Benvenuti in Tanzania, repubblica unita, verde e dalla cappa d’umidità che nulla invidia a Nettuno nei migliori giorni d’estate!
Se un extraterrestre dovesse mai atterrare sulla Terra gli auguro di farlo in Tanzania, o comunque in Africa. L’aria profuma di eucalipto e di terra dopo una giornata di pioggia, è un odore inconfondibile e unico, almeno fino a quando non si mischia all’altro sapore tipico dei paesi del Nord Africa o del vicino Oriente, quello della nafta agricola nei centri abitati!
I controlli in aeroporto sono abbastanza svogliati, una delle guardie mi chiede di mostrargli il tesserino che attesta la mia vaccinazione alla febbre gialla, che non avevo fatto, e dopo un mio semplice “non ce l’ho, vengo dall’Italia” mi lascia passare senza neanche insistere. Un timbro sul passaporto senza neanche guardarmi in faccia ed in meno di 10 minuti abbiamo tutti sbrigato le pratiche di immigrazione!
Fuori c’è ad attenderci James, la nostra guida ed autista per l’intero safari, che ci carica tutto sulla jeep e ci porta ad Arusha proprio mentre fuori sta scoppiando un temporale tropicale degno dell’equatore!
Il monsone viene giù con tale intensità che in un tratto il fiume ha straripato e lo guadiamo neanche fossimo una barca. Bene, la jeep sembra sapere il fatto suo e pure James che tranquillo e implacabile taglia il corso d’acqua come fosse burro!
Che dire di Arusha.
Arusha è una città di 300 e passa mila abitanti brulicanti, non mi viene da dire altro! Avete presente quando si stuzzica un formicaio e ne fuoriescono migliaia di formiche che impazziscono, scappano, ritornano dentro, fanno avanti e indietro fino a che non viene rimesso un tappo al buco? Bene, qui è lo stesso. Le strade sono piene di persone che riempiono ogni possibile via, viuzza o vicoletto che trovano. Donne con caschi di banane in testa, uomini in gruppo, ragazzini che vendono il giornale, signori eleganti indaffarati, avventori che ti propongono il miglior safari, pranzo, ristoro, aperitivo, escursione, pietra preziosa o fumo che si possa trovare in questo chiassoso centro commerciale Africano!
E poi, ad un certo punto, il muezzin al suono di la ilah illa Allah chiude i battenti di questo circo e le strade improvvisamente si svuotano. Fa buio alle 20:00 in Tanzania, e pure noi ce ne torniamo in albergo insieme ai musulmani che escono dalle moschee dopo la preghiera.