vita militare: i tre giorni

Ultimamente ripensavo alle mie esperienze passate, a tutte quelle vicende che hanno segnato la mia vita e i cui ricordi col passare del tempo si fanno sempre più vaghi, per questo vorrei provare a descrivere l’anno del servizio di leva, o almeno a tenere traccia di quello che ricordo prima che tutto si confonda nel mare magnum delle mie sinapsi.

CAPITOLO 1: i tre giorni

Sono passati ormai 19 anni da quando, in una tranquilla giornata estiva, ricevetti una delle prime lettere indirizzate a me.

Oggi ho una corrispondenza attiva con le fatture della luce, del gas, del telefono, della TV a pagamento e della banca, ma allora non ricevevo tutta questa posta e quel fatidico giorno, invece di trovare Topolino nella cassetta delle lettere, mi ritrovai a scartare la cartolina dei fatidici “tre giorni”.

I ricordi sono vaghi, ma deve essere stato il primo evento a generarmi ansia, insieme al pensiero che quello stesso anno avrei dovuto sostenere l’esame di maturità.

E così mi presento alla caserma di Viale delle Milizie a Roma, sostenendo per tre giorni esami del corpo e della mente per certificare il mio perfetto stato di salute, che includeva il fatto di non essere gay, assassino o represso.

Il minnesota test

Girava voce infatti che rispondendo male ad alcune domande sui quiz (il minnesota test) si potesse incappare nella trappola dello psicologo, che avrebbe poi convocato il malcapitato per ulteriori accertamenti prolungando di un paio di giorni quello strazio.

Vi riporto un estratto del test, giusto per farvi capire quanto potesse essere anacronistico già allora:

 1. Mi piacciono le riviste di meccanica
3. Mi sveglio fresco e riposato quasi tutte le mattine
5. Vengo facilmente svegliato dai rumori
16. A volte penso a cose così cattive da non poterne parlare
23. A volte scoppio a ridere o a piangere senza riuscire a controllarmi
24. A volte sono posseduto dagli spiriti maligni
44. Una volta la settimana o più spesso, mi sento improvvisamente tutto caldo senza alcuna ragione
46. Se incontro vecchi compagni di scuola o conoscenti che non vedo da molto tempo, preferisco far finta di niente, a meno che non siano loro i primi a parlarmi
51. Non tutti i giorni leggo l’articolo di fondo del giornale
301. Hai capito questo test?

E così, forte dei consigli degli altri malcapitati, risposi “NO” all’affermazione: “mi piacerebbe essere un fioraio” e “NO” alla domanda “hai mai ucciso qualcuno?”.

Fu dopo il mio primo incontro con questi test che ricevetti l’attestato di idoneo al servizio militare. E fu allora che ebbe inizio la mia carriera militare, anche se ancora non lo sapevo.

Delle visite mediche ricordo ben poco, se non che era necessario, tra le altre cose, effettuare l’analisi delle urine. La sera prima decisi di non andare in bagno per essere sicuro che il giorno dopo non avessi problemi nel farla, e ancora ricordo il dolore che provavo il mattino successivo per trattenerla! Il viaggio in treno e in metro fu una tortura, e quando finalmente mi trovai davanti al vespasiano con la boccetta in mano, improvvisamente mi bloccai, e dentro di me piansi.

I militari che lavoravano lì non andavano tra l’altro per il sottile, e mentre ci chiamavano ad uno ad uno appellandoci “coglioni”, “rifiuti”, o con altri epiteti non proprio amichevoli, ebbi il primo assaggio della vita fuori le mura domestiche e le attenzioni di mia madre.

Ricevetti il primo schiaffo in faccia dalla vita.

Per fortuna l’anno successivo iniziava la vita all’università, per cui sarei stato esonerato dal servizio militare fino a che non avessi terminato gli studi, l’estate del 1994 mi lasciò quindi con un piccolo segno del mondo esterno, e presto ritornai ai miei giochi ed alla quotidianità spensierata di tutti i giorni.

continua…

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