Kathmandu: 15 maggio

16 May 2010
Kathmandu

“Nepal Ice”, la miglior birra abbia provato sull’Himalaya e dintorni, certo non é che ci sia molta scelta qui, ma partiamo con ordine..

Ieri sera a Lukla saremmo dovuti uscire e passare la serata in un pub, se non fosse che alcuni Ucraini che erano seduti al tavolo con noi per cena non ci invitano a brindare con loro la fine del Trekking bevendo un buon Wisky.
E come rifiutare? il primo alcool assunto da almeno 10 giorni ha dato il via al deperimento del nostro sangue ultra ossigenato acquistato con tanta fatica..
Ma che dormita ci siamo fatti! Il giorno dopo, cioé oggi, prendiamo l’aereo per Kath. Sulla pista di atterraggio i passeggeri erano in tensione non tanto per il volo, quanto per la sfida di entrare primi nell’aereo ed aggiudicarsi i posti migliori, quelli dietro ai piloti.

Dovete sapere che qui non si controllano i documenti e non c’é una passerella per accedere all’aereo, si cammina direttamente sulla pista fino a raggiungere l’aeromobile.
Non appena la hostess, da lontano, ci fa segno di salire, parte lo scatto della massa infantile verso l’aereo, e con estrema prontezza io, Simone ed Andrea, scapicollandoci sull’asfalto a 2800 metri, accediamo per primi al bimotore a pistoni che ci porterá nella capitale! Abbiamo dato prova di immaturitá, ma almeno il gruppo di Francesi, Taiwanesi e non so chi altri é arrivato dopo l’Italia!

Apro una parentesi: ieri a cena c’erano anche i Taiwanesi, e abbiamo fatto la gaffe di dire che Taiwan fa parte della Cina. Si sono sentiti abbastanza offesi della cosa, e quando gli abbiamo detto “perché, la cina forse non vi piace?” é calato un silenzio di tomba nella sala..devo studiarmi meglio la situazione politica della Cina, ma forse Taiwan non é indipendente quanto crede..
Atterrati a Kathmandu ci accoglie un caldo tropicale torrido, che ci stronca immediatamente dopo le precedenti giornate di gelo, decidiamo comunque di visitare la vicina”durbar square”, centro storico e religioso della cittá, pieno di templi induisti a gradoni, macchine che sfrecciano in mezzo alla folla, risció che strombazzano da ogni lato e venditori ambulanti insistenti insieme ai bambini che continuamente chiedono l’elemosina.
Un caos terrificante, sembra di essere al Cairo, compreso lo smog che impregna l’aria e la rende ancora piú appiccicosa di quanto giá non lo fosse per il caldo.

La fine dello sciopero sembra stia facendo sfogare tutti quegli automobilisti che sono stati fermi per settimane! Eppure tutto questo casino mi fa sentire a casa, ho sempre amato posti come questo, pieni di entropia colorata inarrestabile e onnipresente!
La stanchezza per l’alzataccia si fa sentire verso le 14:00, quando comincia a coglierci anche il rischio di insolazione, per cui facciamo tappa all’Hotel Garuda dove soggiorniamo.
L’hotel non é stato scelto a caso, ubicato dentro il quartiere Thamel, é stato la base operativa delle maggiori spedizioni verso l’Everest.
Qui ha anche passato la notte Krakauer, l’autore di “aria sottile”, il libro che parla della spedizione del ’96 dove morirono quasi tutti gli alpinisti che tentarono la scalata e dove lo stesso Krakauer, giornalista inviato per scrivere una storia sull’impresa, si salvó per miracolo dopo aver raggiunto la vetta.

La sera ci concediamo la prima vera cena dall’inizio della vacanza, mangiando sulla veranda del “three eyes” e brindando con la famosa birra Nepalese, anche alla salute di Marco che stamattina, leggiamo sul suo sito, si trova al campo 2 del Lhotse decidendo quindi di anticipare la scalata dell’8000.
Stanotte non mettiamo la sveglia, ma non mettiamo neanche il pile, le magliette e le calze termiche per dormire, la nostaglia dei giorni passati si sente eccome.

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