..sorvoliamo la tundra artica con le sue colline aride, frastagliate da mille laghi e corsi d’acqua imprevedibili che si perdono all’orizzonte. E’ il primo impatto con l’Alaska blu e verde che ci appare dopo ore di attesa su un aereo tedesco tappezzato di moquette sbiadita!
Unici Italiani su un cargo di turisti crucchi ben equipaggiati e dai cento dialetti, tanto che i miei vicini di posto mi biascicavano continuamente frasi in tedesco biascicato, incomprensibili anche per uno che pur non parlando la loro lingua di solito capisce il senso basandosi sul contesto! uasdffrunk biasciip dankesciugg e bla bla bla, ahhhh goooden crauti mit senapeee vonfullemberg biascikken jaaa…e così via fino alla comparsa del monte Mc Kinley che di colpo li immobilizza tutti, montanari rapiti dal richiamo della vetta!
Sbrigate le pratiche formali di sdoganamento andiamo subito a pranzo in un ristorantino sulla baia di Anchorage, dove ci versano l’acqua Sanpellegrino come fosse champagne. Questo perchè, pur essendoci abbondante acqua con ghiaccio free, non ci fidiamo del tutto, già dal primo giorno, a trasgredire la prima regola del viaggiatore: non bere mai bevande con ghiaccio! Tra l’altro, oltre al ghiaccio, nei bicchieri galleggiavano pure sedimenti vari per cui la scelta era quasi obbligata…
Anchorage non è che abbia molte attrazioni, in più siamo a corto di sonno e dobbiamo andare a Palmer dove abbiamo il primo bungalow, per cui paghiamo in fretta e ci mettiamo in macchina percorrendo la Old Glenn Highway, strada tortuosa che ci regala le prime stupende viste del paesaggio Alaskano, talmente terso da riuscire a percorrere intere leghe con gli occhi senza perdere i minimi particolari!
E’ simpatico il fatto che, sopra la strada di asfalto, ce ne sia una d’aria percorsa da un numero incredibile di piccoli aerei o idrovolanti che fanno avanti e indietro tra la città e i villaggi non collegati da vie terrestri!
Per ora termino qui il racconto anche se avrei altre cose da dire, ma ho saltato due notti se non dormo è la fine!!!!!!