Copper Center Copper Center

Copper Center

Da Paxson a Copper Center sono 60 miglia di foresta artica e desolazione.
Facciamo anche fatica a trovare il nostro lodge poichè è nascosto dietro un distributore di benzina in disuso. Il sito internet era ben fatto quindi ci aspettavamo un bel posto, invece ci dà le chiavi una signora anziana che gestisce un piccolo spaccio sulla strada, pieno di rottami sul retro e infestato dai mosquitos che temo ci faranno compagnia fino alla fine del viaggio.
Fortunatamente abbiamo una piccola cucina a disposizione, e poichè oggi è il mio compleanno chiedo a Davis di farmi la pizza per cena! Così ci rimettiamo in macchina e cerchiamo il distributore di benzina più vicino. Qui benzina vuol dire civiltà, e infatti quando lo troviamo vediamo che tutto intorno, come fosse la piazza centrale di un paese, sorgono vari edifici tra chiese, baracche ed un fornitissimo supermarket! Qui compriamo farina, lievito e condimenti vari, in più ci concediamo il lusso di un vino bianco della California insieme ad un assortimento di biscotti al cioccolato ed alla cannella per festeggiare a dovere!
Sempre qui vicino riusciamo ad ottenere le licenze per la giornata di pesca di domani e facciamo benzina insieme ad un convoglio di mezzi militari che credo prosciugherà il distributore!

Arrivo a Copper Center

A qualche miglio da qui sorge Copper Center, la “città” più grande della zona, per cui decidiamo di dedicare il pomeriggio al suo interno per un caffè e qualche foto. L’ingresso di Copper Center è abitato da un campo nomadi di Indiani, baracche di compensato marcio e case accroccate alla meno peggio che sembrano uscite da un horror movie di serie b. Niente male come inizio, ed il resto non è da meno! Il centro città è occupato dalla solita pompa di benzina ed un caffè al cui interno un tv trasmette l’atterraggio su Marte del lander americano e, alternativamente, Obama e Romney che parlano in vista delle prossime elezioni.
Gli abitanti dell’Alaska non prestano molta attenzione all’esterno delle loro case, ovunque ci sono macchine arrugginite parcheggiate, copertoni usati, cianfrusaglie buttate alla rinfusa e tanto fango da sembrare un’immensa pista di motocross! Ma video e foto vengono benissimo in questo ambiente western, non tutti i mali vengono per nuocere!

Pizza homemade in Alaska

Verso le 17 ritorniamo nel lodge e cominciamo a preparare i condimenti per la pizza, che Davis con l’aiuto mio e di Chiara comincia ad impastare sapientemente.
Adesso vi lascio, serve il mio aiuto in cucina per cui rimanete collegati che presto saprete che sapore ha una pizza fatta con ingredienti extraterrestri (ovvero tutto ciò che non è made in Italy)!

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tre ore dopo…

mi dispiace caro Frenk, e cari pizzettari che leggete questo blog, ma anche con pomodoro americano e finta mozzarella la pizza di Davis non si batte! Croccante al punto giusto e saporita come se fosse cucinata in un vero forno!
In più Chiara e Davis mi hanno fatto un bellissimo regalo, una crociera nei fiordi del Kenai il 10 agosto! Il tutto innaffiato con un bianco di Robert Mondavi e incorniciato da tre biscotti con candeline!
Beviamo l’ultimo sorso sulla veranda insieme ai nostri 2 vicini tedeschi, veri pescatori sportivi che vengono costantemente in Alaska per catturare il salmone reale. Oggi non sono riusciti a prendere nulla, domani gli faremo vedere di che pasta siamo fatti!

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