Jimmy è la guida che oggi ci accompagna nella Johannesburg nera, il giorno in cui si ricorda la morte di Hector Pieterson, lo studente ucciso il 16 giugno del 1976 dalla polizia durante una delle numerose manifestazioni di ragazzi giovanissimi contro il governo pro apartheid.
Le strade di Soweto sono gremite di persone che ballano, cantano e bevono in onore del giovane diventato simbolo della rivolta contro i bianchi, e si accalcano davanti alla casa di Nelson Mandela per farsi una foto ricordo mentre la folla avvolge la macchina e dal finestrino passa da bere alla guida, gli indicano dove parcheggiare o si offrono di fare la guardia alle nostre valigie.
Jimmy ci dice che qui possiamo stare tranquilli, a Soweto non c’è pericolo di venire rapinati e che qui i bianchi possono camminare tranquillamente.
Certo non la notte. La notte bisogna tornare a casa ed infatti già dal tramonto riprende la via di casa, facendoci passare con i finestrini chiusi e la sicura alle portiere attraverso la Alexandra township.
Bagni all’aperto, baracche ai cigli della strada e persone che fanno a botte proprio al centro della carreggiata, osservati dagli abitanti ubriachi e molto probabilmente privi di scrupoli.
La nostra guida ci racconta di come i bianchi stiano vivendo l’apartheid al contrario, e mentre passiamo per la parte vecchia di Johannesburg ci fa notare come tutte le zone residenziali abitate prima dagli occidentali siano adesso occupate da neri, che le lasciano prive di manutenzione e sporche.
Quelle che prima erano vie circondate da giardini e villette, ora sono strade malfamate con la monnezza gettata a terra.
Qui se sei bianco ti rapinano o anche peggio.
Jimmy dice che i neri danno la colpa ai bianchi per questo degrado, ma è curioso il fatto che da 20 anni al governo ci siano uomini neri, che sembra non si curino affatto dello stato di abbandono in cui vive la popolazione di colore.
Ce l’ha anche con i nigeriani, che stanno distruggendo la città con la droga e la prostituzione minorile. Prendono le bambine quando hanno due o tre anni e danno loro da mangiare pasti con droga all’interno. Così che arrivano a 11-12 anni completamente dipendenti agli stupefacenti e schiave dei loro padroni.
Eppure Johannesburg è fondata su una vena d’oro lunga 30km, tanto che dappertutto si vedono collinette di colore giallo per quanto materiale ci sia al loro interno, talmente ricche che dopo la pioggia dai rigagnoli scendono pepite purissime.
Ma come dice Jimmy, i politici si magnano tutto, e se solo provi ad entrare in una di queste miniere ti vengono a prendere con l’elicottero dopo pochi istanti, ed allora sarà bene che tu abbia una valida scusa per trovarti lì. Certo è difficile non cascarci dentro, visto che le strade ci passano proprio in mezzo!
Meno male che due giorni fa non ci siamo avventurati da soli per la città col taxi, come consigliato da Veronica! 🙂
Dopo le ridenti località di villeggiatura della Garden Route, abbiamo finalmente avuto un assaggio di Sud Africa.
Amaro e che ci toglie di dosso tutte le immagini , ovattate, che avevamo di questo paese.