Il nuovo anno non aveva portato grandi rivoluzioni, ma il gruppo continuava a riempire l’etere con le proprie avventure quotidiane.
Si cominciò con la mania di comprare un monitor nuovo: Roberto, esasperato dalle serate passate a subire “Quattro matrimoni” e altre amenità televisive di Luisa, decise che era ora di avere uno schermo tutto suo per giocare in pace. Le specifiche erano chiare: niente ultra-risoluzioni, massimo 1080p, 27 pollici se possibile, e soprattutto senza buttare 500 euro dalla finestra. L’idea era semplice: mentre Luisa guardava le sue trasmissioni, lui avrebbe potuto piazzare la “Custode Machine” sul tavolo e ammazzare qualche nemico virtuale su Steam, ristabilendo l’equilibrio domestico.
Tra un link di Amazon e un consiglio di Rocco, nacque una discussione epica: pannelli TN contro IPS, refresh da 144 Hz bollati come fregnacce, prezzi che parevano quelli di un’automobile usata, e monitor Yama “di origine indiana” difesi solo dal fascino di Ivan, colpevole di aver diffuso quella moda. In mezzo a tutto questo, Sandrino, paladino della fedeltà cromatica, decantava il suo Dell come se fosse un’opera d’arte.
Parallelamente, sul fronte “medico-sentimentale”, Roberto annunciava che lui e Luisa avevano iniziato controlli per capire se fosse il caso di allargare la famiglia. Luisa, reduce da un’operazione all’utero, sembrava a posto; lui, invece, iniziava a prepararsi psicologicamente all’imbarazzante “tastamento delle palline”, trasformato dal gruppo in un festival di battute tra il demenziale e il pornografico. Sandrino ricordava con orgoglio la sua esperienza dall’andrologo, completa di guanto di lattice blu e “sensazione simpatica”.
Ma la vera rivelazione del mese fu la scoperta di un nuovo bar a Scalea. In apparenza nulla di speciale, se non fosse che dietro il bancone lavoravano due figure leggendarie: la “milfona col piercing” e, soprattutto, la “giovane strafiga con il culo più bello mai visto”. Una visione capace di dare un senso alle mattine più buie. Roberto confessò di essere ormai cliente fisso, pur mantenendo un profilo basso per evitare di essere scoperto mentre tentava di immortalare il lato B in questione.
A fine gennaio arrivarono altre fissazioni.
Il collega Marcello annunciò che sarebbe andato a Napoli da uno dei tatuatori più famosi d’Italia per farsi un’opera da oltre 800 euro, notizia che scatenò il disgusto estetico e morale di Sandrino (“A sto punto mi davi 100 euro e ti rovinavo io con un calcio nei coglioni”).
Poi ci fu la parentesi malinconica del tourbillon, la complicazione orologiera più affascinante e costosa. Rocco ammise che non se lo sarebbe mai potuto permettere, proprio come Sandrino sognava supercar e Ferrari sapendo di dover continuare a guidare ben altro. Da lì, un ricordo cinematografico: una scena di “Italians” in cui Sergio Castellitto faceva vibrare la sabbia del deserto col rombo di una Ferrari California. Pura poesia per un appassionato.
Il mese si chiuse con un’ampia digressione nerd:
– Gli smartphone da 700-800 euro erano diventati una bufala, visto che i cinafonini di fascia alta costavano la metà.
– Lo Steam Controller, presentato come rivoluzione tra joypad e mouse, si rivelava un aggeggio complicato, con driver acerbi e configurazioni da smanettoni: adatto a chi ama perdere ore per farlo funzionare, non a chi vuole giocare in pantofole sul divano.
– Le Steam Machine e lo Steam OS venivano liquidati come flop annunciati, con Linux relegato a cimitero per il gaming.
– Lo Steam Link, infine, non aveva ragione di esistere: faceva quello che già si poteva fare gratis con una Smart TV e un po’ di Wi-Fi.
Insomma, gennaio 2016 era trascorso tra sogni proibiti (Ferrari, tourbillon e bariste), discussioni tecniche infinite, e momenti di comicità involontaria su argomenti che andavano dalle specifiche dei monitor alla qualità tattile di una visita andrologica. Il tutto condito con la solita, instancabile ironia del gruppo.