Chile Chile

Chile

..stamattina ha vinto Vincenzo.

Mentre io nella valigia ho trovato dei comuni insetti, lui nella sua aveva un piccolo scorpione! Che invidia..cmq dopo aver rosicato un pò carichiamo tutto in macchina e salutiamo El Chalten!

Oggi ci aspettano 500 km x il cile, una frontiera da passare e un posto dove dormire ancora da trovare! Per alleviare il primo punto della lista decidiamo di affidarci alla parabola biblica del sentiero lungo e sicuro e di quello breve e pericoloso! Così tagliamo di netto la comoda strada asfaltata e prendiamo la mitica “ruta nacional 40”, linea sterrata che collega tutto il sud america dal brasile alla terra del fuoco!

Ebbene, in meno di un’ora dovunque ci voltassimo vedevamo solo sterpaglia e l’orizzonte, eravamo in mezzo al nulla! Che fico! Un pò meno fico è stato però quando abbiamo incrociato un grosso fuoristrada in panne. Mi accosto x chiedere se serve aiuto e i tipi mi rassicurano dicendo che hanno la situazione sotto controllo, poi uno si scansa e ci mostra la ruota posteriore completamente disintegrata!

Io e Vince ci guardiamo in faccia temendo che potesse capitare anche a noi e alla nostra opel corsa, che di fuoristrada ha veramente poco! Ripartiamo quindi con meno sprezzo di quella strada polverosa e pregando a ogni km che un sasso assassino non lacerasse le nostre gomme e speranze! Finalmente dopo 2 ore di sterrato conquistiamo questo tratto di strada sani e salvi, e ci dirigiamo al vicino confine! Al primo punto di controllo argentino consegnamo i documenti in una stanza arredata con foto di criminali con tanto di taglia da 100.000 dollari, e carichiamo 2 francesi che cercavano un passaggio fino all’altra parte.

Arrivati alla frontiera cilena una bella sbarra di metallo in mezzo al deserto ci obbliga a fermarci e entrare negli uffici della dogana, qui sulle pareti c’erano invece ricompense x il ritrovamento di persone scomparse e avvertimenti sull’afta e i suoi sintomi..compiliamo qualche modulo e un tipo simpatico che voleva sapere i nomi dei giocatori di calcio cileni nelle squadre italiane ( io ho cambiato prontamente discorso ) ci controlla i bagagli e la macchina in cerca di frutta o formaggio, vietatissimi da importare!

In mezzora riusciamo a sbrigare tutte le noie burocratiche e ci viene alzata la sbarra, salutiamo i francesi e ci dirigiamo verso il parco nazionale delle torres del paine! Il paesaggio è molto simile alla patagonia argentina, solo che qui è pieno di fauna! Sui laghi volano radente fenicotteri rosa, spesso attraversano la strada branchi di guanachi ( simili ai lama ) e sulle praterie corrono i nandù ( simili a struzzi ), mentre all’orizzonte si erge la vasta catena montuosa andina, spaccata in 2 da queste tre maestose torri di granito che si alzano al cielo verticalmente! Le nuvole nere formano un anello su queste rocce, tanto che da un momento all’altro mi aspetto di vedere “l’occhio di sauron” brillare lì nel mezzo!

Percorsi altri 70 km arriviamo ad una fattoria proprio di fronte al parco, con tanto di staccionata, vecchio carretto di legno e pickup ford anni 60. Ci chiedono pochissimo x dormire ( qui la media è 180 dollari a notte e noi ce la caviamo con 25 euro (i cileni si approfittano molto dei turisti che vengono a fare trekking qui), e stanchi del lungo viaggio ci sistemiamo nella stanza scansando praticamente una volpe che tranquilla passeggiava lì intorno.

Possibile che siamo stati così fortunati? L’unico mio timore viene da una conversazione che ho fatto con la ragazza che ci ha dato le stanze, lei infatti parlando del tempo mi fa:”today is a beautifull day” e, dopo che le dò ragione, continua “i hate sunny days, i want clouds, rain and storms!”…..da lì nasce una breve conversazione sul perché la pensasse così, dalla quale ho concluso che non deve piacerle molto la massa di turisti in quella zona, che a suo parere non capisce la vera bellezza di quel posto che non è nella roccia ma nella flora e negli animali che ci vivono..e come non darle ragione, speriamo solo che il montanaro Vince non mi senta! 🙂 faccio anche amicizia con “spazzolino”(il nome me l’ha detto lui), un gatto che si mette a dormire sulle mie ginocchia mentre sto seduto sulla veranda! Più tardi ci servono la cena, squisita, e quindi entriamo nella nostra stanza dove sto scrivendo questi appunti. Domani scaleremo il miglior punto panoramico x vedere le torri, buonanotte!

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