DJI Inspire 1 la mia avventura nel mondo dei droni DJI Inspire 1 la mia avventura nel mondo dei droni

Dai sogni su Kickstarter al volo con DJI Inspire 1: la mia avventura nel mondo dei droni

Come tutto è iniziato (male)

Questa storia inizia circa un anno e mezzo fa, quando preso dalla curiosità dei drone, dalla preponderante ascesa di Kickstarter nel mondo del crowdfunding e, lo ammetto, dalla voglia di buttare un pò di soldi, decido di finanziare un progetto dell’appena nata AirDroids con sede ad Indianapolis fondata dai “geniali” ingegneri Timothy Reuter, T.J. Johnson e Chance Roth.

Investo quindi 596$ dollari sonanti, più altri 50$ in batterie ed accessori vari, ed aspetto l’avvicinarsi del mese di Luglio 2014, data prevista di spedizione del drone.

Le promesse (e le illusioni) del Pocket Drone

IIl Pocket Drone sembrava una rivoluzione per l’epoca. Parliamo di inizio 2014, quando i droni commerciali erano ancora poco più che giocattoli.

Ecco cosa prometteva il Pocket Drone:

Pianificazione di rotte preimpostate
Insomma, una vera e propria manna “dal cielo”!

  • Dimensioni compatte, trasportabile in un borsello
  • Potente abbastanza da sollevare una GoPro
  • Capace di volare fino a 5.000 metri di quota
  • Follow-me mode: ti seguiva automaticamente

Insomma, una vera manna dal cielo!

Il lungo inverno della delusione

Arriva luglio… ma il drone no.

Passano i mesi e AirDroids, che io oggi maledico, inizia a inviare aggiornamenti via email: foto di droni in fase di assemblaggio, messaggi rassicuranti, ma nessuna spedizione. Arriva anche dicembre, e di pacchi nemmeno l’ombra.

A gennaio 2015, seguendo il consiglio di altri backer del progetto, invio una mail minacciando azioni legali. Finalmente, a marzo 2015, ricevo il mio drone, oltre un anno dopo l’ordine su Kickstarter.

L’amara verità

Sapevo già cosa aspettarmi. E infatti: il Pocket Drone ha volato giusto il tempo di precipitare al suolo.Mal funzionante, assemblato in fretta, finisce smontato in una scatola di plastica, dove tutt’ora riposa, in attesa di un’anima pia con tempo e pazienza per metterci mano e ripararlo.

AirDroids il 21 maggio 2015 dichiara il fallimento con questa lettera, e mette a disposizione di tutti gli acquirenti il progetto del Pocket Drone, amaro calice per chi come me aveva investito più di 600$ in una promessa non mantenuta.

Anche le comunità online si sono date da fare in questi mesi, redigendo un manuale di funzionamento e riparazione del drone per chiunque abbia la voglia e pazienza di provare a farlo volare.

a sinistra: il Pocket Drone su un tavolo di Indianapolis ——– a destra: il Pocket Drone su un tavolo di Velletri

…e così venne il giorno del Super Drone.

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Si perchè la mia voglia di solcare i cieli con un oggetto radiocomandato in tutti quei mesi non era svanita, anzi si alimentava e prendeva forza dalle recenti innovazioni tecnologiche nel mondo dei drone, mercato che nel 2014 sarebbe stato presto dominato da una fiorente azienda cinese, la DJI.

Ormai ero deciso a comprare un drone, e dopo la precedente esperienza volevo il migliore: il DJI INSPIRE 1

Bello, possente, re dei cieli, per gli amici dronino.

Dal modellismo dinamico al volo smart

Per un ragazzo come me, cresciuto negli anni ’80-90 sui campi di aeromodellismo, in mezzo ad aeroplani telecomandati di tutti i generi, il DJI Inspire 1 non era solo un gadget tecnologico: era il sogno che si realizzava.
Un nuovo modo di giocare, esplorare, creare. Un modo per vedere il mondo dall’alto, con occhi diversi.

Nasce così superdrone.it (oggi chiuso) e il mio primo video con riprese aeree.

L’esperienza negativa con Kickstarter è ormai alle spalle, e davanti c’è la consapevolezza che questo è solo l’inizio, il ritorno a quelle piste di decollo amatoriali dove il telecomando è lo strumento, ed il cielo il campo di gioco.

Grazie dronino!

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