
Cinque giorni sono troppo pochi per visitare il Marocco, e le città imperiali non sono secondo me le più belle attrazioni di questo paese, ma è a tutti gli effetti un paese Africano a poche ore dall’Italia, caldo, colorato, ospitale e chiassoso. Vale sicuramente più di un viaggio!